Stretta reddito di cittadinanza: la morsa sui controlli promessa dal governo Meloni fa un altro giro di vite, e parte il censimento dei beneficiari del Reddito di Cittadinanza; nello specifico, si tratta delle persone che potrebbero essere occupabili.
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Pertanto, queste saranno quelle che andranno a perdere l’assegno tra pochi mesi, nel caso in cui il censimento nei loro confronti restituisse un risultato negativo.
Ma se per gli occupabili è questo il destino a cui si andrà presto incontro, cosa dire dei non occupabili?
I non occupabili: di quali categorie si tratta? Gli esempi concreti
Sappiamo che a partire da Agosto 2023, tutti i nuclei familiari al cui interno non siano presenti over 60, minori o componenti affetti da disabilità, rischiano di perdere il RdC, che verrà poi soppiantato dal nuovo sussidio anti-povertà, varato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
E che dire dei non occupabili?
I non occupabili sono quanti non si trovano nelle condizioni di poter cercare un lavoro. A puro titolo esemplificativo, riportiamo alcune categorie di persone ritenute non occupabili, che in quanto tali sono esonerate dalla ricerca di un lavoro e dalla sottoscrizione di patti con i centri dell’impiego:
- Chi studia all’Università, e quindi, di fatto, non può essere ritenuto occupabile;
- Chi sta partecipando a un corso di formazione valido per ottenere una qualifica o sta svolgendo un tirocinio;
- Chi ha già un lavoro che lo impegna, ma non guadagna abbastanza da uscire dalla condizione di povertà;
- Chi per vari motivi, come una disabilità, non è nelle condizioni di lavorare.
Veniamo ora, invece, alle categorie di occupabili e al rischio per loro di perdere il sussidio nel breve termine.
Reddito di cittadinanza, parte il censimento
I centri dell’impiego si apprestano nei prossimi giorni a inviare ai percettori del sussidio dei moduli da compilare online, dove inserire il proprio profilo.
I percettori dovranno compilare i vari campi, dai titoli di studio alle esperienze lavorative.
I dati verranno poi condivisi con le aziende che si occupano di collocamento, le quali avranno un tempo di cinque mesi per incrociarli con le offerte di lavoro e di formazione disponibili. In questo modo si farà in modo che venga offerto un impiego alle famiglie prima che perdano il sussidio.
E a proposito della perdita del sussidio, chi è concretamente a rischio?
Reddito di cittadinanza: ecco chi rischia di perderlo
Ad agosto 2023, potrebbero essere circa 600mila coloro che dovranno dire addio al sussidio. Questo dicono le stime.
L’Ufficio Parlamentare di Bilancio lo scorso dicembre aveva infatti precisato come: “il 38,5 per cento dei nuclei che oggi ricevono il Reddito di cittadinanza potrebbe essere escluso a partire da agosto”, quindi niente di nuovo su questo fronte.
Inoltre, sempre l’Ufficio Parlamentare di Bilancio aveva anche spiegato che “tre quarti dei nuclei percettori composti da una persona sola smetteranno di ricevere il Rdc”.
E’ anche possibile osservare come la quota degli esclusi va a restringersi quando si parla di nuclei famigliari numerosi, specialmente se in presenza di minori.
Per questi ultimi, il sussidio sarà molto probabilmente mantenuto fino a dicembre 2023, prima di essere soppiantato, come detto poc’anzi, da un’altra misura anti-povertà volta al sostentamento di quelle famiglie che versano in una situazione economica difficoltosa.
Tuttavia, possiamo con certezza affermare che tra coloro che perderanno l’assegno rientrano quasi sicuramente quanti rifiuteranno una offerta di lavoro da qui all’estate, e quanti non parteciperanno ai corsi di formazione obbligatori, di cui già in precedenza abbiamo parlato.
In sintesi, a tutti i percettori RDC che rientrano tra gli “occupabili” verrà chiesto un autocensimento, e restano cinque mesi per offrire un impiego a 440 mila famiglie che perderanno il sussidio RDC questa estate.