Assegno Unico 2026, importi più alti e nuove fasce ISEE: chi ci guadagna di più

Redazione

5 Dicembre 2025

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Dal 2026 l’Assegno Unico aumenterà notevolmente grazie alla rivalutazione ISTAT e a nuove soglie ISEE più ampie, che permetteranno a diverse famiglie di rientrare in fasce più favorevoli senza cambiare reddito. Le maggiorazioni per figli con disabilità resteranno invece invariate. Ecco qui sotto tutti i dettagli.

Come funziona l’Assegno Unico

L’Assegno Unico è un contributo mensile per ogni figlio a carico fino ai 21 anni (senza limiti di età in caso di disabilità), riconosciuto a tutte le famiglie residenti in Italia a prescindere dal tipo di lavoro dei genitori. L’importo varia in base a ISEE, numero ed età dei figli e presenza di disabilità: ISEE più basso e famiglie numerose significano importi più alti, con maggiorazioni specifiche dal terzo figlio e per i figli disabili.

I requisiti di base dell’Assegno

Per ricevere l’Assegno Unico occorre essere residenti in Italia ed essere cittadini italiani/UE, familiari di cittadini UE con diritto di soggiorno oppure titolari di permesso di lungo periodo o altro titolo che comporti una tassazione IRPEF in Italia. Non contano il tipo di contratto o il reddito da lavoro in sé, ma solo l’ISEE, che serve a collocare il nucleo nella fascia corretta.

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Rivalutazione 2026: come cambiano gli importi e le fasce ISEE

Per il 2026 l’indice FOI è stato fissato a +1,4% (contro lo 0,8% del 2025), con un adeguamento automatico degli importi AUU e delle soglie ISEE. La prima fascia ISEE (quella che dà diritto all’importo massimo) sale a circa 17.468 euro, mentre il tetto oltre il quale si prende solo il minimo arriva a circa 46.583 euro: una famiglia con ISEE pari a 17.300 euro, che nel 2025 era in seconda fascia, potrà così tornare in prima fascia e ricevere di più a parità di reddito.

Gli importi base cresceranno invece di poco: il minimo passa da circa 57,5 a circa 58 euro al mese, mentre il massimo per figlio nella prima fascia sale da 201 a circa 203–204 euro.

Maggiorazioni: cosa cambia e cosa no

Restano invariati gli extra legati alla disabilità, che non dipendono dall’ISEE: per i figli non autosufficienti, con disabilità grave o media continuano a essere riconosciute maggiorazioni fisse mensili, così come il piccolo extra per le madri under 21 (23,3 euro aggiuntivi). Continuano invece a rivalutarsi in base alle fasce ISEE le maggiorazioni per il terzo figlio e successivi (fino a 99,1 euro mensili) e per il secondo percettore di reddito (fino a 34,9 euro al mese), che restano più alte nelle fasce ISEE basse e si riducono man mano che l’indicatore cresce.


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Tempistiche degli aumenti e ISEE da aggiornare

In genere, gli importi aggiornati decorrono da gennaio ma vengono pagati effettivamente dall’INPS soltanto da febbraio, con il conguaglio di gennaio erogato sulle mensilità successive. Si ricorda inoltre che l’ISEE 2025 scade il 31 dicembre 2025, quindi senza un nuovo ISEE, da marzo 2026 l’INPS pagherà automaticamente l’importo minimo di circa 58 euro. Presentando la DSU entro il 28 febbraio 2026, invece, anche la rata di marzo sarà adeguata alla fascia corretta, mentre fino al 30 giugno sarà ancora possibile recuperare eventuali arretrati delle mensilità intermedie.

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