Formazione sicurezza sui luoghi di lavoro per part-time. La recente sentenza della Corte di Cassazione conferma che il lavoratore part time può essere obbligato a seguire una formazione sulla sicurezza anche al di fuori dell’orario di lavoro concordato, e il rifiuto di partecipare a tale formazione può costituire un giustificato motivo oggettivo per il licenziamento.
Formazione sicurezza sul lavoro: la sentenza della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione, con la sentenza numero 20259/2023, ha esaminato un caso in cui un lavoratore part-time è stato licenziato per giustificato motivo oggettivo poiché ha rifiutato di partecipare a un corso di formazione obbligatorio sulla sicurezza del lavoro, poiché alcune ore del corso si estendevano al di fuori dell’orario concordato con l’azienda.
La controversia ruota attorno all’obbligo del datore di lavoro di fornire la formazione sulla sicurezza durante le fasce orarie che eccedono l’orario ridotto concordato con il lavoratore part-time.
La Corte di Cassazione ha chiarito che l’articolo 37, comma 12, del decreto legislativo 81/2008 stabilisce che la formazione deve avvenire “durante l’orario di lavoro“, ma tale concetto deve essere interpretato in maniera ampia, includendo ogni periodo in cui il lavoratore presta attività lavorativa, anche al di fuori dell’orario ordinario.
Secondo la Suprema Corte, l’importanza della sicurezza sul posto di lavoro e la necessità di fornire una formazione adeguata per prevenire rischi per la salute e la sicurezza di tutti, lavoratori e terzi, hanno la precedenza sull’orario concordato nel contratto part-time.
Pertanto, l’espressione “orario di lavoro” comprende anche le fasce orarie in cui il lavoratore può essere chiamato a svolgere attività lavorativa oltre l’orario ordinario. Nel caso affrontato dalla sentenza, la formazione ricadeva in un periodo considerato “lavoro supplementare“, e quindi il datore di lavoro aveva il diritto di richiederla, e il lavoratore non poteva rifiutarsi di partecipare al corso, a meno che non avesse comprovate esigenze lavorative, di salute, familiari o di formazione professionale.
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Formazione sicurezza sui luoghi di lavoro per part-time: si può rifiutare?
Il lavoratore part time non può rifiutarsi di seguire un corso di formazione obbligatorio in materia di sicurezza, anche se questo eccede l’orario previsto dal proprio contratto, ma rientra nei limiti massimi previsti dalla legge. In tali circostanze, la prestazione delle ore di formazione eccedenti l’orario ridotto costituisce “lavoro supplementare” e, come tale, non può essere rifiutata dal dipendente.
È fondamentale comprendere la differenza tra “lavoro supplementare” e “lavoro straordinario”:
- Il lavoro supplementare è costituito dalle ore di lavoro che eccedono i limiti del part-time ma sono ancora all’interno dei limiti di un normale contratto di lavoro full-time.;
- Il lavoro straordinario comprende le ore di lavoro che eccedono le 40 ore settimanali, indipendentemente dal tipo di contratto.
È importante sottolineare che, indipendentemente dal fatto che il dipendente svolga lavoro supplementare o straordinario, l’orario di lavoro settimanale complessivo non può superare le 48 ore, conformemente alle normative sulla durata massima del lavoro. Questa disposizione è stata introdotta per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori e per evitare situazioni di sfruttamento lavorativo eccessivo.
Pertanto, il dipendente part time è tenuto ad adempiere alle ore di formazione obbligatorie che eccedono l’orario normale del suo contratto, fintanto che tali ore rientrano nei limiti massimi consentiti dalla legge e non portano l’orario di lavoro settimanale complessivo oltre le 48 ore.
Quali sono i rischi?
Il lavoratore part time che rifiuta di svolgere un corso di formazione con ore di lavoro “supplementari” rispetto al proprio contratto può essere soggetto al licenziamento, ma non per motivi disciplinari. Invece, il licenziamento avverrebbe per “giustificato motivo oggettivo“, che si riferisce a ragioni organizzative e produttive legate all’azienda.
Questa forma di licenziamento ha un impatto pratico significativo: il lavoratore interessato non riceverà una lettera di contestazione dell’addebito e non avrà il diritto di disporre dei canonici cinque giorni per presentare le proprie difese. Al contrario, subirà un licenziamento immediato, sebbene sia ancora tenuto a rispettare il periodo di preavviso previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro.
È importante sottolineare che il licenziamento per “giustificato motivo oggettivo” è basato su esigenze aziendali oggettive e non è una sanzione disciplinare per una condotta scorretta del lavoratore. In questo caso specifico, il rifiuto di svolgere il corso di formazione rappresenta un’omissione in termini di adempimento degli obblighi lavorativi legati alla sicurezza, il che potrebbe essere considerato un giustificato motivo oggettivo per la risoluzione del rapporto di lavoro da parte del datore di lavoro.
Quando si può rifiutare un “lavoro supplementare”?
L’orario di formazione che si colloca al di fuori dell’orario part time concordato viene definito come “lavoro supplementare”, poiché il dipendente è tenuto a dedicare delle ore aggiuntive rispetto a quelle stabilite dal proprio contratto di lavoro. Questo tipo di prestazione può essere richiesto dal datore di lavoro, ma il dipendente ha la possibilità di rifiutarsi solo in presenza di comprovate esigenze lavorative, di salute, familiari o di formazione professionale.
Il lavoratore part time è soggetto agli obblighi contrattuali e alle normative del lavoro in modo simile al lavoratore full-time, ma con la peculiarità di un orario ridotto. Tuttavia, l’orario di lavoro può essere esteso temporaneamente in base alle esigenze dell’azienda, includendo la partecipazione a corsi di formazione sulla sicurezza o altre attività formative.
È importante sottolineare che il rifiuto di svolgere il lavoro supplementare, come ad esempio la formazione obbligatoria, può essere giustificato solo se il dipendente dimostra di avere delle valide ragioni, come impegni familiari, motivi di salute o corsi di formazione professionale rilevanti per la sua carriera. In assenza di tali ragioni, il lavoratore non può opporsi alla richiesta del datore di lavoro di partecipare alla formazione obbligatoria durante le fasce orarie aggiuntive.
Corso formazione sicurezza sul lavoro: l’obiettivo
L’obbligo di formazione in materia di sicurezza ha come obiettivo principale la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori sul posto di lavoro. La formazione adeguata è fondamentale per prevenire rischi e incidenti, fornendo una protezione sia per il singolo lavoratore che per l’intera comunità dei dipendenti e le terze persone che interagiscono con l’ambiente lavorativo.
La sentenza della Corte di Cassazione sottolinea l’importanza dell’adempimento di questo obbligo da parte del datore di lavoro. È essenziale che il datore di lavoro assicuri ai propri dipendenti una formazione adeguata in materia di sicurezza, poiché ciò contribuisce a creare un ambiente lavorativo sicuro e protetto.