Smart working fragili: la scadenza del diritto di smart working garantito ai lavoratori che rientrano nella categoria dei “super-fragili”, ovvero coloro che soffrono di gravi patologie croniche, è stata spostata dal 30 settembre al 31 dicembre.
I lavoratori fragili e superfragili quindi avranno tempo fino a fine anno per poter svolgere le loro mansioni direttamente da casa. Stop invece, già dallo scorso luglio, per i lavoratori con figli under 14 .
E’ stato con la legge 3 luglio 2023, n. 85, che si era prorogato prima al 30 settembre 2023 il diritto per i lavoratori fragili nel settore pubblico e privato di svolgere la propria attività lavorativa da casa, vista l’emergenza sanitaria relativa al covid.
Ora, tale proroga ha subito una proroga ulteriore: i lavoratori fragili e super fragili sono dispensati fino a fine anno dallo svolgere l’attività lavorativa sul posto di lavoro, e potranno farlo direttamente da casa.
Smart working fragili proroga: spostata la data di scadenza
Il nuovo decreto Proroghe include la tanto attesa estensione del termine per la categoria dei fragili. Secondo il testo, questi lavoratori avranno il diritto di rimanere in smart working fino al 31 dicembre 2023.
I datori di lavoro sono quindi obbligati a garantire la possibilità di adibire il personale a mansioni diverse, sulla base dei compiti che devono svolgere e della natura degli stessi. L’articolo 8 della bozza prevede la destinazione di alcuni fondi per la possibile sostituzione del personale scolastico e, in particolare, è prevista anche l’assegnazione di compiti di supporto alla realizzazione dei Piani formativi.
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Lavorare in smart working può offrire opportunità diverse per i lavoratori fragili e superfragili.
Chi sono i superfragili?
È importante ricordare che la legge 85/2023, che converte il Decreto lavoro, ha mantenuto la distinzione tra due categorie di lavoratori con problemi di salute: fragili e superfragili.
Chi sono i fragili e i super fragili?
- I lavoratori oggi definiti “super fragili” sono quelli specificamente identificati dal decreto del ministro della Salute del 4 febbraio 2022, la cui malattia deve essere certificata dal medico di base del lavoratore. Questi lavoratori hanno il diritto, nel caso in cui svolgano compiti non adatti al lavoro agile, di essere assegnati a una mansione diversa, sempre con lo stesso stipendio previsto dal contratto collettivo di lavoro applicato. Non sono quindi soggetti alle eventuali regole emanate dall’azienda per il lavoro agile, che ormai è diffuso nelle aziende, e il COVID non è il solo fattore di rischio per loro. Si tratta quindi di una categoria ulteriormente protetta, e che non ha niente a che vedere con il classico smart working per motivi organizzativi o economici.
- i dipendenti “fragili” che soddisfano i criteri precedentemente identificati nel testo unico per la salute e sicurezza dei lavoratori, come quelli esposti a un maggiore rischio di contagio da Covid a causa dell’età o dell’immunodepressione dovuta a patologie oncologiche, sottoposti a terapie salvavita e, in generale, coinvolti in una situazione di fragilità certificata dal medico competente dell’azienda. Per quanto riguarda l’assegnazione al lavoro agile, non godono dello stesso diritto di cambio di mansione che può essere valutato dal datore di lavoro in relazione all’organizzazione aziendale.
Fragili e superfragili, dunque, rimarranno ora in smartworking fino alla conclusione del corrente anno, ovvero fino al 31 dicembre 2023