Patto di servizio personalizzato: tutto quello che c’è da sapere

Francesca Ereddia

5 Marzo 2025

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Il Patto di Servizio Personalizzato (PSP) è un passaggio fondamentale nel contesto delle politiche attive del lavoro in Italia, e specialmente nel contesto dell’Assegno di inclusione e del Supporto per la formazione.

Esso rappresenta un accordo tra il cittadino e i centri per l’impiego, che ha l’obiettivo di definire un percorso personalizzato di inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro. La firma del PSP è obbligatoria per i membri occupabili del nucleo. Analizziamo nel dettaglio.

Chi è tenuto a firmare il Patto di servizio personalizzato?

Sono obbligati alla sottoscrizione del PSP tutti i membri del nucleo familiare beneficiario dell’ADI che sono considerati “occupabili“. Questo include individui di età compresa tra i 18 e i 59 anni che non rientrano nelle categorie di esonero.

Sono altresì tenuti a firmare il Patto di servizio personalizzato tutti i fruitori del Supporto per la formazione e il lavoro. Si ricorda inoltre che i membri tra i 18 ed i 59 anni facenti parte di nuclei ADI possono separatamente presentare richiesta per SFL.

Sono invece esonerati dalla firma:

  • over 60: individui che hanno superato i 60 anni di età non sono tenuti alla firma del PSP.
  • persone con disabilità: coloro che presentano disabilità riconosciute sono esonerati dall’obbligo di sottoscrizione del PSP.
  • caregiver di minori di 3 anni o di persone disabili: individui che si occupano della cura di bambini sotto i 3 anni o di familiari con disabilità non sono obbligati a firmare il PSP.
  • donne vittime di violenza: questa categoria è esonerata dalla sottoscrizione del PSP.
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Come si sottoscrive il PSP?

Il percorso verso la firma del PSP prevede diversi passaggi:


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  • sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale (PAD): in questo primo step, il beneficiario manifesta la disponibilità a partecipare a percorsi di inserimento lavorativo;
  • analisi multidimensionale del nucleo familiare: entro 120 giorni dalla sottoscrizione del PAD, i servizi sociali effettuano una valutazione delle condizioni del nucleo familiare per individuare le esigenze e le potenzialità dei suoi membri;
  • sottoscrizione del PAD individuale: entro 30 giorni dall’analisi multidimensionale, i membri occupabili devono sottoscrivere il PAD individuale, confermando la loro disponibilità all’attivazione lavorativa;
  • firma del PSP: il documento definisce gli obblighi del beneficiario, inclusi percorsi di formazione, tirocini, partecipazione ai Progetti Utili alla Collettività (PUC) e ricerca attiva di lavoro.

PSP e Naspi: anche per la disoccupazione è necessario firmarlo?

Sì, anche in caso di disoccupazione è necessario firmare il PSP. Infatti, il percettore Naspi, oltre a firmare la DID (dichiarazione di immediata disponibilità la lavoro) è tenuto anche a firmare il Patto di servizio personalizzato.

Da gennaio 2025, inoltre, NASPI è stata trasferita sui sistemi SIISL, dato la similarità delle procedure e dei punti in comune con ADI ed SFL.

I percettori NASPi sono infatti obbligati ad attenersi alla seguente procedura:

  • iscriversi a SIISL;
  • compilazione del curriculum vitae (CV), fondamentale per candidarsi alle opportunità lavorative;
  • sottoscrivere il Patto di Attivazione Digitale (PAD), un documento che certifica l’impegno del beneficiario a partecipare alle iniziative di inserimento lavorativo;
  • aderire al Patto di Servizio Personalizzato (PSP), che stabilisce il percorso di formazione e reinserimento nel mondo del lavoro.
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Cosa succede se non si firma il PSP?

Il mancato rispetto degli obblighi connessi al PSP può portare alla sospensione o alla decadenza di ADI, di SFL o di Naspi. In particolare, chi non si presenta alle convocazioni dei Centri per l’Impiego o non firma il PSP senza giustificato motivo rischia di perdere il diritto al beneficio economico.

In conclusione, il PSP rappresenta un passaggio obbligato per chi riceve determinati sussidi economici e rientra nelle categorie occupabili. Firmarlo significa accettare un percorso di attivazione lavorativa volto al raggiungimento dell’indipendenza economica. Indipendenza che si trova, per i fruitori tra i 18 ed i 59 anni, alla base dell’erogazione del sussidio stesso.