Pensione gestione separata: come funziona esattamente? Innanzitutto, la Gestione separata è il fondo pensionistico cui devono essere iscritti coloro che svolgono attività di lavoro autonomo e che non hanno l’obbligo di iscrizione a Casse professionali (si pensi ad esempio agli avvocati, che sono iscritti alla Cassa forense e che quindi non hanno obbligo di iscriversi alla Gestione Separata). Ma allora chi deve iscriversi alla gestione separata?
Gestione separata: chi deve iscriversi?
Sono tenuti all’iscrizione alla gestione separata tutti i lavoratori che esercitano per professione abituale, anche se non esclusiva, di attività di lavoro autonomo per la quale non via sia obbligo di iscrizione ad albi professionali.
Tuttavia, i professionisti che pur iscrivendosi a una Cassa specifica non sono tenuti al versamento dei contributi, devono per tale ragione iscriversi comunque alla Gestione separata.
Devono altresì iscriversi i professionisti che seppur occasionali, hanno un reddito da lavoro autonomo superiore ai 5mila euro annui.
Come funziona la gestione separata?
La Gestione separata si occupa di tutte le prestazioni riconosciute dai fondi previdenziali, come:
- pensione di vecchiaia,
- pensione anticipata,
- assegno ordinario di invalidità
- pensione di inabilità
- pensione supplementare
- supplemento di pensione
- etc
Pensione gestione separata: come funziona?
Per ottenere la pensione, i requisiti sono i medesimi di quelli previsti per gli altri lavoratori. La pensione può essere attualmente ottenuta con 67 anni di età ed il versamento di 20 anni di contributi.
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Quanto alla pensione anticipata, vale lo stesso discorso: i requisiti contributivi sono di 41 anni e 10 mesi di contribuzione per le donne e 42 anni e 10 mesi di contribuzione per gli uomini.
Ma vi è una differenza: agli iscritti alla Gestione separata è riconosciuta la possibilità di ottenere la pensione di vecchiaia a 71 anni con soli 5 anni di contribuzione effettiva. In alternativa, a 64 anni con 20 anni di contributi ma a condizione che l’assegno non sia inferiore ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale.
Computo iscritti a gestione separata
Agli iscritti alla Gestione è altresì riconosciuta la facoltà di computo. Tale facoltà è un’opzione offerta agli iscritti alla Gestione Separata che permette di accorpare i contributi versati in altre gestioni previdenziali all’interno della Gestione Separata INPS, così da raggiungere i requisiti per la pensione. Questo strumento può risultare molto utile per i lavoratori con carriere che non hanno seguito un percorso univoco e caratterizzate da periodi di lavoro in diverse gestioni.
Possono avvalersi di questa facoltà:
- coloro che abbiano versato almeno 15 anni di contributi totali, di cui almeno 5 anni versati nella Gestione Separata;
- chi non ha maturato i requisiti per altre pensioni autonome.
Cumulo contributivo
Un altro strumento che potrebbe sembrare simile al computo è il cumulo. Il cumulo a differenza del computo implica invece un sistema di calcolo basato sulla sommatoria di tutti i periodi contributivi presenti nelle gestioni in cui il lavoratore è stato iscritto. Facciamo un esempio per capire meglio la differenza. Iniziamo dal cumulo, che è l’oggetto principale del nostro paragrafo:
Mario ha lavorato per diversi anni come dipendente presso un’azienda, accumulando contributi nell’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO). Successivamente, ha svolto un’attività come libero professionista, versando i contributi nella Gestione Separata. Ora desidera andare in pensione, ma i suoi contributi sono suddivisi tra due gestioni.
Con il cumulo contributivo, Mario può sommare i contributi versati nell’AGO e quelli della Gestione Separata senza costi aggiuntivi. Questa operazione permette a Mario di ottenere una pensione unificata. Tuttavia, la pensione sarà calcolata in modo proporzionale: ogni ente previdenziale (AGO e Gestione Separata) verserà la propria quota in base ai contributi accumulati rispettivamente.
Passiamo ora al computo. Lucia ha versato 10 anni di contributi come dipendente pubblico nella Cassa Stato e successivamente ha lavorato come libera professionista per altri 20 anni, contribuendo alla Gestione Separata dell’INPS. Vorrebbe ora totalizzare tutto il periodo contributivo in un’unica gestione, ossia la Gestione Separata.
Con il computo nella Gestione Separata, Lucia può trasferire i contributi versati nella Cassa Stato direttamente nella Gestione Separata. Così facendo, i 10 anni versati nella Cassa Stato vengono “spostati” e riconosciuti interamente nella Gestione Separata. Questo le permette di ottenere una pensione calcolata integralmente dalla Gestione Separata, senza frammentazioni tra le casse.
Pensione Supplementare
La gestione separata prevede anche una pensione supplementare. La pensione supplementare entra in gioco ogni qualvolta il lavoratore non abbia i requisiti di contribuzione per la liquidazione di una pensione autonoma. In questo modo, gli è data facoltà di richiedere la liquidazione di una pensione supplementare al compimento dell’età pensionabile di vecchiaia (67 anni).