Whistleblowing: entro il 17 dicembre le aziende con un organico tra i 50 ed i 249 dipendenti dovranno adeguarsi alle normative sul whistleblowing. La normativa per le aziende dai 250 dipendenti in poi è in vigore già da luglio.
Cosa è il whistleblowing?
Il whistleblowing è la possibilità per i dipendenti di fare, in forma anonima, segnalazioni di irregolarità sul posto di lavoro.
La segnalazione può riguardare:
COSA SI PUÒ SEGNALARE
Comportamenti, atti od omissioni che ledono l’interesse pubblico o l’integrità dell’amministrazione pubblica o dell’ente privato e che consistono in:
- illeciti amministrativi, contabili, civili o penali;
- condotte illecite rilevanti ai sensi del decreto legislativo 231/2001,
- violazioni dei modelli di organizzazione e gestione ivi previsti;
- illeciti che rientrano nell’ambito di applicazione degli atti dell’UE, o nazionali relativi ai seguenti settori: appalti pubblici; servizi, prodotti e mercati finanziari e prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo; sicurezza e conformità dei prodotti; sicurezza dei trasporti; tutela dell’ambiente;
- atti od omissioni che ledono gli interessi finanziari dell’Unione;
- atti od omissioni riguardanti il mercato interno;
Whistleblowing: come conteggiare i dipendenti?
Il problema del conteggio è inerente in special modo ai contratti della durata inferiore ad un anno., dato che vi sono discrepanze tra quanto dicono le linee guida ANAC e le modalità previste dal D.lgs 81/2015.
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Confindustria sta appunto predisponendo un documento condiviso applicabile a qualsiasi disciplina legale o contrattuale.
Secondo l’articolo 27 del Dlgs 81/2015 attuativo del Jobs Act, per il computo complessivo aziendale si tiene conto di tutti i lavoratori, ivi compresi quelli con contratti a tempo determinato, e compresi anche:
- i dirigenti,
- gli impiegati negli ultimi due anni.
Due impiegati con un contratto di sei mesi, verranno conteggiati come un unico addetto impiegato per un intero anno.
Le linee guida ANAC sul whistleblowing
ANAC ha chiarito che: “ai fini del calcolo della media dei lavoratori impiegati negli enti del settore privato deve farsi riferimento a”l valore medio degli addetti (elaborazione dati Inps) al 31 dicembre dell’anno solare precedente a quello in corso, contenuto nelle visure camerali. Quando l’impresa è di nuova costituzione, considerato che il dato in questione viene aggiornato trimestralmente, va preso come riferimento il valore medio calcolato nell’ultima visura”
Ma le visure camerali calcolano “per teste” senza riguardo alla durata del contratto: da qui il dubbio sui conteggi, che porta a conseguenze non irrilevanti, se il criterio scelto fosse quello di Confindustria oppure quello descritto da ANAC.
Per quest’ultima, gli addetti da conteggiare sono i lavoratori dipendenti con qualsiasi contratto di lavoro subordinato diretto, di qualsiasi durata che siano stati conteggiati al 31 dicembre dell’anno precedente.