La NASpI sta per finire? Non è un vicolo cieco, ma un bivio. Per scegliere la strada giusta, però, servono le informazioni corrette. Una volta terminata l’indennità di disoccupazione, infatti, si aprono diverse possibilità, da misure di sostegno al reddito a percorsi pensati per rimettersi in gioco nel mondo del lavoro, come l’Assegno di Inclusione o il Supporto per la Formazione e il Lavoro.
Cosa fare dopo la fine della NASpI: le opportunità concrete
La fine della NASpI segna un momento di passaggio che, è normale, può creare un po’ di incertezza. L’obiettivo di questa guida è proprio trasformare questo dubbio in consapevolezza, mostrandoti che esistono strade concrete da percorrere. Pensa alla NASpI come a un ponte che ti ha aiutato a superare un periodo complicato; ora è il momento di esplorare cosa c’è dall’altra parte.
Tranquillo, non sei solo. Esistono strumenti pensati apposta per chi, come te, deve riorientarsi e ripartire. Le opzioni disponibili, infatti, non si limitano a un semplice aiuto economico, ma sono un sistema più ampio pensato per darti un supporto a 360 gradi.
Le principali strade percorribili
Per darti subito un’idea chiara, ecco le categorie di aiuti che andremo ad analizzare insieme, una per una:
- Sostegni economici diretti: Misure come l’Assegno di Inclusione (ADI) sono pensate per i nuclei familiari in cui sono presenti persone non occupabili (minori, disabili, over 60) e che rientrano in determinate soglie ISEE.
- Bonus e agevolazioni varie: Anche se non percepisci più un’indennità fissa, potresti aver diritto a bonus che alleggeriscono le spese di tutti i giorni. Pensa a quelli per le bollette o all’Assegno Unico se hai figli a carico.
- Politiche attive del lavoro: Strumenti come il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL) o l’Assegno di Ricollocazione ti offrono un piccolo compenso mentre partecipi a corsi di formazione e percorsi mirati a trovare un nuovo impiego.
Questa non è una semplice lista di sussidi, ma una vera e propria mappa per ripartire con più sicurezza. Il primo passo è capire quale di queste direzioni si adatta meglio alla tua situazione personale e familiare.
Affrontare questo passaggio con la giusta preparazione fa tutta la differenza. Per un quadro ancora più completo, ti consiglio di leggere la nostra guida su cosa fare quando la NASpI è finita. Il nostro scopo è darti tutti gli strumenti per trasformare un momento di difficoltà in un nuovo inizio.
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Assegno di Inclusione e Supporto per la Formazione: facciamo chiarezza
Quando la NASpI arriva al capolinea, il sistema di welfare italiano non ti abbandona, ma ti mette di fronte a due strade principali, pensate però per situazioni e bisogni molto diversi. Parliamo dell’Assegno di Inclusione (ADI) e del Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL).
Capire subito quale dei due fa al caso tuo è il primo passo per non perdere tempo e orientarsi correttamente.
Due strumenti con obiettivi diversi
Pensa all’Assegno di Inclusione come a una rete di sicurezza per le famiglie che hanno al loro interno persone considerate “non occupabili”. È quindi una misura destinata ai nuclei con minori, persone con disabilità, oppure con componenti che hanno già compiuto 60 anni. Non è un’indennità legata alla ricerca attiva di un lavoro, ma un vero e proprio sostegno economico per garantire una base di stabilità a chi non può, per ragioni oggettive, lavorare.
Il Supporto per la Formazione e il Lavoro, invece, è tutta un’altra storia. È uno strumento attivo, un incentivo. È stato pensato per chi ha tra i 18 e i 59 anni, è in grado di lavorare e si impegna a rimettersi in gioco. In questo caso, non ricevi un assegno “passivo”, ma un contributo di 500 euro al mese che ti viene dato solo se partecipi a corsi di formazione, orientamento o altre iniziative per ricollocarti.
Assegno di Inclusione: a chi si rivolge davvero
L’ADI, quindi, è una misura di contrasto alla povertà, non un’estensione della disoccupazione. Per chiederlo, non basta che la NASpI sia finita. È indispensabile che la tua famiglia rispetti precisi requisiti economici, primo fra tutti un ISEE non superiore a 10.140 euro, e che al suo interno ci sia almeno una persona “non occupabile”, come dice la legge.
L’Assegno di Inclusione non è un’indennità di disoccupazione. È un sostegno al reddito che protegge i nuclei familiari più fragili, garantendo le risorse per una vita dignitosa.
La logica è chiara: dare una mano a chi, per motivi concreti come l’età, una disabilità o la cura dei figli piccoli, non può entrare o rientrare nel mercato del lavoro.
