In redazione ogni giorno arrivano tantissime richieste di sostegno nel districarsi fra i vari sussidi, ritardi di erogazione e presentazioni delle domande. Tra i tanti quesiti che abbiamo letto tra social ed email, oggi rispondiamo a una domanda molto specifica dedicata al sussidio di disoccupazione NASpI.
Un utente, infatti, ci scrive chiedendoci: perché l’importo NASpI si riduce mese dopo mese? Purtroppo non si tratta di un errore, ma proprio di un meccanismo del sussidio stesso. Vediamo come funziona in questa nostra nuova rubrica in cui La Redazione Risponde.
Meccanismo di riduzione dell’importo NASpI
La riduzione progressiva dell’importo della NASpI è dovuta a un taglio del 3% a partire dal primo giorno del 6° mese di fruizione. Per chi, invece, ha compiuto 55 anni alla presentazione della domanda la riduzione scatterà dall’ottavo mese (art. 4, comma 3). Questo meccanismo è stato introdotto per incentivare il rientro nel mondo del lavoro dei disoccupati ed evitare la dipendenza a lungo termine dall’indennità, stimolando attivamente il beneficiario a cercare e accettare un nuovo impiego. La riduzione si applica nel seguente modo:
- Primi 6 mesi → l’importo della NASpI rimane invariato.
- Dal settimo mese in poi → la somma viene ridotta del 3% ogni mese.
Ad esempio, se percepisci una NASpI iniziale di 1.000€ al mese e il settimo mese scatta la riduzione:
- Mese 6: 970€ (riduzione del 3%)
- Mese 7: 941€ (ulteriore riduzione del 3%)
- Mese 8: 913€ (continua la riduzione)
- E così via fino alla fine del periodo di erogazione.
Come si calcola la NASpI
La NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) è un’indennità di disoccupazione erogata dall’INPS ai lavoratori dipendenti che hanno perso involontariamente il lavoro, anche se ci sono casi in cui anche chi ha presentato dimissioni volontarie può richiederlo. Si tratta di un sussidio economico temporaneo, introdotto dal Jobs Act (D.Lgs. 22/2015), che ha sostituito le precedenti indennità ASpI e Mini-ASpI. Questo sussidio si calcola inizialmente in base alla media della retribuzione mensile imponibile degli ultimi quattro anni (con una specifica formula che prevede il 75% della media, eventualmente integrato dal 25% della differenza se la media supera un certo importo di riferimento). Tuttavia, per incentivare il ritorno al lavoro come detto poco più sopra, dalla normativa deriva un meccanismo di decurtazione – il cosiddetto “decalage” – che riduce progressivamente l’indennità nel tempo.