La dichiarazione dei redditi prevede alcune spese detraibili per i contribuenti. Come le spese sanitarie, che tuttavia non danno sempre diritto a detrazioni. La domanda che sorge spontanea è quindi la seguente: come bisogna pagare le spese sanitarie, per essere certi di ottenere detrazioni? Meglio in contanti o invece con mezzi di pagamento tracciabile? Vediamo i dettagli e tutte le casistiche possibili qui sotto.
Spese sanitarie detraibili, come pagare
Presto l’Agenzia delle Entrate metterà a disposizione dei contribuenti i nuovi modelli per la dichiarazione dei redditi 2025. E a partire dal 30 aprile, tutti i contribuenti potranno consultare il proprio modello 730 precompilato. Ovviamente, come ogni anno le spese mediche e sanitarie detraibili faranno parte dell’insieme di dati che il Fisco indicherà in dichiarazione dei redditi precompilata, ma occorre fare attenzione. Perché alcune tipologie di spese mediche non potranno essere detratte se effettuate nella modalità sbagliata. Sapere quando usare i contanti, o quando il bancomat, è quindi essenziale.L’obbligo di pagamenti tracciabili e le eccezioni
A partire dal 1° gennaio 2020, ai fini della detraibilità in dichiarazione dei redditi, è previsto per legge l’obbligo di utilizzare mezzi di pagamento tracciabili per tutte le spese indicate all’articolo 15 del TUIR (Testo unico delle imposte sui redditi). Ma esistono alcune eccezioni che riguardano in particolare le spese medico-sanitarie. In sintesi:
- Per le detrazioni di medicinali e altri dispositivi medici (occhiali, prodotti ortopedici, materassi, prodotti per l’automedicazione, plantari, ausili per disabili ecc.) è possibile pagare sia con il bancomat che in contanti
- Per le detrazioni su prestazioni mediche effettuate presso strutture pubbliche e private accreditate con il SSN (Servizio Sanitario Nazionale), è possibile pagare sia con il bancomat che in contanti
Se invece le prestazioni mediche sono effettuate presso strutture private non accreditate, o presso medici specialisti non convenzionati, è necessario effettuare i pagamenti solo con bancomat, carta o bonifici (se ovviamente si vogliono ottenere le detrazioni nella dichiarazione). Ad esempio, le spese sostenute per il dentista, l’oculista o lo psicologo, qualora non siano accreditati con il SSN, vanno effettuate sempre e soltanto con metodi di pagamento tracciabile. Quindi per non sbagliarsi, l’aspetto rilevante da considerare è se la struttura che eroga la prestazione è convenzionata o meno con il Servizio Sanitario Nazionale.
Quanto si può recuperare con le detrazioni sanitarie?
Calcolare quanto è possibile recuperare, grazie alle detrazioni su spese mediche e sanitarie, è abbastanza semplice. Innanzitutto, è necessario calcolare la differenza tra il totale della somma spesa (nel corso dell’anno) e la franchigia di 129,11 euro. Se ad esempio un contribuente ha speso annualmente 800 euro per medicinali e visite, dovrà fare:
800 – 129,11 = 670,89 euro
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Alla cifra ottenuta, il contribuente dovrà poi applicare la percentuale che per legge è possibile portare in detrazione, cioè il 19%. Quindi:
il 19% di 670,89 = 127,46 euro
Questa sarà la somma che il contribuente potrà recuperare rispetto alla spesa iniziale per medicine e visite mediche. E nel caso in cui la spesa sostenuta fosse superiore a 15.493,71 euro in un anno (al netto della franchigia di 129,11 euro), la detrazione potrà essere ripartita in quattro quote annuali di importo identico. Ma la scelta di rateizzare o meno la detrazione andrà fatta al momento della compilazione della dichiarazione dei redditi, basandosi anche sulla propria capienza fiscale (cioè a dire il massimo sconto che un contribuente può ricevere in base alle imposte versate sui propri redditi).