Tra le novità della Manovra 2026 spicca una misura destinata a far discutere: una tassa di 2 euro per ogni pacco di valore fino a 150 euro. Un piccolo importo, ma che potrebbe avere un grande impatto sul mondo dell’e-commerce, soprattutto per gli acquisti online provenienti da piattaforme straniere. Ecco tutti i dettagli.
Tassa da 2 euro sui pacchi, come funzionerà
La norma, proposta da Fratelli d’Italia e inserita in un emendamento a firma del senatore Gelmetti, prevede un “contributo alla copertura delle spese amministrative” per gli “adempimenti doganali” applicato alle spedizioni provenienti da Paesi extra-UE. Tuttavia, la versione definitiva della legge potrebbe essere più ampia e riguardare tutte le spedizioni, anche quelle interne all’Unione europea.
In ogni caso, la tassa di 2 euro dovrebbe colpire tutti i pacchi sotto i 150 euro, indipendentemente dal Paese di origine, per evitare di configurare la misura come un dazio – che, per legge, può essere istituito solo dall’Unione Europea.
L’obiettivo dichiarato sarebbe quello di coprire i costi amministrativi legati alle spedizioni e agli adempimenti doganali, ma anche di bilanciare la concorrenza tra i grandi colossi dell’e-commerce. In questo modo, piattaforme come Temu, Shein, Amazon o eBay potrebbero essere soggette a regole simili, senza distinzioni tra operatori europei o extra-UE.
Quando arriverà la tassa e chi dovrà pagare
La nuova imposta dovrebbe entrare in vigore a partire dal 2026 e, se confermata, si applicherebbe su ogni singolo pacco sotto i 150 euro spedito o ricevuto in Italia. Al momento, però, non è ancora chiaro chi sarà tenuto al pagamento: se il costo graverà direttamente sul consumatore, oppure sulle piattaforme di vendita o sui corrieri.
Le scelte definitive dipenderanno dagli emendamenti che il Governo depositerà nei prossimi giorni, seguiti dal voto in Commissione Bilancio che determinerà la versione finale della misura.
Il contesto europeo
La proposta italiana si muove in parallelo con una riforma europea sui pacchi provenienti da Paesi extra-UE. A novembre, l’Ecofin (Consiglio dei ministri dell’Economia europei) ha approvato la cancellazione dell’attuale esenzione dai dazi doganali per spedizioni di valore inferiore a 150 euro, una regola che finora ha favorito i colossi asiatici dell’e-commerce.
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La fine di questa agevolazione è prevista dal 2028, ma alcuni Stati – tra cui Italia e Francia – stanno spingendo per anticiparla già al 2026, in linea con la logica della nuova tassa nazionale. Se l’emendamento alla Manovra verrà confermato, quindi, dal prossimo anno ogni pacco dal valore inferiore a 150 euro potrebbe costare 2 euro in più. Una misura che, secondo le intenzioni del Governo, punta a rendere più equo il mercato delle spedizioni, ma che potrebbe tradursi in un rincaro svantaggioso per milioni di acquirenti online.