Supporto per la Formazione: quando entra in gioco
Il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL) è, in pratica, un patto tra te e lo Stato. Tu ti impegni a formarti e a cercare un impiego, e lo Stato ti riconosce un aiuto economico per un massimo di 12 mesi.
È la scelta giusta se sei in piena età lavorativa, non hai i requisiti per l’ADI (perché nel tuo nucleo familiare siete tutti “occupabili”), ma hai bisogno di una spinta per riqualificarti e diventare più competitivo sul mercato.
A questo punto sorge una domanda chiave: ma queste due misure si possono sommare? La risposta non è un semplice sì o no, dipende molto dalla composizione della famiglia. Per districarti, abbiamo preparato una guida specifica che spiega se ADI e Supporto per la Formazione sono cumulabili.
Confronto rapido tra Assegno di Inclusione e Supporto Formazione
Per aiutarti a visualizzare le differenze a colpo d’occhio, abbiamo preparato una tabella che mette a confronto i due strumenti.
| Caratteristica | Assegno di Inclusione (ADI) | Supporto per la Formazione (SFL) |
|---|---|---|
| Obiettivo principale | Sostegno economico contro la povertà | Incentivo alla formazione e al lavoro |
| Destinatari | Nuclei con minori, disabili, over 60 | Individui “occupabili” tra 18 e 59 anni |
| Requisito ISEE | Fino a 10.140 euro | Fino a 10.140 euro |
| Importo | Variabile | Fisso (500 €/mese) |
| Durata | 18 mesi, rinnovabili | Massimo 12 mesi, non rinnovabili ma prorogabili |
| Condizione | Adesione a un percorso di inclusione | Partecipazione attiva a corsi/iniziative |
Questa tabella dovrebbe chiarire quale misura si allinea meglio alla tua situazione attuale, guidandoti verso la scelta più adatta una volta terminata la NASpI.
Sfruttare bonus e agevolazioni senza un’indennità fissa

La fine della NASpI non significa restare senza alcun tipo di supporto. Anzi, è proprio questo il momento di guardare oltre i classici sussidi di disoccupazione e scoprire un mondo di bonus e agevolazioni legati non allo status di disoccupato, ma alla situazione economica del nucleo familiare, certificata dall’ISEE.
Pensa a queste misure come a una rete di sicurezza fatta di tanti piccoli aiuti. Non si tratta di un’unica indennità mensile, ma di sconti e contributi che, sommati, possono davvero alleggerire il carico delle spese a fine mese.
Aiuti concreti per le famiglie e le spese domestiche
Tra i sostegni più importanti per chi ha figli c’è senza dubbio l’Assegno Unico e Universale. Questo aiuto spetta a tutte le famiglie con figli a carico fino a 21 anni (senza limiti d’età in caso di disabilità) e l’importo cambia in base al valore dell’ISEE. È fondamentale ricordare che non è legato in alcun modo al fatto di essere disoccupati, ma solo alla composizione della famiglia.
Per dare un taglio ai costi di luce e gas, ci sono poi i bonus sociali. Si tratta di sconti applicati in automatico sulla bolletta per le famiglie con un ISEE basso, pensati per garantire a tutti l’accesso a servizi essenziali a un costo più sostenibile.
Il segreto è cambiare prospettiva: non focalizzarsi sulla ricerca di un’unica grande indennità, ma imparare a combinare tanti piccoli aiuti. Gestire bene queste opportunità garantisce un sollievo economico concreto e tangibile ogni mese, rendendo il periodo post-NASpI molto meno complicato.
Per avere un quadro completo e dettagliato, ti consigliamo di leggere la nostra guida sui bonus per disoccupati nel 2025, dove trovi tutte le opzioni disponibili.
Esenzioni sanitarie e altre agevolazioni locali
Un altro fronte su cui si può ottenere un aiuto non da poco è quello della sanità. Chi è disoccupato e rientra in determinate fasce di reddito può avere diritto all’esenzione totale dal pagamento del ticket sanitario. In pratica, significa poter fare visite specialistiche ed esami senza spendere un euro.
Infine, non dimenticare di bussare alla porta del tuo Comune di residenza. Molto spesso sono attive agevolazioni a livello locale che tanti non conoscono, come ad esempio:
- Contributi per l’affitto: un sostegno economico per pagare il canone di locazione.
- Riduzioni sulla TARI: sconti sulla tassa dei rifiuti, sempre in base all’ISEE.
- Bonus per i libri scolastici: aiuti specifici per le famiglie con figli studenti.
Queste misure cambiano da città a città, quindi il consiglio migliore è rivolgersi direttamente ai servizi sociali del Comune o a un CAF. Loro sapranno darti tutte le informazioni giuste sulle opportunità attive nel tuo territorio e su come fare domanda.
