Ma davvero è legale fare un mercatino dell’usato in casa? Svuotare l’armadio e liberare gli spazi, magari guadagnando qualche euro, è un desiderio condiviso da molti. E allora la domanda sorge spontanea: è possibile organizzare un mercatino dell’usato nella propria abitazione o nel cortile? E soprattutto, è tutto legale? Ecco cosa dice la legge in Italia e quali sono gli adempimenti da rispettare per non incorrere in sanzioni.
Mercatino in casa o in cortile: cosa significa e perché piace
Il mercatino dell’usato domestico nasce dall’esigenza di riciclare, dare nuova vita agli oggetti e ridurre gli sprechi. Spesso si trasforma in un’occasione conviviale: si allestiscono banchi improvvisati in cortile o in salotto, si invitano amici, vicini o semplici curiosi, e si vendono vestiti, libri, giochi e accessori accumulatisi negli anni. Un fenomeno che unisce praticità, economia circolare e socialità.
Il quadro normativo: tra regole nazionali e regolamenti locali
Sulla questione la normativa italiana è piuttosto frammentata, e lascia ampio margine di regolamentazione ai singoli Comuni. Tuttavia, esistono alcuni principi basilari:- Attività occasionale e non professionale: Se il mercatino si configura come un evento saltuario, senza scopo di lucro e senza professionalità, lo Stato e il Governo consentono questa pratica. Bisogna però evitare che l’attività assuma i caratteri del commercio vero e proprio (frequenza, quantità elevata di merce, promozioni, collaboratori)
- Suolo privato o condominiale: Organizzare il mercatino nel proprio appartamento o nel cortile di casa è, di norma, più semplice rispetto all’utilizzo di spazi pubblici. Tuttavia, in condominio occorre rispettare il regolamento interno e garantire che l’iniziativa non disturbi la quiete oppure ostacoli il passaggio degli altri residenti
- Suolo pubblico: Se invece si desidera allestire banchi fuori dalla proprietà privata, ad esempio sul marciapiede o nella strada, è obbligatorio richiedere un’autorizzazione specifica al Comune e pagare l’eventuale tassa di occupazione del suolo pubblico.
Permessi e documentazione: cosa serve davvero per i mercatini dell’usato?
Chi organizza un mercatino domestico, per svuotare la soffitta o liberare la cantina, e lo fa solo occasionalmente, può solitamente procedere senza partita IVA. Tuttavia, alcune regole vanno sempre rispettate. Ovvero:
- Tesserino hobbista: In alcune regioni e comuni, partecipare a mercatini anche occasionali (compresi quelli privati con accesso di estranei) può richiedere il cosiddetto “tesserino da hobbista”, da ottenere presso il proprio Comune. Questo tesserino segnala semplicemente che non si sta svolgendo un’attività professionale
- Ricevuta per l’acquirente: È buona norma, e in certi casi un obbligo, rilasciare una ricevuta semplice che attesti l’avvenuta vendita tra privati, specie se vengono venduti oggetti di una certa rilevanza
- Limitazioni di ricavo e partecipazioni: Spesso viene fissato un tetto massimo di guadagno annuo (di solito non oltre i 5.000 euro) per restare nel regime “occasionale” e non dover aprire partita IVA. Inoltre, la partecipazione ai mercatini viene limitata nel numero di eventi possibili all’anno.
- Comunicazione in condominio: Quando il mercatino avviene in aree condominiali, si consiglia sempre una comunicazione preventiva all’amministratore e agli altri condomini, per rispetto e sicurezza.
La questione fiscale: come dichiarare i guadagni
I proventi derivanti dalla vendita di oggetti usati in modo occasionale sono inquadrati nei “redditi diversi” e vanno dichiarati in sede di dichiarazione dei redditi, al netto delle spese sostenute (ad esempio, acquisto iniziale dell’oggetto). Non sono soggetti a IVA, né a IRAP o a particolari registrazioni contabili, ma l’obbligo di inclusione in dichiarazione resta.
Cosa non si può fare: limiti, divieti e possibili rischi
Attenzione però a non sconfinare nella vendita abusiva. Ecco che cosa evitare per non incappare in controlli o sanzioni:
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- Non pubblicizzare in modo massivo il mercatino (ad esempio con volantini in città o sponsorizzate sui social): farebbe sospettare un’attività commerciale non dichiarata
- Non coinvolgere collaboratori o dipendenti: solo vendite tra privati e organizzate in modo autonomo
- Non occupare spazi pubblici senza permesso
- Non superare le soglie di ricavo previste per la vendita occasionale.
Il mancato rispetto di queste regole può comportare multe anche pesanti, dai 25 ai 500 euro, oltre a problematiche di natura fiscale.
In sintesi, organizzare un mercatino dell’usato tra le mura domestiche o nel cortile di casa è possibile, ma è sempre consigliabile prestare molta attenzione alle regole. Occasionalità, buon senso e rispetto della normativa locale sono le parole chiave. E in caso di dubbi, una telefonata in Comune o all’amministratore di condominio può evitare spiacevoli sorprese, e consentire di dare nuova vita ai propri oggetti in totale legalità e serenità.