L’esclusione dei buoni del Tesoro dal calcolo dell’ISEE continua a far discutere. Tanto più che adesso, con la riforma della riscossione firmata dal viceministro all’Economia Maurizio Leo, l’assist ai ‘furbetti’ del fisco appare ancora più evidente. Sarà infatti possibile, per chi sceglie di comprare 50mila euro di Btp, risultare ai fini ISEE in condizioni di “difficoltà economico finanziaria”, ottenendo quindi di poter spalmare su 120 comode rate i propri debiti col fisco. E come se non bastasse, grazie alla riforma del sistema sanzionatorio approvata l’anno scorso dal Governo, gli stessi furbetti potrebbero essere invogliati a pagare i debiti soltanto per i primi anni, e poi sparire. Senza il rischio di spiacevoli conseguenze penali. Vediamo qui sotto tutti i particolari.
ISEE e BTP, un aiuto del Governo a chi non paga
Nel Paese degli evasori arriva l’ennesimo ‘aiutino’ a chi non paga. A stabilirlo è il combinato disposto di due provvedimenti voluti dal Governo Meloni. Il primo: la clamorosa esclusione dei buoni del Tesoro dal calcolo dell’ISEE, che favorisce chi sceglie di finanziare il maxi-debito pubblico italiano. Il secondo: la riforma della riscossione a firma Maurizio Leo, viceministro all’Economia, che invece permette di spalmare i maxi-debiti esattoriali in 10 anni (120 rate) nel caso in cui il diretto interessato sia “impossibilitato” a saldare tutto il dovuto. Impossibilità certificata proprio dall’ISEE.Per farla breve, quindi, per evitare di pagare in blocco un debito esorbitante con il fisco, basterà comprare 50mila euro di Btp, chiedere la certificazione dell’ISEE e attendere la concessione di 120 comode rate.
BTP fuori dall’ISEE, gli effetti negativi sul gettito
Il rischio, però, è quello di effetti negativi notevoli sul gettito del nostro Paese. Perché da una parte, la modifica del calcolo ISEE introduce vantaggi sostanziali per le famiglie con patrimoni anche corposi, che quindi eviteranno di versare al fisco quanto effettivamente dovuto. Dall’altra, resta il fatto che la maggior parte di coloro che aderiscono alle dilazioni di pagamento ben presto smette di pagare.
Anche per questo, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha ridotto in anticipo del 50% i maggiori introiti attesi da chi si vedrà allungare il piano di pagamento, a causa della “percentuale di coloro che potrebbero non adempiere integralmente al piano di rateizzazione perdendo il beneficio del pagamento rateale”. Insomma, è lo stesso Governo a prevedere già un calo delle entrate per il fisco. E sempre il Governo ha deciso, nonostante tutto, di perseverare su questa linea.
I vantaggi (scorretti) per chi investe in BTP
Per avere un’idea più precisa dei vantaggi garantiti dai nuovi provvedimenti, basta effettuare qualche calcolo attraverso il simulatore dell’INPS. Ad esempio, un single senza figli e con casa di proprietà da 200mila euro, 8mila euro in banca, 40mila euro di reddito dichiarato e un patrimonio mobiliare di 50mila euro, non guadagnerebbe granché da un eventuale investimento in Btp. Infatti se il suo debito con il fisco superasse i 120 mila euro, otterrebbe in ogni caso una rateizzazione a 120 mesi. Ma se invece la cifra dovuta fosse inferiore a questa soglia, il suo ISEE non sarebbe comunque abbastanza basso da consentirgli di avere quel beneficio.
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La situazione cambia radicalmente, invece, se a parità di patrimonio immobiliare e mobiliare lo stesso contribuente (single) dichiara soltanto 20mila euro di reddito (magari perchè ha nascosto redditi al fisco). In questo caso, con un debito inferiore a 120 mila euro e 50 mila euro investiti esclusivamente in Btp, sarà possibile per quel contribuente accedere alla rateizzazione a 120 mesi. E per di più, per effetto della riforma del sistema sanzionatorio approvata dal Governo, lo stesso contribuente potrà smettere di pagare le rate senza incorrere in guai penali seri. Non proprio un bel segnale a chi invece le tasse le paga, e con regolarità. Un ennesimo assist ai furbetti che nuocerà gravemente alla salute finanziaria del nostro Paese.