L’AdE ha ufficialmente dato la comunicazione che in tanti attendevano: titolo di stato fuori dall’ISEE. E’ già trascorso un anno da quando sono state disposte le istruzioni per gli operatori finanziari, e la misura era però rimasta inapplicata. Ora l’ufficialità.
Titoli di Stato fuori dall’ISEE: cosa cambia
Il provvedimento specifica come gli operatori finanziari debbano comunicare all’anagrafe tributaria tutti i dati sui titoli posseduti dalle persone fisiche, ed in particolare quelli fino alla soglia di 50.000 euro. Le informazioni confluiranno nella DSU precompilata.
Tuttavia, manca ancora il passaggio finale, ovvero il decreto attuativo del presidente del consiglio (DPCM). Inoltre, parte delle risorse a copertura dell’esclusione dei Titoli di Stato dall’ISEE è stata destinata al bonus Natale. Dunque le prime applicazioni pratiche molto probabilmente vedranno i loro frutti a partire dall’inizio del 2025.
Cosa cambia nel 2025
Ad ogni modo, è chiaro che i titoli di stato saranno esclusi dal calcolo ISEE, con ciò permettendo quindi un accesso a ulteriori bonus ed agevolazioni a coloro che sarebbero altrimenti rimasti esclusi.
La DSU comprenderà dunque la rappresentazione degli esatti Titoli di Stato in possesso dei contribuenti, esclusi poi nel calcolo finale dell’ISEE. Con ciò, si avrà dunque da un lato una rappresentazione economica chiara e precisa, dall’altra si concederà l’accesso a benefici e bonus sociali anche a coloro in possesso dei detti titoli.
Quali sono i titoli di Stato?
I titoli di Stato sono strumenti finanziari emessi dal governo italiano per finanziare il debito pubblico. Rappresentano una modalità sicura di investimento, in quanto garantiti dallo Stato. Ecco un elenco dei principali titoli di Stato italiani.
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Buoni Ordinari del Tesoro (BOT)
I BOT sono titoli a breve termine, con scadenze tipicamente a 3, 6 o 12 mesi. Non prevedono cedole, quindi il rendimento deriva dalla differenza tra il prezzo di acquisto e il valore nominale alla scadenza. Sono particolarmente indicati per chi cerca investimenti a breve termine con rischio contenuto.
Certificati del Tesoro Zero Coupon (CTZ)
I CTZ sono titoli biennali senza cedola (zero coupon). Come i BOT, il rendimento deriva dal prezzo di acquisto inferiore al valore di rimborso. Sono una buona scelta per investitori interessati a titoli di medio termine senza fluttuazioni di cedola.
Buoni del Tesoro Poliennali (BTP)
I BTP hanno scadenze a 3, 5, 7, 10, 15, 20 o 30 anni e offrono cedole semestrali fisse. Sono ideali per chi propende un reddito fisso e costante nel tempo. La loro durata a lungo termine li rende sensibili alle variazioni dei tassi di interesse, ma garantiscono stabilità nei flussi di cassa.
Buoni del Tesoro Poliennali Indicizzati all’Inflazione (BTP€i)
I BTP€i sono titoli di Stato indicizzati all’inflazione europea, quindi offrono una protezione contro l’aumento dei prezzi. Le cedole sono pagate semestralmente e sia il capitale che gli interessi vengono rivalutati in base all’indice armonizzato dei prezzi al consumo dell’Eurozona. Le scadenze variano, rendendoli adatti a investitori a lungo termine preoccupati dall’inflazione.
Buoni del Tesoro Poliennali Italia (BTP Italia)
I BTP Italia sono titoli indicizzati all’inflazione italiana e prevedono cedole semestrali. La durata varia dai 4 agli 8 anni. Sono progettati per proteggere il potere d’acquisto degli investitori e prevedono anche un “premio fedeltà” per chi li mantiene fino alla scadenza.
Certificati di Credito del Tesoro (CCT e CCTeu)
I CCT e CCTeu sono titoli a medio-lungo termine con una durata tipica di 7 anni. Offrono cedole variabili legate all’andamento dei tassi di interesse, rendendoli adatti a chi prevede un aumento dei tassi nel tempo. I CCTeu sono indicizzati all’Euribor e sono più moderni rispetto ai tradizionali CCT.