E se invece di aspettare, agissi? Le politiche attive per rimettersi in gioco

Quando la NASpI finisce, il primo pensiero corre quasi sempre ai sussidi economici. È normale. Ma c’è un’alternativa molto più strategica che vale la pena considerare: le politiche attive del lavoro.
Non si tratta di un semplice assegno mensile, ma di un vero e proprio investimento su di te e sulle tue capacità. L’obiettivo? Accorciare i tempi e rimetterti in pista nel mondo del lavoro il prima possibile, e con più forza di prima.
Pensa a una sorta di “buono spesa” da utilizzare per servizi su misura, pensati apposta per aiutarti a trovare un nuovo impiego. È questa l’idea dietro a strumenti come l’Assegno di Ricollocazione (AdR), una misura che trasforma la ricerca passiva in una strategia proattiva.
Come funziona l’Assegno di Ricollocazione
Chiariamolo subito: l’Assegno di Ricollocazione non sono soldi che ti arrivano sul conto corrente. È più un voucher, un credito virtuale che ti dà diritto a un percorso di affiancamento intensivo, da svolgere presso un Centro per l’Impiego o un ente privato accreditato.
Con questo strumento, avrai un consulente specializzato che ti seguirà passo dopo passo per:
- Fare un bilancio delle tue competenze: capire dove sei forte e quali aspetti invece puoi migliorare.
- Sistemare il curriculum: renderlo più moderno, efficace e adatto alle offerte di lavoro di oggi.
- Prepararti ai colloqui: niente più ansia. Farai simulazioni e imparerai a presentarti al meglio.
- Scovare le opportunità giuste: il consulente ti aiuterà a individuare le aziende che cercano proprio uno come te.
È un aiuto concreto, che ti dà gli strumenti giusti per affrontare il mercato con più sicurezza. Dopo la NASpI, l’AdR diventa un’opzione fondamentale per chi non vuole restare fermo e rischiare la disoccupazione di lunga durata.
Aggiornare le competenze con il programma GOL
Oltre all’AdR, un’altra iniziativa potentissima è il programma GOL (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori). Finanziato con i fondi del PNRR, questo programma è nato proprio per rendere il tuo profilo più appetibile per le aziende.
Il GOL non è un pacchetto standard, ma si adatta a te. Offre diversi percorsi, a seconda di quello che ti serve:
- Reinserimento lavorativo: se hai già le competenze giuste ma hai solo bisogno di una spinta per trovare lavoro.
- Aggiornamento (upskilling): perfetto se devi rinfrescare le tue competenze per rimanere al passo con le nuove richieste.
- Riqualificazione (reskilling): la scelta ideale se vuoi cambiare completamente settore e hai bisogno di imparare un nuovo mestiere da zero.
- Lavoro e inclusione: un percorso specifico per chi ha maggiori difficoltà e ha bisogno di un supporto più strutturato.
Partecipare a questi programmi non significa solo aggiungere una riga al curriculum. Significa dimostrare ai futuri datori di lavoro che sei una persona proattiva, che ha voglia di investire su se stessa e che non si arrende.
Sfruttare le politiche attive è una scelta intelligente. È il modo migliore per trasformare un periodo di pausa forzata in un’opportunità di crescita e per ripartire con una marcia in più. Invece di subire la situazione, ne prendi il controllo.
Riorientarsi tra mercato del lavoro e nuove opportunità di formazione
Quando la NASpI finisce, spesso ci si ritrova a fare i conti con un mondo del lavoro molto diverso da quello che si era lasciato. Rimanere al passo non è solo una buona idea: è la chiave per ripartire col piede giusto. Oggi, settori come il digitale, la green economy e la logistica sono in continua crescita e offrono concrete possibilità a chi sa coglierle.
Il primo passo è capire quali sono le figure professionali più richieste. Questo ti permette di orientare meglio la ricerca e, se serve, di investire in un percorso di aggiornamento. La formazione continua diventa così il tuo migliore alleato per colmare eventuali “buchi” nel CV e renderti più interessante per le aziende.
Ripartire con la formazione gratuita
Non è detto che per acquisire nuove competenze si debbano spendere cifre importanti. Esistono infatti parecchi corsi di formazione completamente finanziati, pensati proprio per chi, come te, sta attraversando una fase di transizione lavorativa. Considerali un vero e proprio investimento strategico sul tuo futuro.
Le principali strade per formarsi a costo zero sono:
- Corsi regionali: Finanziati dalle singole Regioni, sono spesso legati a doppio filo con le esigenze del territorio. L’obiettivo è formare profili che le aziende locali stanno cercando attivamente.
