Non tutti i pensionati prendono quanto dovrebbero. E non si tratta di un errore dell’INPS, ma di scarsa conoscenza delle normative e delle prestazioni aggiuntive (quindi bonus) che spetterebbero a determinate categorie di cittadini. Vediamo quindi quali sono i bonus per pensionati che è possibile richiedere, con gli arretrati degli ultimi 5 anni, grazie a un semplice click sul sito dell’INPS.
Pensioni 2025, il problema dei “diritti inespressi”
Succede che alcuni pensionati, per scarsa conoscenza della legge, non riescano a usufruire di tutti i bonus a cui avrebbero diritto. Si parla in questo caso di “diritti inespressi”, cioè diritti esistenti che tuttavia non vengono legittimamente goduti dalla persona interessata. Insomma, tutte quelle misure che vanno a sostegno dei redditi più bassi riconoscendo una maggiorazione, un bonus, oppure un’integrazione all’assegno percepito.Ma il punto è che l’applicazione di questi bonus non è automatica. Occorre invece farne richiesta sul sito dell’INPS, servendosi di una procedura (per fortuna) piuttosto semplice. Il primo passo è affidarsi al servizio “consulente digitale delle pensioni”, un servizio personalizzato attraverso cui i pensionati possono verificare, molto rapidamente, se hanno diritto a prestazioni integrative o bonus per aumentare il proprio assegno. Ecco quali sono, in breve, tutti i bonus disponibili con un click sul sito dell’INPS.
Il supplemento all’assegno pensionistico
Il supplemento è un aumento dell’assegno pensionistico pensato per chi ha continuato a lavorare anche dopo la pensione. Può essere richiesto dopo cinque anni dalla pensione (o dal precedente supplemento), ma è possibile anticipare la richiesta a soli due anni dal pensionamento, per una volta sola, nel caso in cui il pensionato abbia già superato l’età del pensionamento di vecchiaia.
L’integrazione al trattamento minimo
Per le pensioni molto basse, esiste la possibilità di un’integrazione fino al raggiungimento di un importo minimo (che varia ogni anno), ammesso che il pensionato non superi una determinata soglia di reddito. Nel 2025 l’importo della cosiddetta pensione minima è di 603,40 euro, quindi se la pensione ricevuta è più bassa di questa soglia, si può fare tranquillamente una richiesta di integrazione.
Va tuttavia notato che questa integrazione è possibile solo per i pensionati che hanno l’assegno calcolato con il sistema retributivo o misto, quindi con almeno un contributo settimanale versato entro il 31 dicembre 1995. Inoltre, come detto, esistono requisiti reddituali da rispettare: la somma di tutti i redditi percepiti deve essere inferiore alla soglia di 7.844,20 euro (tenendo conto anche del reddito dell’eventuale coniuge, con il limite complessivo che in tal caso non deve superare i 23.532,60 euro).
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Gli assegni per il nucleo familiare
Esistono poi gli Assegni per il nucleo familiare (ANF), nonostante l’introduzione dell’Assegno unico universale li abbia decisamente limitati. Gli ANF prevedono requisiti di reddito da rispettare e sono disponibili per i seguenti componenti del nucleo familiare:
- Il coniuge non legalmente ed effettivamente separato
- La parte di unione civile non sciolta da unione civile
- I fratelli, le sorelle, i nipoti in linea collaterale con il richiedente, che siano minori di età o maggiorenni inabili, oppure orfani di entrambi i genitori e non aventi diritto alla pensione ai superstiti.
Oltre a questo, va ricordata la possibilità di usufruire dell’assegno di vedovanza. Cioè nel caso di morte del titolare della pensione su cui venivano riconosciuti gli ANF, il coniuge superstite può continuare a beneficiare del bonus, a condizione che si trovi, causa infermità o difetto fisico o mentale, nell’assoluta e permanente impossibilità di avviare o essere avviato a un’attività lavorativa.
La quattordicesima e le maggiorazioni sociali
Nel novero dei bonus per pensionati va inserita anche la quattordicesima, una somma aggiuntiva alla pensione che spetta ai pensionati di almeno 64 anni e con un reddito annuo lordo inferiore a due volte il trattamento minimo.
Infine esistono le maggiorazioni sociali, vale a dire incrementi delle prestazioni previdenziali rivolti ai pensionati economicamente svantaggiati con almeno 60 anni di età. Questi aumenti vengono applicati soltanto alle pensioni a carico dell’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), o delle forme esclusive e sostitutive della stessa e delle gestioni speciali per i lavoratori autonomi.
Le maggiorazioni sociali si estendono anche a determinate prestazioni assistenziali, come l’Assegno sociale o anche le provvidenze per invalidi civili, ciechi e sordomuti. Hanno un importo fisso e non soggetto a perequazione annuale, che nel 2025 è pari a:
- 25,83 euro al mese per i pensionati che hanno tra i 60 e i 64 anni
- 82,64 euro al mese per i pensionati di età compresa tra i 65 e i 69 anni
- 136,44 euro al mese per i pensionati con almeno 70 anni di età, ridotti però a 124,44 euro per chi percepisce la quattordicesima mensilità.
A partire dai 70 anni, dunque, spetta ai pensionati il cosiddetto “incremento al milione”. Ma è consentito ridurre l’età minima per riceverlo, da 70 a 65 anni, in base agli anni di contribuzione maturati: ogni 5 anni di contribuzione è possibile anticipare di un anno il requisito anagrafico, con una soglia minima di 2 anni e mezzo di contributi.