Essere mamme lavoratrici, specialmente in Italia, può essere una sfida quotidiana. Barcamenarsi tra casa e figli è spesso un compito molto oneroso, e a fronte specialmente di tattiche aziendali non sempre improntate a facilitare la vita di una donna all’interno dell’azienda, può spesso diventare un compito estremamente arduo.
Esistono però tutele offerte dalla legge che permettono alle mamme di far fronte alle loro esigenze. E’ bene sapere quali sono, così da poterne fruire e potersi tutelare.
Sicurezza e salute della madre lavoratrice
I datori di lavoro sono obbligati a rispettare i divieti imposti alle madri lavoratrici, permettendo loro di continuare a lavorare senza mettere a rischio la loro salute e quella del bambino.
Nel caso di lavori pericolosi o di fatica, ma anche per orari di lavoro notturni, vanno attuate tutte le tutele del caso per non mettere a rischio la madre.
Congedo di maternità
Il congedo di maternità è un periodo di astensione dal lavoro della durata complessiva di 5 mesi. La lavoratrice può scegliere:
- di astenersi nei 2 mesi precedenti la data presunta del parto e nei 3 mesi successivi;
- di lavorare fino a 1 mese prima del parto e usufruire di 4 mesi successivi;
- di lavorare fino al parto e utilizzare tutti i 5 mesi successivi, a condizione che il medico specialista e il medico competente attestino che tale scelta non comporti rischi per la salute della madre e del nascituro. (Ddl 1334 Legge di Bilancio 2019)
Indennità di maternità
Durante il congedo di maternità, è riconosciuta un’indennità giornaliera pari all’80% della retribuzione per l’intero periodo.
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Congedo parentale
Il congedo parentale è un periodo di astensione facoltativa dal lavoro per i genitori, che possono usufruirne fino a un massimo di 10 mesi complessivi, elevabili a 11 se il padre si astiene dal lavoro per almeno 3 mesi (continuativi o frazionati).
Il congedo parentale può essere richiesto nei primi 12 anni di vita del bambino, per una retribuzione pari al 30% dello stipendio.
La madre e il padre lavoratore possono richiederlo per un massimo di 6 mesi ciascuno. Tuttavia, per il padre lavoratore dipendente, i mesi diventano 7 se si astiene per almeno 3 mesi.
La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto nuove misure per il congedo parentale, approfondite nell’articolo Sostegno alla genitorialità: le principali novità politiche.
Maternità e lavoro: permessi di riposo per l’allattamento
Le madri lavoratrici dipendenti, o i padri in alternativa, hanno diritto a specifici permessi giornalieri per l’allattamento.
Congedo per malattia del figlio
I genitori, alternativamente, possono astenersi dal lavoro durante la malattia del figlio:
- senza limiti di tempo fino ai 3 anni di vita del bambino;
- dai 3 agli 8 anni, con alcune restrizioni che variano in base alla normativa vigente
Bonus mamme lavoratrici
A partire dal 2025, il parziale esonero contributivo sui contributi previdenziali, già previsto per le lavoratrici dipendenti (esclusi i rapporti di lavoro domestico), viene esteso anche alle lavoratrici autonome. Questo beneficio è riservato a chi percepisce almeno uno dei redditi tra:
- lavoro autonomo,
- impresa in contabilità ordinaria,
- impresa in contabilità semplificata o redditi da partecipazione, a condizione che non abbiano optato per il regime forfetario.
Le lavoratrici devono essere madri di almeno due figli. L’esonero contributivo è valido fino al compimento dei 10 anni del figlio più piccolo. Dal 2027, per le madri con tre o più figli, il beneficio si estende fino al compimento dei 18 anni del figlio più giovane.
Il diritto all’esonero è riconosciuto solo se la retribuzione o il reddito imponibile ai fini previdenziali non supera i 40.000 euro annui.