- Programmi del Fondo Sociale Europeo (FSE): L’Unione Europea investe moltissimo nella formazione, offrendo percorsi in ambiti strategici come le competenze digitali, le lingue o qualifiche tecniche specialistiche.
- Iniziative come il programma GOL: Come abbiamo già visto, questo programma offre percorsi mirati di upskilling (per aggiornare le competenze che già hai) e reskilling (per acquisirne di nuove) e rendere il tuo profilo più competitivo.
Sfruttare questi percorsi non significa solo imparare qualcosa. Significa soprattutto dimostrare proattività e voglia di rimettersi in gioco: due qualità che i recruiter notano subito e che possono davvero fare la differenza durante un colloquio.
Uno sguardo alle tendenze del mercato
È fondamentale guardare al mercato del lavoro con realismo, ma senza perdere l’ottimismo. Se è vero che alcuni settori sono saturi, altri sono in piena espansione e nascondono prospettive molto interessanti. Un esempio su tutti? La crescita dell’occupazione nel Mezzogiorno.
Statistiche recenti mostrano un calo significativo della disoccupazione nel Sud Italia, con la creazione di oltre 96.000 nuovi posti di lavoro in un solo anno. Per chi finisce la NASpI e vive nelle regioni meridionali, questo si traduce in un contesto più favorevole e in occasioni concrete di reinserimento in diversi settori.
A prescindere da dove vivi, l’approccio vincente non cambia: informati sulle dinamiche locali, individua le competenze più richieste e sfrutta ogni opportunità formativa per allineare il tuo profilo a ciò che le imprese cercano oggi. In questo modo, passerai da una ricerca passiva a una strategia di ricollocamento mirata ed efficace.
Le risposte ai dubbi più comuni sulla fine della NASpI
Quando la NASpI finisce, è normale avere un sacco di domande. Come mi muovo ora? A cosa ho diritto? Per aiutarti a fare chiarezza, abbiamo messo insieme le domande più frequenti, con risposte semplici e dirette. Niente ‘burocratese’, solo le informazioni che ti servono davvero.
Posso chiedere l’Assegno di Inclusione appena finisce la NASpI?
Questa è forse la domanda più gettonata. La risposta breve è: sì, ma a patto di avere tutti i requisiti per l’ADI. Non è un passaggio automatico, anzi.
Una volta terminata la NASpI, puoi fare domanda per l’Assegno di Inclusione (ADI) solo se il tuo nucleo familiare ha un ISEE che non supera i 10.140 euro. Inoltre, in famiglia deve esserci almeno una persona considerata “non occupabile” (un minorenne, una persona con disabilità oppure un over 60). La fine della disoccupazione è solo il punto di partenza per poter accedere a un nuovo strumento, non un diritto acquisito.
Se trovo un lavoretto part-time perdo gli altri aiuti?
No, non necessariamente. Trovare un piccolo impiego non esclude in automatico altri sostegni come l’Assegno di Inclusione o il Supporto per la Formazione. Tutto dipende da quanto guadagni.
Se inizi un lavoro part-time o occasionale, il reddito che percepisci entra nel calcolo dell’ISEE e dell’eventuale importo dell’ADI. Ci sono delle soglie precise da non superare per non perdere il diritto al beneficio.
La regola d’oro è la trasparenza. Devi comunicare subito all’INPS qualsiasi cambiamento nella tua situazione lavorativa. In questo modo, l’istituto ricalcola l’importo corretto del sussidio e tu eviti il rischio di dover restituire soldi non dovuti in futuro.
Dopo quanto tempo posso chiedere di nuovo la NASpI?
Per poter beneficiare di nuovo della NASpI, devi accumulare nuovi contributi. La regola è abbastanza semplice: devi aver lavorato per almeno 13 settimane nei quattro anni che precedono il nuovo stato di disoccupazione.
Facciamo un esempio pratico. Immagina che la tua NASpI finisca oggi e domani inizi un nuovo lavoro. Potrai chiedere una nuova indennità di disoccupazione solo dopo aver maturato almeno 13 settimane di contributi con questo nuovo impiego. È un meccanismo che garantisce che la NASpI resti legata a un’effettiva attività lavorativa.
La NASpI è finita, devo comunque presentare la DID?
La Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro (la famosa DID) è il documento con cui attesti ufficialmente di essere disoccupato e disponibile a lavorare. Quando hai fatto domanda per la NASpI, quella richiesta valeva già come DID.
Anche se l’indennità è finita, il tuo stato di disoccupazione resta attivo. Però, se vuoi accedere a percorsi di reinserimento come il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL) o semplicemente per restare iscritto ai Centri per l’Impiego, è cruciale che la tua DID sia valida. Dovrai anche firmare il Patto di Servizio Personalizzato, un accordo con cui ti impegni a cercare attivamente un nuovo lavoro.
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