La Legge 131/2025 lancia una spinta decisiva per la valorizzazione delle aree montane italiane, abbinando il lavoro agile agli incentivi economici per chi sceglie di trasferirsi nei piccoli borghi. Il nuovo bonus smart working mira infatti a ripopolare i paesi di montagna e a decongestionare le città, offrendo vantaggi sia ai lavoratori che alle aziende che promuovono il lavoro da remoto. Ecco tutti i dettagli.
Bonus smart working, un’opportunità per imprese e lavoratori
L’articolo 26 della nuova Legge 131/2025 introduce un esonero contributivo del 100% per i datori di lavoro che consentono ai dipendenti di svolgere la propria attività lavorativa in smart working, trasferendosi però in un Comune montano sotto i 5.000 abitanti. Questo beneficio, applicabile per gli anni 2026 e 2027, può arrivare fino a 8.000 euro annui per ogni dipendente, con esclusione però dei premi INAIL. Dal 2028 il vantaggio si ridurrà poi al 50% dei contributi (massimo 4.000 euro), scendendo al 20% (massimo 1.600 euro) nel 2030.
Chi può accedere al bonus smart working montagna
L’agevolazione è pensata per i lavoratori assunti a tempo indeterminato, di età inferiore ai 41 anni e residenti in Comuni non montani che scelgono di trasferirsi in un piccolo centro di montagna. Il cambio di residenza è un requisito fondamentale.
Le aziende potranno accedere all’agevolazione rispettando i limiti del regime ‘de minimis’, e il contributo sarà concesso entro le risorse annuali stanziate: 18,5 milioni per il 2026, 21,8 milioni per il 2027, 12,5 milioni per il 2028, 10,9 milioni per il 2029 e 5,4 milioni per il 2030.
Altri vantaggi per chi compra casa in montagna
Oltre al bonus smart working, per incentivare al trasferimento nei piccoli Comuni montani sono previste altre agevolazioni dirette per le persone fisiche. Chi trasferisce la residenza in un comune di montagna, ad esempio, può beneficiare di un credito d’imposta pari al 60% delle rate annuali del finanziamento acceso per acquistare o ristrutturare la prima casa, fino a un massimo di 500 euro all’anno.
Inoltre, per rendere ancora più attrattivo il trasferimento dei lavoratori pubblici nei centri montani, è previsto un altro incentivo mirato al personale scolastico e sanitario: un credito d’imposta del 60% sul canone di affitto annuo, fino a un massimo di 2.500 euro.
In sintesi, il bonus smart working e le altre agevolazioni collegate rappresentano una leva concreta per rilanciare la vita nei borghi montani, grazie a una serie di detrazioni e contributi pensati su misura. Un passo importante, dunque, verso la rinascita delle nostre montagne e un modello di sviluppo sostenibile che guarda dritto al futuro.
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