Storie SFL, la storia di Claudio. “Abito in una cantina. Dopo i GOL il silenzio”

Francesca Ereddia

9 Ottobre 2024

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Storie SFL. Claudio (nome di fantasia, ndr) ha fatto domanda lo scorso settembre 2023, e ha ricevuto il pagamento per via dei GOL. Dopo poche ore, i corsi risultavano già come terminati. Ovviamente, questo ha significato niente pagamenti regolari, per un intero anno, fino ad oggi.

La storia si ripete ancora e ancora. Di fronte a un governo che prima promette e poi fa orecchie da mercante, il mondo sommerso di coloro che vagano senza meta nei meandri di SFL è ogni giorno più affollato. Nonostante gli slanci da parte dei vertici del governo e le rassicurazioni che facevano sperare in un miglioramento dei sistemi SIISL, a oltre un anno dalla nascita del Supporto per la formazione, la situazione è sempre la stessa.

Chi paga? Come sempre, ovviamente, i cittadini onesti.

Storie SFL, ho i pagamenti interrotti da maggio

La domanda di Claudio è oramai terminata (sono decorsi i 12 mesi dalla presentazione della domanda): senza sussidio e senza lavoro, ci dice: “Abito in una cantina, non posso più neanche mangiare o comprare i farmaci”. 

Pagamenti ricevuti? Solo uno, quello dei GOL, in 12 mesi. Po il nulla cosmico. Inutile informarsi, i corsi non ci sono. Le offerte di lavoro? Tutte, spesso, impraticabili. E Claudio è solo, di fronte al muro di silenzio delle istituzioni.

“Come può lo stato trattarci così?”, si chiede. Per via del suo vissuto e di problemi tuttavia comuni a tante altre persone, Claudio ora si trova a vivere in stato di indigenza. “Ho perso il lavoro l’estate scorsa per colpa della separazione dalla mia compagna, poiché ovviamente le hanno lasciato casa, figli e tutto il resto. Io sono stato obbligato ad andare via e ormai sono un morto che cammina perché ho perso la speranza in tutto”.

I colloqui andati a vuoto

Ci racconta Claudio: “Faccio colloqui ma nessuno mi prende perché i posti di lavoro sono sempre raggiungibili solo in auto. Auto che io non ho più. Ho dovuto vendere tutti i miei averi, compresi quelli a cui ero particolarmente legato, come un anello, una collana ed un bracciale. Non so più cosa fare”.
Claudio ci dice anche di essere invalido al 60%, ma, purtroppo, le soglie di invalidità per accedere ad ADI sono del 67%, cosa che dunque lo taglia irrimediabilmente fuori dall’assegno di inclusione.
Tristemente, il nostro lettore conclude con: “Le decisioni di chi sta al governo hanno ucciso milioni di persone. Io spero solo nella giustizia divina, ormai”.