ADI e domanda respinta: cosa significa e perché la nostra domanda ADI risulta respinta, pur se pensavamo di rientrare nei requisiti economici predeterminati? I motivi potrebbero essere molteplici, vediamo quali potrebbero essere.
ADI e domanda respinta: manca l’ADI.Com
I modelli Com sono fondamentali quando noi (o qualcuno nel nostro nucleo familiare) svolgiamo nuova attività lavorativa. In questo caso, il modello com deve essere presentato se ad esempio un nostro familiare ha cambiato posizione lavorativa o ne ha iniziata una nuova. O se noi abbiamo cambiato posizione lavorativa o ne abbiamo iniziato una nuova.
Si tratta, in sostanza, di una “fotografia” attuale dei redditi del nucleo, che va palesata a INPS, così che possa fare i dovuti calcoli.
Se manca tale modello, si tratta di una “omessa dichiarazione di attività lavorativa”, che come tale, conduce al respingimento della domanda.
Omessa dichiarazione di dimissioni
Un altro caso, che potrebbe condurre al respingimento della domanda, è l’avere omesso di essersi dimessi. Come infatti già ribadito, per poter percepire ADI, il soggetto richiedente o i propri familiari non devono essersi dimessi nei 12 mesi antecedenti alla domanda.
Le dimissioni volontarie, infatti, rappresentano una delle cause di impossibilità di percepire l’Assegno di inclusione.
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Deve, però, trattarsi di dimissioni rassegnate non per giusta causa. Se infatti abbiamo dato le dimissioni per giusta causa, il nostro diritto a percepire l’Assegno di inclusione permane.
Si ritengono “per giusta causa” le dimissioni rassegnate in caso di:
- mobbing
- molestie
- omesso versamento dei contributi
- comportamento ingiurioso da parte del datore di lavoro
- pretesa del datore di lavoro di prestazioni illecite
- demansionamento ingiustificato
- spostamento del lavoratore in altra sede, senza una reale ed oggettiva motivazione
In questi casi, e solo in questi, le dimissioni da parte del lavoratore non precludono l’accesso all’Assegno di inclusione.
Mancanza dei requisiti economici
Tra i casi più frequenti, rientra quello della mancanza dei requisiti economici. Come sappiamo, per poter percepire ADI vi è una lunga serie di requisiti patrimoniali e reddituali.
Il limite ISEE è ad esempio fissato in 9360 euro annui, al di fuori dei quali non è possibile percepire l’assegno di inclusione.
Tuttavia, se hai presentato solo ISEE ordinario ma i tuoi redditi nel 2023 sono più bassi rispetto a quanto presente sull’ISEE, potresti aggiornare il tuo ISEE con ISEE corrente, così da aggiornare la tua situazione economica e rientrare nei tetti previsti.
Il problema della DSU
Un altro problema relativo sempre ai requisiti economici, potrebbe riguardare la DSU. Se il tuo ISEE corrente scadeva a dicembre 2023, ma non hai presentato nuova DSU, la tua domanda ADI ha aggiornato l’ISEE ordinario.
Assenza di soggetti rispondenti ai requisiti
Un altro motivo, che potrebbe sembrare una banalità, è il caso in cui nessuno dei soggetti presenti nel nucleo risponda ai requisiti soggettivi per ottenere ADI.
Ricordiamo infatti che l’assegno di inclusione si rivolge a:
- nuclei familiari con minorenni
- over 60
- disabili
Se hai erroneamente presentato domanda per ADI e non hai figli, non rientri nella fascia over 60, e nel tuo nucleo non sono presenti persone con disabilità, allora non hai diritto all’assegno di inclusione.
Buongiorno, scusatemi e se una persona con un eta’ di 55 anni non può lavorare perché’ soffre di depressione da tantissimi anni,ed è in cura presso i servizi sociali. Come mai gli viene respinta la domanda?