Il Bonus Rosa 2025 è una nuova misura annunciata dal governo italiano con l’obiettivo di fornire un supporto economico alle donne disoccupate. L’iniziativa, prevista per entrare in vigore il prossimo anno, è stata presentata dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni come uno strumento per aiutare le donne a sostenere le spese quotidiane mentre cercano una nuova occupazione, offrendo una soluzione inversa al bonus mamme lavoratrici. Tuttavia, l’incentivo ha sollevato diversi interrogativi, sia per le modalità di erogazione che per la sua inclusività.
Come funziona il Bonus Rosa 2025?
Il Bonus Rosa 2025 si presenta come un assegno mensile destinato alle donne senza lavoro, con l’obiettivo di alleggerire il carico economico familiare. Tuttavia, non tutte le donne disoccupate potranno accedervi: l’incentivo è riservato a coloro che fanno parte di nuclei familiari in cui il reddito annuo complessivo non supera determinate soglie.
A quanto ammonta il Bonus Rosa?
L’importo del bonus varia in base al reddito dichiarato:
- 800 euro mensili per redditi fino a 15.000 euro annui;
- 700 euro mensili per redditi fino a 40.000 euro annui.
Oltre la soglia dei 40.000 euro, l’importo dell’incentivo si riduce progressivamente fino ad azzerarsi per i redditi superiori a 80.000 euro annui.
Come viene erogato?
Un aspetto che ha fatto discutere è la modalità di erogazione del Bonus Rosa. Le somme previste non saranno accreditate direttamente alle donne beneficiarie, ma verranno caricate come detrazione fiscale sul Modello 730 del coniuge lavoratore. Questo dettaglio sottolinea una gestione indiretta del supporto economico, vincolandolo alla situazione fiscale del coniuge.
Un bonus poco inclusivo?
Nonostante l’iniziativa miri a supportare le donne in difficoltà, alcune caratteristiche del Bonus Rosa sollevano dubbi sulla sua effettiva efficacia e inclusività. In primo luogo, il sostegno economico è riservato esclusivamente alle donne sposate, escludendo quindi quelle che vivono da sole o in unioni civili. Questo limite rischia di creare disparità e lasciare fuori una fascia significativa della popolazione femminile, come le donne single o le madri sole, che potrebbero avere altrettanto bisogno di un sostegno economico.
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Chi è il vero beneficiario del Bonus Rosa?
Una delle principali critiche rivolte al Bonus Rosa riguarda il fatto che la misura è tecnicamente uno sgravio fiscale per il coniuge lavoratore. Questo significa che l’effettivo beneficiario del sostegno non è la donna disoccupata, ma il partner che presenta la dichiarazione dei redditi e dichiara la moglie a carico. Tale impostazione potrebbe creare una dinamica di dipendenza economica e compromettere l’autonomia delle donne, andando contro l’obiettivo di emancipazione economica che dovrebbe essere alla base della misura.
Il Bonus Rosa 2025 rappresenta un tentativo del governo di affrontare la disoccupazione femminile, ma le sue modalità di erogazione e i requisiti di accesso lasciano spazio a perplessità. L’assegno mensile, seppur utile per alleggerire le spese quotidiane, rischia di trasformarsi in un supporto indiretto al nucleo familiare, piuttosto che un vero strumento di empowerment per le donne. Inoltre, l’esclusione delle donne non sposate pone interrogativi sulla reale capacità del Bonus Rosa di essere una misura inclusiva e universalmente accessibile.