La procedura di rinnovo ADI è stata aggiornata con nuove indicazioni operative dal Ministero del Lavoro, che pongono particolare attenzione sui nuclei familiari per cui, nel corso della prima domanda, era stata dichiarata la presenza di una ‘condizione di svantaggio’ (ad esempio disabilità, disagio sociale o sanitario grave). La gestione di queste situazioni è tutt’altro che secondaria: dimenticare di fornire certificazioni aggiornate può infatti portare al blocco del rinnovo, causando la perdita temporanea o definitiva del beneficio. Ecco di seguito tutti i dettagli.
Rinnovo ADI e certificazione di svantaggio, come funziona
La questione toccata di recente dal Ministero del Lavoro interessa tutte le famiglie che, in fase di domanda iniziale di ADI, hanno dichiarato – per uno o più componenti – una condizione di svantaggio certificata da specifica documentazione e, molto spesso, l’inserimento in programmi di cura e assistenza. Si tratta di situazioni delicate, in cui la tutela sociale poggia interamente sulla congruità e sulla validità dei certificati medici, psicologici o dichiarazioni ufficiali delle autorità competenti (ASL, servizi sociali, enti pubblici).
Il rinnovo dell’ADI, in questi casi, deve dunque tenere conto non solo dei requisiti ISEE e anagrafici, ma anche e soprattutto della corretta ripresentazione delle evidenze che attestano il perdurare della condizione dichiarata inizialmente.
Le novità della procedura: attenzione alla scadenza dei certificati
La nuova nota del Ministero chiarisce quindi come, al momento della domanda di rinnovo ADI, si debbano dichiarare nuovamente gli estremi delle certificazioni di svantaggio depositate in precedenza, ma solo nel caso in cui:- La condizione dichiarata non sia cambiata
- La certificazione sia ancora valida (cioè non sia scaduta alla data della nuova domanda).
Se invece il certificato o il programma di cura è scaduto, non basta riproporre gli stessi dati della prima domanda: è obbligatorio essere già in possesso di una nuova certificazione aggiornata, che dovrà essere allegata al momento del rinnovo. Senza questo documento, la domanda non può essere lavorata e si rischia la decadenza dal diritto.
L’amministrazione consiglia quindi di muoversi con largo anticipo, comunicando quanto previsto tramite modello ADI-Com esteso almeno due mesi prima della scadenza.
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Cosa succede se la certificazione di svantaggio è scaduta
Se la certificazione risulta scaduta o non aggiornata, il rischio è doppio: non solo la nuova domanda ADI rimane bloccata, ma si può addirittura decadere dalla prima fruizione dell’ADI, perdendo anche gli arretrati eventualmente dovuti. In sostanza, per chi si trova in condizioni di svantaggio, la validità della documentazione non è solo una formalità, ma il presupposto stesso dell’accesso al beneficio.
Un’ulteriore attenzione va posta poi al caso in cui, per la domanda iniziale, fossero stati forniti certificati senza data di scadenza dichiarata. In queste circostanze, non si può dare per scontata la validità ‘indefinita’ delle certificazioni. Ma al momento del rinnovo va effettuata una nuova verifica presso l’ente certificatore, assicurandosi che la condizione di svantaggio e l’inserimento in programmi di assistenza siano ancora effettivi.
Come tutelarsi: tutti i passi consigliati
Ecco alcuni suggerimenti pratici per tutelarsi da eventuali problemi:
- Controllare la data di scadenza delle certificazioni e dei programmi di cura già in possesso, almeno due mesi prima della presentazione della domanda di rinnovo ADI
- Nel caso di scadenza imminente, prendere appuntamento con i servizi sanitari/sociali per ottenere tutta la documentazione aggiornata entro i tempi richiesti
- Durante il rinnovo della domanda ADI, riportare con precisione gli estremi dei nuovi certificati e allegare eventualmente altri documenti richiesti
- Monitorare la piattaforma INPS e il proprio fascicolo digitale, per eventuali richieste di integrazione documentale che l’ente può sollecitare in caso di dubbi sulla validità delle certificazioni.