Fondo previdenziale complementare, tutti i vantaggi
La previdenza complementare, prevista per legge dal D.lgs. 5 dicembre 2005 n. 25, è il secondo pilastro del sistema pensionistico italiano. Il suo scopo, in sintesi, è quello di integrare la previdenza di base (primo pilastro), contribuendo così ad assicurare al lavoratore una pensione più sicura, ovvero un livello adeguato di tutela pensionistica.
L’adesione al fondo previdenziale complementare garantisce, a chi decide di effettuarla, una serie di vantaggi non trascurabili, utili a garantire un periodo pensionistico sereno. Questa tipologia di previdenza, infatti, si configura come aiuto complementare (ma essenziale) per il lavoratore che andrà in pensione, perché renderà possibile al pensionato un tenore di vita molto vicino a quello di cui godeva quando era lavoratore. Ecco di seguito i principali vantaggi, a beneficio dell’aderente, garantiti dal Fondo previdenziale complementare:
- Dedurre dall’imponibile IRPEF tutti i contributi che sono stati versati al fondo pensione fino a una somma massima di 5.164,57 euro
- Ricevere, da parte del proprio datore di lavoro, il versamento contributivo mensile previsto in base alla contrattazione collettiva per chiunque aderisca a un fondo di tipo negoziale
- Avere un rendimento verosimilmente superiore a quello che è stabilito dalla legge per il TFR
- Richiedere l’anticipo su ciò che è stato maturato, presso la forma pensionistica complementare, in modo tale da poter affrontare eventuali spese sanitarie (terapie, interventi eccezionali), oppure spese familiari come l’acquisto della prima casa per sé o per i propri figli, oppure ancora interventi di ristrutturazione di immobili.
Va inoltre rimarcato, al di là dei vantaggi specifici qui sopra elencati, che tutti i lavoratori aderenti al fondo previdenziale complementare – con maggiore o minore anzianità lavorativa, è uguale – saranno in grado di trarre notevoli benefici dall’iscrizione al suddetto fondo. Anche se ogni singolo caso, come naturale, avrà le sue specifiche caratteristiche.
Come aderire al fondo previdenziale complementare
L’adesione volontaria al fondo previdenziale complementare avviene attraverso tre passaggi distinti:
- Reperimento dei moduli per l’adesione ai fondi negoziali, presso il proprio luogo di lavoro, le sedi delle organizzazioni sindacali, oppure la sede del fondo stesso
- Compilazione e sottoscrizione del modulo di adesione, da presentare al datore di lavoro in modo tale che questi possa trattenere i contributi necessari dalle future buste paga
- Versamento della quota di iscrizione “una tantum”, che comunque verrà trattenuta nella busta paga se si tratta di un fondo negoziale
Va ricordato, altresì, che nel caso di dipendenti appartenenti a un’amministrazione pubblica, gestita quindi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’adesione al fondo previdenziale complementare deve avvenire mediante l’uso del portale “Noi PA”.
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Come sottolineato anche dal sito Inps, la scelta di aderire (o meno) alla previdenza complementare è totalmente libera e volontaria. La mancata aderenza non comporta ripercussioni negative sul futuro del pensionato, quindi. Ma è bene, se si sceglie l’adesione, leggere con estrema attenzione lo statuto, il regolamento e la nota informativa a proposito della forma pensionistica complementare qui discussa.
Nel caso di dubbi, perplessità, o ulteriori informazioni in merito all’adesione al fondo previdenziale complementare (così come ad ogni forma pensionistica individuale) è possibile contattare direttamente il fondo pensionistico di proprio interesse.