Una modifica retroattiva al bonus nido sta mandando nel panico migliaia di famiglie italiane. Il bonus, dallo scorso 4 aprile, viene fornito solo se l’intestatario della fattura coincide con chi ha fatto richiesta all’INPS per l’agevolazione. Ecco spiegati, dunque, i ritardi nell’erogazione dei rimborsi: i controlli si sono allungati, dato che la modifica dei requisiti è retroattiva, e sono migliaia e migliaia le domande da verificare. Se andrà bene, i primi pagamenti del bonus si sbloccheranno tra fine luglio e agosto 2025. Ma vediamo meglio tutti i dettagli qui sotto.
Bonus nido 2025, perché i rimborsi sono fermi
Si fermano i rimborsi del bonus nido 2025. Non per una mancanza di fondi, come qualcuno aveva ipotizzato, ma per controlli sulla documentazione che sono aumentati vertiginosamente. E il tutto perché, lo scorso 4 aprile, l’INPS ha introdotto novità sostanziali sul bonus tramite la circolare n.1165. Con modifiche retroattive sui requisiti che quindi riguarderanno anche le domande per l’anno 2024.
Lo scorso anno la normativa era invece diversa. Bastava che la spesa fosse stata sostenuta da uno dei due genitori, e non era invece necessario che il genitore fosse lo stesso che aveva inoltrato la richiesta. Ora, l’intestatario della fattura dovrà coincidere per forza con chi ha fatto richiesta del bonus. Motivo per cui, come hanno segnalato moltissime famiglie di recente, diverse domande risultano accolte ma con la procedura ancora ferma sullo stato “in lavorazione”. E quindi il pagamento non risulta ancora erogato. Tutto dipenderà, a questo punto, dalla velocità con cui procederanno i controlli INPS sulle domande.Quando si sbloccheranno i pagamenti del Bonus nido
In base alle ultime indiscrezioni INPS, i primi pagamenti del bonus nido dovrebbero comunque arrivare tra la fine di luglio 2025 e l’inizio di agosto. Ma riguarderanno solo i nuclei familiari con una documentazione impeccabile. Mentre coloro che hanno presentato domande errate (a volte senza saperlo, dato che ancora le rettifiche INPS non erano arrivate), potrebbero dover attendere ancora per l’erogazione. E in alcuni casi, purtroppo, potrebbe verificarsi anche il respingimento della richiesta da parte dell’Istituto.
Cosa fare per evitare problemi
Dato che le verifiche INPS sono in atto attraverso procedure manuali, ci vorrà tempo affinché tutte le domande del bonus vengano passate al setaccio. Ma intanto, è comunque consigliabile, per evitare spiacevoli sorprese o rifiuti:
- Controllare che tutte le quietanze o fatture relative alle quote siano intestate al medesimo soggetto che ha fatto domanda per il bonus
- Verificare che il versamento sia stato eseguito dalla stessa persona
- Produrre una documentazione completa, comprensiva di informazioni relative all’ente (denominazione, codice fiscale) e al minore
- Verificare la presenza e la validità dell’ISEE minorenni all’interno della propria domanda
- Specificare i mesi per i quali si richiede il rimborso, allegando i relativi giustificativi.
Il Bonus nido e la scadenza (tassativa) del 31 luglio
Bisogna infine ricordare un dettaglio non trascurabile. Cioè il fatto che, nonostante per quest’anno il bonus sia richiedibile dal 1° gennaio al 31 dicembre, esiste un’altra scadenza tassativa che non va dimenticata. Entro il 31 luglio, infatti, le attestazioni di pagamento delle rette versate nel 2024 devono pervenire all’INPS.
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Quanto alle somme erogate, per il 2025 potranno oscillare tra i 1.500 euro e un tetto massimo di 3.600 euro. E verranno fornite o a rate (massimo 11, da gennaio a dicembre) oppure in un’unica soluzione entro il 31 dicembre di ogni anno. Per fare domanda, basterà:
- Effettuare l’accesso al sito INPS con Spid, Cie o Cns
- Digitare nel campo di ricerca le parole ‘Bonus nido’
- Selezionare tra i risultati la voce “Bonus asilo nido e forme di supporto presso la propria abitazione”
- Inoltrare la domanda.