Storie ADI. Mattia e la madre Ada sono rimasti esclusi dall’assegno di inclusione: rispettivamente 28 e 54 anni, sono ritenuti dallo Stato “occupabili”. Ma senza lavoro “noi non arriviamo a fine mese”.
Storie ADI: “Mia madre? Non viene assunta alla sua età. Io vengo sfruttato”
Racconta Mattia, la mamma Ada (che ha perso di recente il lavoro a seguito della chiusura dell’azienda per la quale lavorava) non viene assunta per via dell’età. “Mia madre ha 54 anni, chi assume una persona di quell’età? Ha difficoltà a trovare lavoro, pur inviando curriculum su curriculum”.
Per quanto riguarda Mattia, invece, ogni colloquio è sempre la stessa storia: contratto non regolare, ore di lavoro e turni massacranti, il tutto per un corrispettivo basso, troppo basso per poter arrivare a fine mese. Nonostante tutto, Mattia non si tira indietro: “Mi daranno pure pochi spicci, ma intanto dobbiamo avere i soldi per fare la spesa, quindi accetto qualsiasi lavoro. Il Supporto per la formazione? Si è rivelato un flop totale, mi proponevano corsi a 50 km da casa, e a stento quei 300 euro mi erano sufficienti per la benzina e le spese base quindi ho rinunciato”.
Anche la mamma ha fatto richiesta per SFL, ma da aprile scorso a ora ha ricevuto un solo pagamento: “A mia madre non propongono mai corsi. Dopo l’orientamento, spariti gli organizzatori, e sparite anche le erogazioni del sussidio”.
E si chiede: “Possibile che le regole dell’assegno di inclusione siano così stringenti? Che non diano scampo e non tengano in considerazione il fatto che alcune famiglie non possono nemmeno arrivare a fine mese?”
ADI e i parametri troppo stringenti
Il problema principale della famiglia di Mattia è che, purtroppo, non rientrano nella scala ADI perché entrambi under 60.
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Come sappiamo, ADI spetta a:
- over 60
- nuclei con minori
- nuclei con componenti disabili
Il nucleo di Mattia rappresenta uno speciale caso di nucleo tutto under 60, che, seppur rispondente ai parametri e limiti ISEE, non rientra in ADI per via del fattore età.
Ma la domanda posta dal ragazzo è del tutto legittima: possibile che lo Stato non tenga in considerazione il fatto che un nucleo composto da persone sotto i 60 anni può comunque avere grosse difficoltà a trovare un impiego che permetta loro di arrivare a fine mese?
A questo, si aggiunge la cocente delusione del Supporto per la formazione, presentato come la soluzione ai problemi di occupazione in Italia, e che invece ha creato forse addirittura l’effetto paradosso di esacerbarli. Sì, perché quanti credevano nel sussidio in questione, hanno perso mesi nell’attesa di ricevere offerte lavorative che non si sono mai palesate. Tempo che avrebbero invece potuto impiegare nella ricerca di un lavoro. Ed ecco che ad oggi, dopo un anno e mezzo, la situazione occupazionale italiana è forse anche più disastrosa di prima.
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