Tagli alle detrazioni per gli ISEE più alti: cosa succederà?

Francesca Ereddia

9 Giugno 2025

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Con la Legge di Bilancio 2025 arrivano novità importanti in tema di detrazioni fiscali, e come sempre, a farne le spese saranno i contribuenti con redditi medio-alti. Chi nel 2025 avrà un reddito complessivo superiore a 75.000 euro dovrà infatti fare i conti con un sistema di detrazioni più restrittivo, che punta a ridurre gradualmente lo sconto fiscale disponibile, salvo alcune eccezioni che – guarda caso – privilegiano ancora una volta solo alcune categorie.

Nuove regole sulle detrazioni fiscali: “salve” solo le famiglie numerose o con figli disabili

La nuova normativa prevede un meccanismo di riduzione progressiva delle detrazioni in base a due fattori: l’ammontare del reddito e il numero di figli fiscalmente a carico. In pratica, più guadagni, meno detrazioni ottieni. Ma se hai tanti figli o figli con disabilità, allora puoi sperare in un trattamento fiscale un po’ meno penalizzante.

Per chi si trova nella fascia di reddito compresa tra i 75.000 e i 100.000 euro annui, l’ammontare massimo delle spese detraibili è fissato a 14.000 euro, ma solo se rientri in queste “categorie protette”. Superata la soglia dei 100.000 euro, il tetto scende ulteriormente a 8.000 euro. E per chi non ha figli? Addio agevolazioni: le soglie vengono dimezzate, e si passa a 7.000 euro o addirittura a 4.000 euro di detrazioni massime. In poche parole, il Fisco ti penalizza perché non sei genitore.

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Tagli alle detrazioni per redditi alti: cosa resta fuori dalla stretta

Fortunatamente, alcune voci di spesa restano escluse dalla nuova stretta fiscale. Tra queste ci sono:

  • le spese sanitarie,
  • gli interessi su mutui ipotecari,
  • i premi per assicurazioni sulla vita o infortuni,
  • gli investimenti in start-up e PMI innovative,
  • e gli oneri detraibili in forma forfettaria, tra cui le spese per ristrutturazioni edilizie (art. 16-bis TUIR) stipulate fino al 31 dicembre 2024.

Queste voci continuano ad essere considerate al di fuori del calcolo dei nuovi massimali, che – va detto – si applicano solo a partire dalla dichiarazione dei redditi 2026, per le spese sostenute nel 2025.

Spese scolastiche: detrazione al 19%, ma solo fino a 1.000 euro

Tra le poche “buone notizie” previste dal provvedimento attuativo, c’è l’innalzamento del tetto di spesa detraibile per la scuola: sale da 800 a 1.000 euro l’anno per alunno, sempre con una detrazione del 19% sull’imposta lorda. La misura riguarda le spese sostenute per:


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  • scuole dell’infanzia,
  • scuola primaria e secondaria di primo grado (elementari e medie),
  • scuola secondaria di secondo grado (superiori).

Non mancano poi i piccoli interventi simbolici, come l’aumento da 1.000 a 1.100 euro della detrazione forfettaria per i non vedenti che sostengono spese per il mantenimento dei cani guida. Un miglioramento sicuramente apprezzabile, ma che non cambia il quadro generale della riforma: chi guadagna di più e non ha figli, viene penalizzato.

Un sistema fiscale sempre più selettivo

Con queste nuove regole, il messaggio è chiaro: se non hai figli o non appartieni a una categoria protetta, sei considerato un contribuente di serie B. La logica? “Chi ha di più deve contribuire di più”. Peccato che, come spesso accade, a rimetterci sono anche quei contribuenti che guadagnano bene ma pagano già imposte elevate, non accedono a bonus o sussidi, e ora si vedono tagliare anche le detrazioni su spese personali e familiari.

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In sintesi: cosa cambia con le detrazioni fiscali 2025?

  • Se hai un reddito sopra i 75.000 euro, preparati a detrazioni ridotte.
  • Le famiglie con più di due figli o con figli disabili restano parzialmente tutelate.
  • Restano escluse dalla stretta spese mediche, mutui, assicurazioni e investimenti innovativi.
  • Le spese scolastiche diventano detraibili fino a 1.000 euro annui.
  • Per i non vedenti, aumenta la detrazione per i cani guida.

Chi sperava in un sistema più equo ed esteso si troverà invece a fare i conti con un Fisco sempre più selettivo, che misura la tua “dignità fiscale” in base alla composizione del tuo nucleo familiare. Un concetto di equità decisamente discutibile.