L’assegno unico arriva con un bonus secondo figlio: aumenti in vista per chi infatti ha più di un figlio a carico. Ecco cosa dicono le nuove disposizioni.
Assegno unico bonus secondo figlio: l’assegno unico potenziato
Assegno unico potenziato, questa la dicitura “tecnica” dietro la novità del Governo. La nuova Legge di bilancio è alle porte, e con essa anche eventuali rimodulazioni dell’assegno unico universale, con particolare attenzione agli incentivi alla natalità.
Se da una parte abbiamo i bonus relativi ai figli, con particolare focalizzazione sul terzo figlio per quel che riguarda l’assegno unico, dall’altra troviamo anche pacchetti di misure di detassazione per le famiglie numerose. L’assegno unico verrà dunque implementato per famiglie con 3 figli o più.
Il nuovo bonus figli “sarà focalizzato sul terzo figlio, mentre per il secondo è allo studio un pacchetto di altre misure”, ha riferito il ministro Eugenia Roccella.
Previsti inoltre azzeramenti IRPEF per famiglie con 3 figli o più.
La natalità è ai minimi storici, “servono altre misure”.
Che la natalità sia oramai giunta ai minimi storici non è di certo un mistero, e per questo il Governo sta studiando alcuni pacchetti di sostegno alla natalità, prima fra tutte l’assistente materna.
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L’assistente materna sarebbe una figura di nuova forgia, presa in prestito dai modelli del nord-europa, e consistente in una figura professionale a metà tra una babysitter e una pediatra. E’ una figura che eviterebbe alle mamme lo stress post-partum, e infatti agisce ed opera prevalentemente nei primi sei mesi di vita del bambino.
L’assistente materna sostiene sia telefonicamente la mamma che anche a domicilio, spiegandole ad esempio come cambiare il pannolino al piccolo, come fargli il bagnetto, come gestire i capricci e come comportarsi quando il piccolo non sta bene. Insomma, una sorta di “tata” ma con una marcia in più.
Natalità in Italia: cosa dicono i dati ISTAT
Sempre più spesso i nuclei familiari sono composti da coppie senza figli, quando le cose vanno “meglio”, i nuclei arrivano a concepire al massimo un figlio. L’Italia sta piano piano diventando la nazione dei figli unici, e lo dicono i dati ISTAT.
Secondo le previsioni l’Italia passerà da 59 milioni di abitanti a 45 milioni entro il 2080.Questo provocherà come ovvio la scomparsa di milioni di posti di lavoro, e senza una nuova forza lavoro sarà inevitabile dover rivedere il sistema pensionistico.
Per Roccella, la denatalità è sintomo di un problema radicato e profondo, che non può e non deve essere trascurato: “La denatalità è una spia del fatto che il Paese è incartato su se stesso. In Italia un 30% di famiglie sono composte da una sola persona, un 30% di coppie è senza figli ed un altro 30% è composto da coppie con un solo figlio”, ha dichiarato Roccella.
“La Campania sta messa sicuramente meglio rispetto alla Liguria ma questo non è solo un problema italiano ma europeo. Il governo ha rimesso al centro natalità, famiglia e vitalità. Non possiamo sostituire la nostra natalità con la presunta immigrazione ma dobbiamo renderci conto che anche gli immigrati che vivono in Italia acquistano le nostre abitudini, cioè smettono di fare figli”, ha aggiunto.
Per Roccella è necessario un “cambiamento culturale“, dove viene insegnato che “fare un figlio non deve essere una penalità ma una premialità. Nella prossima legge di bilancio vogliamo attivare anche altri strumenti per facilitare la nascita del secondo e terzo figlio. Noi vogliamo dare aiuti, servizi e strumenti del welfare aziendale, così da rendere il secondo figlio un’ipotesi fattibile”.
Quali figli rientrano nell’assegno unico?
Rientrano nell’assegno unico tutti i figli fino a 21 anni che siano ancora a carico del nucleo familiare, e senza limiti di età se disabili.
Tuttavia, dal 18esimo anno di vita in poi, l’assegno unico viene assegnato in maniera decrescente fino al compimento del 21esimo anno di età.