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Scadenze fiscali, come sopravvivere

L'AdE ha reso operativo l'addebito automatico dei pagamenti ricorrenti. Si semplificano le scadenze fiscali, ma bisogna comunque fare attenzione.

di Tommaso Pietrangelo
9 Agosto 2024
in Attualità, Fisco e tasse
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Scadenze fiscali, ecco come sopravvivere alle deadline. Finisce per gli imprenditori e i professionisti l’incubo scadenze fiscali, a quanto pare. Perché da ora sarà possibile disporre l’addebito automatico dei pagamenti ricorrenti, senza il rischio (ricorrente) di dimenticarsi una rata o finire involontariamente nei pasticci. Questo notevole passo in avanti arriva grazie al Decreto Adempimenti (articolo 17), reso operativo dall’Agenzia delle Entrate in data 5 agosto 2024. Ma anche se l’obiettivo di semplificare la riscossione ora sembra più vicino, ci sono comunque paletti importanti a cui fare attenzione. Altrimenti si rischia che i pagamenti, pur automatici, non vadano a buon fine. Ecco di seguito tutti i particolari.

Sommario

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  • Scadenze fiscali, la fine di un incubo
  • Come funzionano i pagamenti automatici
  • A cosa bisogna fare attenzione prima della delega
  • L’annullamento degli addebiti automatici

Scadenze fiscali, la fine di un incubo

Passi in avanti sul fisco. L’Agenzia delle Entrate dà il via libera al Decreto Adempimenti, per cui, da oggi, sarà possibile mettere la parola fine al calvario dei pagamenti ricorrenti. Perché diciamocelo, a chi non è mai capitato di dimenticare una scadenza e dover passare le pene dell’inferno a causa della propria svista? Ora l’articolo 17 del Decreto Adempimenti offre una scappatoia: per tutti i versamenti ricorrenti, rateizzati e predeterminati di contributi e imposte – che vengono effettuati mediante i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate -, è possibile per il contribuente disporre in maniera preventiva l’addebito delle somme dovute in futuro. In poche parole, si può collegare il proprio conto e fare in modo che i pagamenti rateizzati funzionino automaticamente.

È un bel passo in avanti, che potrebbe snellire anche una marea di pratiche e risparmiare ai bravi cittadini dimenticanze più fastidiose che altro. Il provvedimento 313945/2024, varato dall’Agenzia per dare via libera al Decreto, cancella così anni di incubi fiscali a partire dal 5 agosto. Almeno in teoria. Ecco come funziona.

Come funzionano i pagamenti automatici

Ora per imprenditori e liberi professionisti sarà tutto più facile. Con un paio di “clic”, i pagamenti ricorrenti all’Agenzia delle Entrate possono diventare automatici, evitando così noiose dimenticanze e file inutili in presenza. Basta ricordarsi di effettuare la delega di pagamento con il modello F24, ed è possibile farlo per tutti i pagamenti previsti dall’articolo 17 del decreto legislativo 241 del 1997. In sintesi, si possono automatizzare le seguenti tipologie di pagamento:

  • Le imposte sui redditi
  • Imposte sostitutive sui redditi
  • Contributi previdenziali e assistenziali
  • Iva
  • Interessi sui piani rateali
  • Tasse scolastiche e tasse governative

Il Provvedimento stabilisce che l’Agenzia delle Entrate, a ogni scadenza ricorrente, procederà all’inoltro delle deleghe di pagamento agli intermediari della riscossione che sono convenzionati. E in questo modo verrà richiesto l’addebito sul conto indicato dal contribuente, con conseguente riversamento delle somme dovute. Sembra un iter complesso, ma semplifica enormemente quello che invece accadeva prima. La procedura è presa in carico attraverso il servizio “I24” e, salvo intoppi, tutto dovrebbe avvenire in maniera automatica e fluida.

A cosa bisogna fare attenzione prima della delega

Tutto bello quindi, e in teoria facile. Ma affinché i nuovi automatismi siano efficaci, e se si vuole che i pagamenti automatici vadano a buon fine, bisogna tenere conto di alcuni passaggi importanti. Innanzitutto, prima di inoltrare la delega il contribuente deve verificare che il conto di addebito sia aperto presso un intermediario della riscossione convenzionato con l’Agenzia delle Entrate. E inoltre, la convenzione deve sussistere sia al momento della delega che in seguito, cioè durante tutto il rapporto.


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Secondo punto fondamentale: il contribuente è tenuto a verificare che le somme disponibili sul proprio conto siano sufficienti all’addebito. Una precisazione ovvia ma necessaria, perché zero soldi sul conto, al momento del prelievo automatico, equivalgono a molti problemi col fisco. Infine, è strettamente necessario che il codice fiscale del contribuente, come indicato nell’I24, corrisponda al codice fiscale del titolare o del cointestatario del conto scelto per l’addebito. Come ultimissima postilla, è anche utile ricordare a imprenditori e professionisti che la delega di pagamento non può avere una durata superiore ai 5 anni. Quindi, c’è libertà e meno stress nello stare dietro ai pagamenti. Vero. Ma non bisogna tirare troppo la corda.

L’annullamento degli addebiti automatici

Un ultimo punto cruciale è la possibilità di annullamento dell’addebito. Si può fare, però la richiesta di annullamento di una o più deleghe ha un limite temporale: può essere inoltrata (sempre attraverso i servizi telematici dell’Agenzia) solo fino al terzultimo giorno lavorativo antecedente la data di versamento scritta sull’I24. Esistono poi alcune circostanze particolari: per esempio, in caso di modifica o decadenza del piano di rateazione, non avviene un annullamento automatico delle deleghe di pagamento. Quindi in questi casi il contribuente dovrà provvedere, prima della scadenza prefissata, ad annullare manualmente la singola delega. E lo stesso vale se al momento del pagamento automatico non c’è più (in parte o del tutto) il credito indicato sull’I24. Anche qui bisognerà rimediare alla vecchia maniera.

Insomma, le nuove procedure introdotte dall’Agenzia semplificano parecchio la vita in termini di scadenze fiscali. Bisognerà solo ricordarsi un paio di punti: indicare correttamente il conto di addebito, fare in modo che il conto abbia abbastanza soldi e, se qualcosa dovesse andare storto, sbrigarsi ad annullare le operazioni in tempo.

Tags: 2024agenzia delle entratescadenze fiscali
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