Bonus bebè da 1.100 euro, come funziona e a chi spetta

Redazione

16 Settembre 2025

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Il Trentino-Alto Adige è pronto a lanciare un’iniziativa unica in Italia: un bonus bebè da 1.100 euro per incentivare l’iscrizione dei nuovi nati a un fondo di previdenza complementare. Il provvedimento, che potrebbe essere approvato dal Consiglio regionale il 17 settembre, mira a rafforzare le basi economiche delle future generazioni fin dalla nascita. Ecco qui sotto tutti i dettagli.

Come funziona il bonus bebè pensione in Trentino-Alto Adige

Il bonus bebè proposto dal Trentino-Alto Adige prevede un contributo immediato di 300 euro, che sarà versato sul fondo pensione dedicato al neonato o adottato. Ma il supporto non si ferma qui: per i quattro anni successivi, la Regione garantirà un ulteriore versamento annuo di 200 euro – a condizione che la famiglia versi almeno 100 euro ogni anno sullo stesso fondo. In questo modo, il totale del bonus potrà raggiungere i 1.100 euro per ogni bambino, sommandosi alle risorse familiari e agli eventuali rendimenti.

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Chi può accedere al bonus

A differenza di molti altri bonus, qui non conta l’ISEE della famiglia, ma solo il requisito di residenza: possono fare richiesta solo i nuclei familiari che vivono in Trentino-Alto Adige da almeno tre anni. Inoltre, non basta la residenza temporanea, ma è necessario che anche negli anni successivi alla nascita si continui a vivere in regione per beneficiare dei versamenti annuali.

La misura, se approvata, coprirà tutti i bambini nati dal 1° gennaio 2025 e, in via straordinaria, anche i piccoli nati a partire dal 2020 che non abbiano ancora compiuto 5 anni. Non è ancora chiaro, però, se per questi ultimi saranno previsti versamenti arretrati.

Cos’è la previdenza complementare e perché è importante

Parliamo di previdenza complementare quando ci riferiamo a quei fondi pensione privati che permettono di accumulare, nel tempo, una sorta di “seconda pensione” oltre a quella dell’INPS. I versamenti effettuati possono maturare nel corso degli anni e offrire, al momento della pensione, una rendita aggiuntiva per affrontare con più serenità la vita da pensionati.

Un’iniziativa che punta a cambiare la cultura del risparmio

Secondo l’Assessore regionale alla previdenza sociale, Carlo Daldoss, il nuovo bonus non è solo un aiuto economico, ma anche un’opportunità culturale: “La misura guarda al lungo periodo e nasce dalla consapevolezza che, con il passaggio ormai consolidato al sistema contributivo, le pensioni future saranno sensibilmente inferiori rispetto a quelle del passato. Si tratta di una spinta culturale che coinvolge le famiglie con un intervento di welfare per costruire un futuro ai ragazzi. Una specie di dote che potrà essere anche sfruttata in base ai vari regimi di anticipazione previsti dalla previdenza complementare per portare a termine dei progetti di vita”.


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Copertura economica e altre regioni a confronto

Per sostenere la misura, sono stati stanziati 3,2 milioni di euro per la fase iniziale, che poi diventeranno 2 milioni annui a regime. Un modello che guarda anche ad altre esperienze europee – come la paghetta previdenziale che debutterà in Germania dal 2026 – e a iniziative locali come quella attivata dal Friuli-Venezia Giulia, dove è previsto un sostegno di 200 euro per i figli minori iscritti a un fondo pensione, ma solo per famiglie con Carta famiglia e ISEE sotto i 35.000 euro.

Insomma, il Trentino-Alto Adige si candida a diventare la prima regione italiana a premiare tutte le famiglie con nuovi nati con un incentivo alla pensione di scopo universale. L’obiettivo è dare un futuro più solido alle nuove generazioni, iniziando a costruire una pensione già dalla culla. E chissà che altre regioni in Italia non decidano di seguire presto questo esempio virtuoso.