Donne vittime di violenza: a breve una legge per proteggerle e per provvedere alla loro inclusione. Presto il parlamento discuterà una norma sui benefici da riservare alle donne vittima di violenza.
Donne vittime di violenza: la nuova categoria
La Camera dei Deputati si appresta a presentare una proposta di legge per le donne vittima di violenza domestica.
L’intenzione è quella di unificare tre proposte da parte di tre deputati del M5S e presentare una legge unitaria dal titolo: “Disposizioni per favorire l’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza di genere e delle vittime di violenza con deformazione o sfregio permanente del viso”.
A breve la proposta verrà discussa in aula e sarà volta a facilitare l’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza e delle donne che hanno subìto uno sfregio o deformazione permanente del viso a seguito di violenza.
Vediamo insieme le agevolazioni.
Donne vittime di violenza: quote obbligatorie di assunzione
La norma prevede una quota obbligatoria di assunzioni in favore delle donne vittime di violenza domestica e di genere.
Scarica la nostra app e risparmia con i bonus attivi in Italia:
Già prevista dalla Legge 68 del 1999, all’articolo 18, la quota è così suddivisa:
- 1 unità per i datori di lavoro per aziende con dipendenti compresi tra un numero di 51 e 150;
- l’1% per aziende con oltre 151 dipendenti
Le donne vittime di violenza devono aver ricevuto dei certificati delle violenze subìte da:
- servizi sociali del Comune di residenza;
- centri antiviolenza o case-rifugio.
Gli sgravi per il datore di lavoro
La nuova proposta prevede anche sgravi fiscali per il datore di lavoro che assume a tempo indeterminato una donna vittima di violenza.
Tale agevolazione è riconosciuta a tutti i datori di lavoro privati, (e non più solo alle cooperative, come era in passato).
Conservazione del posto di lavoro in caso di disabilità sopravvenuta
Nel caso in cui alla violenza subita sia conseguita una disabilità o una deformazione permanente del viso, è obbligo dei datori di lavoro, pubblici e privati, garantire la continuità del rapporto lavorativo e la conservazione del posto di lavoro, anche eventualmente affidando il lavoratore a mansioni differenti in ragione della sua disabilità e nel limite delle sue capacità, in caso di disabilità motorie che possano in qualche modo interferire con lo svolgimento della sua attività lavorativa.