Diseredare i parenti sgraditi è possibile, ma non sempre. Quando di parla di figli ed eredi “legittimari” escluderli dal testamento è difficile, se non impossibile. Ma è possibile però escludere i parenti più lontani (e meno graditi).
Esaminiamo nello specifico quando è possibile diseredare i parenti in linea retta (es figli) e quando è possibile escludere i parenti di grado inferiore.
Diseredare un figlio: quando è possibile?
Diseredare un figlio: è possibile? Se stai pensando di escludere i tuoi figli dal testamento, sappi che non sempre questo è possibile. Tutti i figli, infatti, hanno diritto a una “porzione” del tuo asse patrimoniale, questa porzione è denominata nel linguaggio giuridico “legittima”. Ledere tale diritto alla legittima, comporta delle conseguenze legali, tra le quali la più scontata è quella della invalidità del testamento stesso, nel caso in cui venga impugnato dai diretti interessati. Facciamo un esempio pratico:
Ho lasciato in eredità tutti i miei averi a mia nipote (figlia di un fratello) e ai miei pronipoti, perché ritengo che i miei figli non si siano presi cura di me durante la mia malattia. Mia nipote, invece, è sempre stata presente e per tale motivo ho lasciato i miei averi a lei. In questo caso, il defunto avrebbe dovuto rispettare quelle che sono le quote di legittima dei figli. Venendo meno a questo suo dovere, se i figli impugneranno il testamento, la nipote perderà parte di quanto ha ricevuto, poiché nel regime testamentario hanno diritto di precedenza i figli, in base alle quote calcolate da un notaio. La quota spettante ai figli è pari al 50% del totale del patrimonio. Tale 50% viene suddiviso tra i figli, se ve n’è più di uno.
Ricordiamo che il termine ultimo per impugnare il testamento ritenuto lesivo della legittima è di 10 anni. Entro e non oltre i 10 anni, quindi, il figlio che ritiene di essere ingiustamente stato escluso dal lascito testamentario può impugnare l’atto per vedersi riconoscere la porzione di eredità a lui spettante.
Ora, fermo restando dunque che non si può decidere di lasciare la propria eredità a chi si desideri, vi sono delle eccezioni. Stiamo parlando dell’indegnità. Un figlio “indegno” può essere invece escluso dai lasciti testamentari. Ma quando è come viene definita l’indegnità?
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Indegnità dei figli
L’indegnità rientra tra le cause di esclusione dall’asse ereditario. Tuttavia, per essere ritenuti “indegni” bisogna essersi macchiati di gravissime colpe, che sono ben al di fuori la “semplice” mancanza di attenzioni verso il defunto quando era ancora in vita.
Nello specifico, si tratta di:
- omicidio volontario o tentato di omicidio del defunto, o dell’altro genitore, o di qualsiasi altro ascendente o discendente (ad esempio, tentato omicidio del fratello);
- ha commesso qualsiasi altro reato in base al quale la legge utilizza le regole sull’omicidio o sulle lesioni per regolamentarlo (ad esempio, omicidio preterintenzionale, percosse, morte come conseguenza di altro reato, lesioni etc);
- ha denunciato una delle persone previste al punto primo per un reato punibile con l’ergastolo (o con la reclusione per un tempo non inferiore nel minimo a tre anni), se la denuncia è stata poi ritenuta calunniosa in giudizio penale;
- se il figlio ha usato il dolo o la violenza verso il genitore, per convincerlo a revocare o mutare il testamento, o addirittura gli abbia impedito di farlo;
- se il figlio ha nascosto o alterato il testamento;
- se il figlio ha formato un testamento falso (o ha comunque fatto uso di un falso testamento, conoscendo la sua falsità).
Come ben si può dedurre, il raggio d’azione dell’indegnità è ben delimitato e si esaurisce in una ristretta cerchia di casi. Oltre questi casi, non è possibile escludere un figlio dal testamento. Riassumendo: il testamento esclude la legittima? La risposta è no. Il testamento non può in alcun modo escludere la legittima, a meno che i figli non si siano macchiati di uno dei casi di indegnità sopra elencati.
Discorso differente vale per gli altri parenti.
Escludere i parenti dal testamento
Gli altri parenti possono essere esclusi dal testamento, ma anche per loro viene seguita la ripartizione delle quote di legittima.
Nello specifico, si tratta per lo più di casi in cui il defunto non abbia figli. Infatti, generalmente, chi ha lasciato dei figli (e/o un coniuge) ha il diritto di lasciare a questi ultimi anche l’intero suo patrimonio.
Lo dimostra il fatto che anche in assenza di testamento, la legge suddivide le quote ereditarie tra coniuge e figli soltanto. I fratelli e le sorelle del defunto, infatti, potranno ottenere parte dell’eredità solamente nei casi in cui il de cuius non abbia lasciato moglie o figli.
In questo articolo, stiamo tuttavia discorrendo dei casi in cui si lasci un testamento, ci addentreremo nelle quote di legge in assenza di testamento più avanti.
Chi lascia un testamento, quindi, ha diritto di escludere fratelli, sorelle e tutti gli altri parenti quando e come meglio crede. Coniuge e figli hanno infatti diritto di prelazione assoluta sull’eredità, e su questo non vi è ombra di dubbio.
Il problema si presenta nel momento in cui, invece, il defunto non avesse moglie né figli, ma abbia deciso di escludere tutti i parenti o alcuni di essi dalla sua eredità.
Sono stati, negli anni, diversi e svariati i casi di cronaca di cui ci è giunta notizia, che raccontavano ad esempio dell’anziano senza figli e senza moglie, che aveva lasciato tutto alla sua badante. O della vecchina che aveva deciso di donare tutto a un rifugio per animali, sua grande passione quando era in vita.
In questo caso, la legge interviene: infatti, chi lascia un testamento, pur senza figli e senza coniuge, deve comunque seguire e rispettare l’ordine degli eredi legittimari.
In assenza di moglie o figli, infatti, l’eredità viene ripartita “in parti uguali” tra fratelli e sorelle, e tutti gli altri parenti fino al sesto grado.
Ma quando allora è possibile escludere i parenti-serpenti indesiderati? Anche qui, abbiamo il nostro piccolo salvagente: l’indegnità.
Indegnità dei parenti: quando è causa di esclusione dal testamento?
Le cause di indegnità dei parenti sono le medesime già viste nel paragrafo precedente per i figli indegni. E’ dunque possibile diseredare un fratello o una sorella indegni per gli stessi motivi che abbiamo poc’anzi analizzato.
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