Negli ultimi giorni ha iniziato a circolare online un allarme che ha creato confusione, soprattutto tra i cittadini più anziani: si parla di presunti “dazi sulle pensioni” e addirittura di un possibile stop ai pagamenti per diversi mesi. Una notizia costruita su basi inconsistenti, che alimenta paura e disinformazione senza offrire alcun dato reale.
Facciamo chiarezza: nessuno ha messo dazi sulle pensioni
I dazi, in economia, sono imposte doganali applicate a merci importate o esportate. Non hanno nulla a che vedere con stipendi o pensioni, che sono erogazioni interne regolate da leggi previdenziali, non da trattati commerciali. Parlare di “dazi sulle pensioni” è un controsenso, un’assurdità che non trova riscontro né nella terminologia economica né nei provvedimenti di legge attuali.
A oggi, nessun decreto, manovra o circolare INPS prevede il blocco delle pensioni. I pagamenti sono avvenuti regolarmente, comprese le mensilità di aprile 2025. L’unico elemento di novità riguarda alcuni conguagli fiscali, legati all’IRPEF e alle addizionali regionali o comunali del 2024, che hanno causato in certi casi riduzioni temporanee negli importi, non blocchi totali.
Ma allora che c’entrano i dazi?
I dazi esistono, ma nel loro contesto corretto: quello delle tensioni commerciali tra Stati Uniti ed Europa. All’inizio di aprile, gli USA hanno annunciato dazi su scala globale (poi sospesi per 90 giorni) che potrebbero colpire anche l’Italia. Ma si tratta di misure che riguardano lo scambio di beni, e al massimo possono influenzare indirettamente l’economia, non i pagamenti pensionistici.
Esiste un legame economico (indiretto)? Sì, ma non giustifica titoli allarmisti
Se vogliamo ragionare seriamente, possiamo dire che i dazi possono incidere sull’economia nazionale, e da lì influenzare il sistema previdenziale nel medio-lungo termine:
- dazi = meno esportazioni;
- meno export = crisi per alcune imprese;
- crisi = meno occupazione, meno contributi versati;
- meno contributi = pressione crescente sul sistema pensionistico.
Un collegamento c’è, ma è indiretto, graduale, e soprattutto di natura macroeconomica, non certo oggetto di provvedimenti immediati.
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Il vero problema? La disinformazione costruita ad arte
Chi lancia titoli allarmistici su “dazi sulle pensioni” sta:
- diffondendo una menzogna tecnica;
- speculando su una fascia fragile della popolazione;
- screditando le vere battaglie per la tutela dei pensionati.
Questa è l’ennesima dimostrazione che la vera emergenza è la manipolazione dell’informazione, non le pensioni in sé.
Basta bufale, parliamo dei problemi veri
Il sistema pensionistico italiano ha sfide reali: l’invecchiamento della popolazione, il calo delle nascite, la precarietà del lavoro giovanile, la difficoltà di rendere sostenibile il patto generazionale tra chi lavora e chi è in quiescenza.
Se vogliamo affrontare questi temi, facciamolo seriamente. Ma basta usare la paura come grimaldello per ottenere click. Le pensioni sono una cosa seria, e come tali meritano di essere trattate. Senza urla, senza bufale, senza speculazioni.