Il bonus bollette, pensato per offrire un aiuto concreto contro la povertà energetica, si sta rivelando un flop clamoroso. Lo dicono i dati ISTAT, secondo cui la misura raggiunge meno della metà delle famiglie che ne avrebbero davvero bisogno, e si sta allontanando sempre di più dal suo obiettivo originale: garantire a tutti la possibilità di vivere dignitosamente. Ecco tutti i dettagli.
Bonus bollette, perché non sta funzionando
Il bonus sociale per le bollette di luce e gas nasce come strumento per combattere la cosiddetta povertà energetica: quella situazione in cui milioni di famiglie non riescono più a riscaldare o raffrescare la casa in modo adeguato, né a usare gli elettrodomestici essenziali per una vita dignitosa. Tuttavia, stando agli ultimi dati diffusi dall’ISTAT, il bonus si rivela oggi una misura largamente insufficiente e incapace di raggiungere la maggior parte di chi ne avrebbe davvero bisogno.
Poco meno della metà dei nuclei familiari vulnerabili, infatti, riceve davvero questo aiuto. Nel 2024, il 52,6% delle famiglie in difficoltà non ha avuto accesso ad alcun sostegno sulle bollette, mentre il 30% ha ottenuto il bonus ma resta in situazione problematica. E soltanto il 17% può davvero dire di averne beneficiato al punto da migliorare la propria condizione energetica.
Dal boom delle agevolazioni alla frenata attuale
Questa situazione rappresenta un netto passo indietro rispetto a quanto accadeva nei momenti più duri della crisi energetica. Tra il 2022 e il 2023, complici le misure straordinarie varate prima dal Governo Draghi e poi da quello Meloni, le soglie ISEE erano state innalzate fino a 15.000 euro. Il risultato? Nel 2022 i beneficiari erano quasi 3,5 milioni, nel 2023 addirittura 4,5 milioni, e il 38% delle famiglie in povertà energetica era riuscito a sollevarsi proprio grazie al bonus sociale sulle bollette. L’impatto era stato percepibile e concreto, in particolare per le famiglie più numerose e per gli anziani che vivevano soli.
Con il ritorno a regole ordinarie, e il taglio delle soglie ISEE, il bonus ha tuttavia perso efficacia. Oggi, la maggior parte delle famiglie in difficoltà resta fuori dal meccanismo, anche perché i prezzi di luce e gas non sono mai tornati ai livelli pre-crisi: ad esempio, il gas costa ancora circa il 25% in più rispetto al 2021.
Prezzi dell’energia troppo alti
Il rincaro dell’energia è un altro nodo irrisolto che incide pesantemente sull’efficacia delle misure di sostegno. Per molte famiglie, la bolletta resta una delle spese più pesanti del bilancio domestico. La fine delle misure d’emergenza e il rialzo dei prezzi si sono rivelati un mix micidiale: da un lato vengono meno aiuti fondamentali, dall’altro i prezzi restano ostinatamente alti. Risultato: cresce il numero delle famiglie che, ogni mese, si trova a dover scegliere se pagare bollette, spese alimentari o altre necessità di base.
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Limiti strutturali del bonus e richieste di riforma
Le critiche delle associazioni dei consumatori puntano il dito su diversi aspetti problematici del meccanismo attuale. Marco Vignola, dell’Unione Nazionale Consumatori, propone un allargamento delle soglie ISEE e una maggiore flessibilità, per avere una platea più ampia e davvero bisognosa. Ma non è tutto: secondo Fabrizio Ghidini di Federconsumatori, l’ISEE – principale parametro di accesso – è ormai inadatto a individuare la reale condizione di fragilità economica. Non tiene conto, ad esempio, dei consumi reali della famiglia, della grandezza dell’abitazione, e nemmeno dell’efficienza degli impianti domestici.
Per molti, il bonus sociale resta così un palliativo, che rischia di escludere proprio le categorie più vulnerabili e di limitarsi a ridurre – ma non eliminare – la povertà energetica in Italia.
Verso una nuova strategia: le possibili soluzioni
Alla luce di questi dati, le associazioni chiedono un ripensamento integrale della misura. Tra le proposte più concrete ci sono:
- Una revisione delle soglie ISEE per allargare la platea dei beneficiari
- Un sistema di calcolo che tenga conto dei consumi effettivi, delle dimensioni dell’abitazione e della resa energetica
- L’eliminazione delle cosiddette “bollette a credito”, e una semplificazione generale dell’accesso al bonus
- Una maggiore attenzione alle situazioni di fragilità specifica, come le famiglie numerose o quelle con persone anziane o con disabilità.
Insomma, oggi il bonus bollette rischia di trasformarsi in un semplice cerotto su una ferita sempre più ampia. I numeri dell’ISTAT parlano chiaro: in pochi riescono davvero ad uscire dalla trappola energetica grazie a questo aiuto. E troppi restano invece esclusi dai meccanismi di accesso.
Serve quindi una riforma coraggiosa, capace di guardare in faccia alla realtà delle famiglie italiane, fatta di bisogni concreti, bollette sempre più salate e risorse sempre più difficili da trovare. Senza un intervento strutturale, il bonus energia resterà solo uno slogan, lasciando ancora una volta senza risposte chi ha più bisogno.