Il capitale residuo del mutuo è un elemento che può influire significativamente sul calcolo dell’ISEE, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente. Pur non essendo obbligatorio dichiararlo, inserirlo nella Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) consente di ridurre il valore del patrimonio immobiliare, con conseguenze dirette sull’indicatore finale.
Il capitale residuo del mutuo è obbligatorio per l’ISEE?
La dichiarazione del capitale residuo del mutuo non è obbligatoria, ma è una prassi altamente consigliata. Questo valore rappresenta l’importo del mutuo ancora da rimborsare e, se inserito nella DSU, consente di diminuire il valore patrimoniale dell’immobile considerato per il calcolo dell’ISEE. Non fornire questo dato significa che il valore catastale dell’immobile sarà preso in considerazione nella sua interezza, risultando in un ISEE potenzialmente più elevato.
Come si ottiene il capitale residuo del mutuo?
Il capitale residuo del mutuo può essere ottenuto in modo semplice attraverso:
- richiesta all’istituto di credito: la banca o l’ente finanziario che ha erogato il mutuo fornisce un documento ufficiale che attesta l’importo residuo alla data del 31 dicembre dell’anno precedente;
- consultazione del piano di ammortamento: per chi dispone di un piano di ammortamento aggiornato, il capitale residuo è indicato nella colonna relativa ai debiti ancora da estinguere.
È importante che il dato sia preciso e aggiornato per garantire la corretta compilazione della DSU.
Come si fornisce il capitale residuo nella DSU?
Per inserire il capitale residuo del mutuo nella Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), è necessario riportarlo nella sezione dedicata al patrimonio immobiliare. La procedura prevede:
- l’inserimento del valore catastale dell’immobile;
- la sottrazione del capitale residuo del mutuo da tale valore, ottenendo così il patrimonio immobiliare netto.
Questa informazione deve essere supportata dalla documentazione fornita dall’ente creditore, evitando errori o omissioni che potrebbero invalidare il calcolo.
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Qual è l’impatto del capitale residuo sul calcolo dell’ISEE?
Dichiarare il capitale residuo del mutuo consente di ridurre il valore patrimoniale complessivo, il quale incide in modo significativo sull’ISEE.
- riduzione del valore della casa: Il capitale residuo viene sottratto dal valore catastale dell’immobile, riducendo il valore patrimoniale netto;
- ISEE più basso: Un patrimonio inferiore comporta un indicatore ISEE più favorevole, aumentando le possibilità di accesso a agevolazioni fiscali o sociali.
Ad esempio:
- valore catastale dell’immobile: 120.000 €;
- capitale residuo del mutuo: 40.000 €;
- valore patrimoniale ai fini ISEE: 120.000 € – 40.000 € = 80.000 €.
Grazie a questa riduzione, l’indicatore ISEE risultante sarà più basso rispetto a un calcolo che non tiene conto del mutuo residuo.
Il capitale residuo del mutuo non è obbligatorio da dichiarare nell’ISEE, ma inserirlo rappresenta un’opportunità per ottimizzare il calcolo dell’indicatore. Riducendo il valore patrimoniale netto, è possibile accedere a un ISEE più basso e, di conseguenza, beneficiare di agevolazioni sociali o fiscali più vantaggiose. Si consiglia di richiedere tempestivamente il dato all’istituto di credito e di fornire una compilazione accurata della DSU per sfruttare al meglio questa possibilità.