Contratti statali, si attendono aumenti fino a 190 euro. Sul tavolo delle trattative per il nuovo contratto degli statali, in questi giorni è arrivato il piatto forte di ogni negoziato: i numeri della parte economica. E quando nelle bozze discusse all’Aran compaiono le tabelle con le cifre, vuol dire che il confronto punta a entrare nel vivo. Si vedrà alla ripresa di settembre se la strada imboccata porterà in fretta alla firma della pre-intesa o se si dovrà aspettare il 2025; in uno scenario nel quale molte variabili si muovono lontano dalle stanze in cui si discute il contratto.
Gli aumenti salariali nei contratti statali fino a 190 euro
Le cifre discutono un aumento medio mensile che si aggira intorno ai 160 euro lordi, ma che può arrivare a 190 euro nei rami più “ricchi” della Pubblica amministrazione centrale. Questi aumenti sono stati delineati sulla base delle diverse categorie presenti nel comparto delle Funzioni centrali, che comprende circa 122mila ministeriali, quasi 38mila dipendenti delle agenzie fiscali e 37mila persone che lavorano negli enti pubblici non economici come Inps e Inail. I salari medi dei ministeriali sono generalmente più contenuti, mentre negli enti pubblici non economici le retribuzioni tendono ad essere più elevate.
Il testo presentato dall’Aran indica gli incrementi salariali come segue:
- operatori: 110,4 euro;
- assistenti: 116,1 euro;
- funzionari: 141 euro;
- elevate professionalità: 193,9 euro.
Questa ultima categoria, creata dal precedente rinnovo contrattuale, è destinata a una fascia di quadri tecnici della Pubblica amministrazione che sta iniziando a popolarsi ora, con ritmi diversi a seconda delle scelte delle singole amministrazioni. Oltre agli aumenti tabellari, l’Aran ha previsto ulteriori 30 euro medi al mese finanziati dall’ultima manovra, con variazioni significative tra i settori:
- ministeri: 14 euro;
- agenzie fiscali: 45 euro;
- enti pubblici: 58 euro.
Questi fondi potrebbero essere destinati al trattamento accessorio o, in parte, a rafforzare ulteriormente gli stipendi base.
Reazioni sindacali e prospettive future
Le reazioni sindacali sono state variegate. La Cgil ha sottolineato che i fondi disponibili sono considerati scarsi, esortando il Governo a mettere ulteriori risorse nella prossima legge di bilancio. Antonio Naddeo, presidente dell’Aran, ha descritto il dialogo come “vivace ma costruttivo”, affermando che l’Aran è aperta alle migliori soluzioni e pronta ad accelerare le trattative.
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Le bozze attuali rappresentano un significativo passo avanti rispetto alle offerte delle passate tornate contrattuali, che avevano avuto aumenti più modesti in relazione alle dinamiche dei prezzi dell’epoca. Tuttavia, gli aumenti proposti non coprono completamente l’inflazione elevata del periodo recente, che avrebbe richiesto un impegno finanziario insostenibile di 32 miliardi di euro.
Il testo contrattuale affronta anche temi non economici, completando molti percorsi avviati dal contratto 2019/21. Tra questi, il lavoro agile, modulabile con la contrattazione integrativa, e la proroga al 30 giugno 2025 delle progressioni in deroga ai titoli di studio richiesti dai nuovi ordinamenti. La Cgil chiede di estendere questa deroga per tutto il prossimo anno, mentre la Flp propone interventi sull’attuazione dell’area delle elevate professionalità, sul diritto alla carriera, sul lavoro agile e sul welfare aziendale.