Diversi emendamenti riformulati alla Manovra 2026 hanno introdotto novità che riguardano sussidi, welfare e finanza pubblica: cambia l’anticipo della NASpI, arriva una stretta sull’Assegno di Inclusione, si alza la soglia ISEE sulla prima casa e vengono previsti tagli graduali ai fondi destinati alla Rai. Ecco qui sotto tutti i dettagli.
Manovra 2026, nuove regole per la NASpI anticipata
Per chi richiede la liquidazione NASpI anticipata in un’unica soluzione, come incentivo all’avvio di un’attività autonoma, l’erogazione non avverrà più in un’unica rata ma sarà divisa in due tranche.
L’emendamento alla Manovra prevede infatti:
- Una prima rata pari al 70% dell’importo spettante
- Una seconda rata, con il restante 30%, da pagare entro 6 mesi.
Il saldo finale, però, arriverà solo dopo l’effettuazione di controlli su due aspetti-chiave: che il beneficiario non abbia trovato una nuova occupazione e che non sia titolare di una pensione diretta (resta escluso dal controllo l’assegno ordinario di invalidità).
ISEE: soglia più alta per la prima casa nelle città metropolitane
Sul fronte dell’ISEE, un altro emendamento riformulato prevede l’innalzamento del valore della casa di abitazione esclusa dal calcolo: la soglia passerebbe da 91.500 a 120.000 euro.
L’aumento, però, non varrebbe per tutti: sarebbe limitato ai nuclei familiari residenti nelle città metropolitane, ampliando così la platea di chi potrà accedere a varie prestazioni legate all’ISEE. La proposta sarà votata nei prossimi giorni.
Assegno di inclusione: rinnovo con primo mese dimezzato
La Manovra 2026 interverrà anche sull’Assegno di Inclusione, con novità sostanziali sia sull’importo del primo mese di rinnovo che sul mese di stop previsto dopo il termine dei 18 mesi canonici. Un emendamento prevede infatti che, al momento del rinnovo dopo i primi 18 mesi, il primo mese della proroga sia riconosciuto con importo dimezzato. In questo modo, il secondo anno di beneficio potrà essere consecutivo, senza il mese di sospensione che era inizialmente previsto, ma con una mensilità ridotta all’avvio del nuovo periodo. Secondo le stime contenute nella relazione tecnica, questa modifica consentirà risparmi per circa 100 milioni di euro.
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Previdenza complementare: deducibilità innalzata a 5.300 euro
Dal 2026 aumenterà inoltre il tetto di deducibilità fiscale dei contributi versati alla previdenza complementare. In sostanza, il limite massimo di contributi deducibili dal reddito complessivo passerà dagli attuali 5.164,57 euro a 5.300 euro l’anno, considerando sia i versamenti del lavoratore che quelli del datore di lavoro o committente, siano essi volontari o previsti da contratti e accordi collettivi.
Cambieranno allo stesso tempo le regole sul tipo di investimento a cui destinare il Tfr caso di silenzio-assenso. Non sarà più obbligatorio indirizzarlo solo su linee “prudenziali” garantite, ma sarà possibile farlo anche su percorsi differenziati in base al profilo di rischio, alla durata dell’investimento e all’età dell’aderente, come indicato nei regolamenti dei fondi pensione.
Meno risorse dal canone Rai
Sul fronte dei conti pubblici, la Manovra di Governo interviene infine sul finanziamento della Rai derivante dal canone pagato da esercizi pubblici, attività commerciali e professionisti. Un emendamento riformulato prevede infatti una riduzione complessiva di 30 milioni di euro in tre anni, con un taglio di 10 milioni l’anno per il 2026, 2027 e 2028. In particolare, dal 1° gennaio 2026 le somme versate come abbonamento alle radioaudizioni saranno destinate alla Rai al netto di 110 milioni di euro annui, e l’azienda sarà chiamata a proseguire nella razionalizzazione dei costi di gestione e funzionamento per adeguarsi alle minori entrate.
