Chi si appresta ad andare in pensione, si è talvolta posto una domanda: il diritto alla pensione si prescrive? Supponiamo, infatti, l’ipotesi di chi decida, per svariati motivi, di protrarre la sua permanenza sul lavoro oltre l’età pensionabile: potrà comunque andare in pensione quando lo desidererà?
La risposta è certamente positiva: il diritto alla pensione è infatti imprescrittibile.
Il diritto alla pensione si prescrive?
Il diritto alla pensione è fondamentale, irrinunciabile e imprescrittibile. Generalmente, gran parte dei diritti non fatti valere, nel nostro ordinamento si prescrivono nel limite massimo di dieci anni.
Non si può però dire lo stesso del diritto alla pensione, che è imprescrittibile in quanto riferito “ad una situazione giuridica che permane nel tempo” (ovvero, quello del raggiungimento dell’anzianità).
Si tratta di un vero e proprio status, come specificato da INPS, inesorabilmente collegato alla persona del titolare e pertanto: “non soggetto a prescrizione: la prescrizione non riguarda lo status di pensionato”
A riguardare semmai una possibile prescrizione, è invece quella delle rate da pensionato. In poche parole, le rate della pensione, se non reclamate dal pensionato in tempo utile, portano a una perdita del diritto agli arretrati. Il pensionato accede dunque comunque alla pensione, ma solamente avendo diritto alle rate successive e non già a quelle precedenti.
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Prescrizione delle rate di pensione
“In materia di pensioni, l’art. 129, 1° comma, R.D.L. 4 ottobre 1935, n. 1927 dispone che alle rate di pensione già liquidate e poste in pagamento si applica la prescrizione breve quinquennale“, così enuncia un documento dell’Istituto.
Quanto invece alla prescrizione ordinaria, con termine decennale, essa si applica “quando la presentazione della domanda di pensione o di ricostituzione avviene oltre i dieci anni dalla data di decorrenza della pensione o della ricostituzione”
La prescrizione decennale opera anche quando:
- le rate di pensione o le maggiori somme spettanti a titolo di ricostituzione (a domanda o d’ufficio) siano poste in pagamento a distanza di oltre dieci anni dalla loro scadenza virtuale senza che da parte dell’interessato siano stati compiuti atti interruttivi della prescrizione;
- a seguito di liquidazione o ricostituzione di pensione conseguente a sentenze della Corte Costituzionale;
- nei casi di richiesta di pagamento delle rate maturate e non riscosse presentata dagli aventi causa del pensionato a distanza di oltre dieci anni dalla data di scadenza delle rate stesse (se non poste in
pagamento).
Pensione e atti interruttivi della prescrizione
Il decorrere dei tempi di prescrizione può essere interrotto con atti da parte del pensionato, che sono:
- azione giudiziale;
- ricorso amministrativo;
- richiesta della prestazione;
- riconoscimento del diritto del pensionato da parte dell’Istituto.
Da quando decorrono i termini di prescrizione per le rate pensionistiche?
I termini di prescrizione per le rate pensionistiche decorrono:
- per le somme liquidate come arretrati non soggette a trattenute, la decorrenza parte dal giorno in cui tali somme sono state poste in pagamento.
- per le somme arretrate accantonate in attesa di una dichiarazione da parte dell’interessato riguardo l’assoggettamento a trattenute, la decorrenza inizia dalla data in cui la Sede INPS ha richiesto la dichiarazione necessaria.
- per le rate mensili correnti, il termine decorre dal primo giorno del mese a cui la rata si riferisce.
- per la tredicesima mensilità della pensione, la decorrenza è fissata al 1° dicembre dell’anno di riferimento.
- per il rateo di tredicesima spettante in caso di cessazione del diritto a pensione, la decorrenza inizia dalla data dell’evento che ha causato la cessazione del diritto.
Cosa fare per evitare la prescrizione delle rate pensionistiche?
Per non perdere le rate della pensione, quindi, sarebbe consigliabile:
- controllare regolarmente i pagamenti: verificare che ogni rateo pensionistico venga effettivamente ricevuto;
- richiedere gli arretrati: se ci si rende conto di aver perso dei pagamenti, è bene contattare immediatamente l’ente previdenziale;
- conservare le comunicazioni: conservare eventuali lettere, richieste o ricevute, in modo da avere prove in caso di dispute sulla prescrizione.