Partite IVA forfettarie. Una rivoluzione senza precedenti si prospetta per i titolari di partita IVA che hanno abbracciato il regime forfettario. Sembrano ormai tramontare le semplificazioni fiscali che da tempo caratterizzavano questo regime agevolato. L’implementazione del concordato preventivo biennale rappresenta una delle principali novità introdotte dalla recente riforma fiscale, portando con sé un carico di adempimenti che potrebbe mettere a dura prova i contribuenti.
Partite IVA forfettarie
La chiave di volta di questi cambiamenti è il concordato preventivo biennale. Tale misura consente ai contribuenti di stabilire un accordo con l’Agenzia delle Entrate, anticipando la base imponibile per il biennio successivo. Tuttavia, questa scelta comporta la perdita delle semplificazioni per i contribuenti del regime forfettario. L’adesione a questo concordato impone la gestione di una contabilità più dettagliata, senza alcun obbligo di legge a supporto.
L’Agenzia delle Entrate richiede ai forfettari di calcolare accuratamente i costi di esercizio entro il 15 marzo di ogni anno, con una proroga al 30 aprile solo per il 2024. Sebbene non vi sia un obbligo di legge a mantenere una contabilità dettagliata, coloro che aderiscono al concordato preventivo sono soggetti a rischi significativi in caso di omissione.
Regime forfettario: nessun obbligo sulla contabilità
È fondamentale precisare che chi ha aderito al regime forfettario non è legalmente obbligato a mantenere una contabilità dettagliata per registrare i costi. Tuttavia, l’adesione al concordato preventivo introduce questa necessità. L’omissione di questo adempimento potrebbe portare a una proposta di reddito eccessivamente alta, comportando una tassazione ingiustamente elevata, o addirittura all’esclusione dall’utilizzo del concordato preventivo biennale.
Obblighi informativi
I titolari di partita IVA nel regime forfettario devono compilare il Quadro RS del Modello Redditi, monitorando e trasmettendo le spese sostenute durante il periodo d’imposta. Le norme per regolarizzare questa compilazione sono state delineate dall’Agenzia delle Entrate attraverso il provvedimento n. 325550/2023. Nonostante le proteste sollevate dai commercialisti, il governo ha introdotto una proroga fino al 30 novembre 2024.
Fattura elettronica obbligatoria
Dal 1° gennaio 2024, l’obbligo della fatturazione elettronica viene esteso a tutti i contribuenti del regime forfettario, indipendentemente dal loro fatturato. Questa imposizione comporta un aumento della complessità nell’emissione e conservazione delle fatture digitali. I forfettari avranno due opzioni principali:
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- utilizzare il servizio online dell’Agenzia delle Entrate;
- dotarsi di un software a pagamento dedicato alla fatturazione elettronica.