Decontribuzione madri lavoratrici, insieme al rafforzamento dei fondi per gli asili nido e il rifinanziamento della Carta “dedicata a te”. Queste le principali promesse della manovra che destina 1 miliardo alle famiglie alla natalità.
Vediamo insieme, nello specifico, in cosa consiste la decontribuzione.
Decontribuzione madri lavoratrici: 1 miliardo alla natalità
La manovra 2024 è una manovra che si rivolge alle famiglie: numerosi, infatti, i fondi destinati ai genitori e alle mamme di almeno due figli.
Nulla, però, per coppie senza figli, single ed anziani. Se proprio quindi vuole trovarsi un difetto alla manovra in oggetto, la pecca è aver tagliati fuori una fetta di popolazione non orientata verso la famiglia intesa nel senso tradizionale del termine.
Tuttavia, c’è una grande novità e riguarda le mamme che lavorano: lo Stato pagherà i contributi previdenziali per le mamme con 2 o più figli.
Buste paga più corpose per le mamme con più di due figli
Un chiaro incentivo alla natalità, che promette alle mamme che lavorano buste paghe più corpose se hanno due figli o più. L’aumento in busta paga varrà fino a quando il secondo figlio non avrà dieci anni, ma se i figli sono 3, potrà invece beneficiarne fino a che il più piccolo non sia maggiorenne.
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Incentivate anche le aziende: agevolazioni fiscali per coloro che assumono mamme a tempo indeterminato.
Un focus non di poco conto, dato che le mamme e le donne da sempre sono discriminate sui posti di lavoro (come le protagoniste delle nostra ultima storia per Storie Rdc).
Inoltre, è anche stato annunciato un potenziamento del congedo parentale retribuito per i genitori, sia mamme che papà: si tratta di un mese in più pagato al 60 per cento dello stipendio da utilizzare fino al compimento del sesto anno di età del figlio.
Mamme lavoratrici: spesso discriminate
“Ci dispiace, non assumiamo donne perché poi rimangono incinte”. Quante volte, a un colloquio, è capitato di sentirsi dire così?
Oppure: “Lei ha figli o ha intenzione di farne?”. Se si risponde sì ad almeno una di queste due domande, si potrà spesso notare lo scontento misto a disappunto sul volto del nostro interlocutore, che ci congederà con un “le faremo sapere”, senza poi ovviamente mai più richiamarci.
E’ questo il frutto della discriminazione nei confronti delle donne in azienda, retaggio culturale degli ultimi 30 anni almeno. E adesso si cerca di metterci “una toppa”. Come? Con agevolazioni per le aziende che assumono mamme, e agevolazioni per le mamme assunte. Forse, unica via da tentare per incentivare la natalità ai minimi storici ed evitare alle donne l’enorme disagio di dover scegliere tra la carriera e la famiglia.
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