Assegno unico e inizio attività lavorativa: può spesso essere motivo di dubbi e incertezze una simile circostanza. Tanti percettori dell’AUU si chiedono se quando iniziano una nuova attività lavorativa devono dichiarare il tutto a INPS e se quindi questo comporterà una diminuzione dei loro importi AUU. Cosa fare in caso di inizio di una nuova attività?
Assegno unico e inizio attività lavorativa: cosa fare?
Può succedere che per svariati motivi una famiglia richieda AUU quando magari uno dei due genitori è senza lavoro. Pensiamo ad esempio a una coppia che ha appena avuto un bambino, la cui mamma al momento della nascita del piccolo era magari disoccupata.
E’ chiaro che in quel caso l’importo AUU era stato calcolato sulla base dell’ISEE dichiarato dalla famiglia al momento della domanda; ISEE che era quindi privo delle entrate maggiorate che la nuova posizione lavorativa ricoperta dalla mamma, ora, apporta al nucleo familiare.
Se la mamma dovesse dunque trovare un lavoro e iniziare a lavorare, dovrebbe dichiararlo? La risposta è no. A differenza di altri sostegni, come ad esempio ADI o Naspi, la nuova posizione lavorativa non comporta un obbligo il percettore di dover presentare un modello a rettifica dei redditi percepiti.
Per AUU fa infatti fede il solo ISEE (e non il reddito familiare).
ISEE e AUU: cosa comprende?
L’ISEE riporta la situazione economica familiare di un nucleo. Infatti, è l’acronimo di Indicatore della Situazione Economica Equivalente.
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L’ISEE ordinario fa sempre riferimento alla situazione economica relativa ai due anni precedenti al calcolo. Questo significa dunque che nel momento in cui si presenta domanda per AUU, il nucleo è tenuto a dichiarare i soli redditi percepiti nei due anni antecedenti alla domanda.
E’ logico quindi che nel caso in cui uno dei componenti del nucleo (nel nostro esempio, la madre) trovi lavoro nel corso dell’anno corrente, non dovrà dichiarare nulla né subirà modifiche agli importi AUU, giacché l’importo è calcolato sulla base dell’ISEE dei due anni antecedenti.
L’importo AUU può diminuire?
Per rispondere quindi alla domanda sul se l’importo può diminuire, la risposta è dunque no. L’importo AUU, quando si trovi lavoro nel corso dell’anno, non diminuirà.
Potrà semmai diminuire nel momento in cui sarà necessario presentare un nuovo ISEE, perché il vecchio non ha più valenza, e si renderà pertanto necessario dichiarare (ovviamente) i redditi percepiti anche da quel genitore che prima si trovava senza lavoro e ha poi trovato impiego.
Posso perdere l’AUU?
L’assegno unico e universale e il relativo diritto ad esso si può perdere in una limitata serie di casi, che sono in verità connessi al normale “esaurirsi” del sussidio per ragioni anagrafiche relative ai figli.
Stiamo parlando del caso in cui i figli compiano il 21esimo anno di età. In quel caso, dopo il 21esimo anno di età, viene meno il diritto di percepire l’AUU (fatta eccezione per i figli disabili, per i quali invece non vi sono limiti di età).
I figli dai 18 ai 21 anni, invece, continuano ad avere diritto all’AUU ma in forma “ridotta” solo quando:
- frequentino un corso di formazione scolastica o professionale oppure un corso di laurea;
- svolgano un tirocinio o un’attività lavorativa ma con un reddito al di sotto degli 8.000 euro;
- siano registrati come disoccupato e in cerca di un lavoro presso un Centro per l’Impiego;
- svolgano il servizio civile universale.