Tagli bonus ristrutturazioni: dal 2025 entrano in vigore alcuni cambiamenti. Ma è dal 2028 che si avrà un drastico e brusco calo al ribasso.
Tagli bonus ristrutturazioni: cosa accade nel 2025?
Già a partire dal prossimo anno, il bonus ristrutturazioni scenderà al 36%, su un massimo di 48mila euro di spesa. Poi, scenderà al 30% nel 2028.
Se l’anno scorso il picco a ribasso era stato scongiurato a sorpresa, con un nuovo aumento al 50%, non appare plausibile che accada nuovamente.
Il bonus finora ha aiutato quella fetta di italiani alle prese con sostituzione di caldaie, infissi, installazione di ascensori, e un ampio corollario di interventi di manutenzione straordinaria, demolizione e restauro. Ma ora si dà il via ai tagli e piovono già le prime critiche.
Bonus ristrutturazioni: come funziona?
La storia del bonus ristrutturazioni è longeva: introdotto nel 1986, inizialmente prevedeva uno sconto del 36% su una spesa massima di 96 milioni di lire.
Poi, nel corso degli anni, il bonus è andato incontro a numerosi interventi, con un andamento altalenante. Per le spese sostenute entro il 2024, attualmente il bonus corrisponde a una detrazione del 50% per una spesa massima di 96mila euro, da recuperare in 10 anni.
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Ma il vero puntctum dolens della riforma è la norma “spalmacrediti” e la sua retroattività, che desta le prime critiche.
I dubbi sullo “Spalmacrediti”
Il primo a dirsi scettico sulla norma Spalmacrediti e sulla sua retroattività è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, dicendosi contrario “perché il cittadino perde fiducia nelle istituzioni“
Anche Codacons è sulla stessa falsariga: “Sulla questione della retroattività delle nuove norme sul Superbonus il Codacons è pronto ad avviare un contenzioso legale contro lo Stato“.
Su un auspicato cambio di rotta del Governo in tal senso, qualora non dovesse avvenire, Carlo Rienzi, presidente Codacons, è stato categorico: “Siamo pronti a ricorrere in ogni sede contro la questione della retroattività delle nuove norme, che va contro ogni principio di legalità e correttezza previsto dal nostro ordinamento“.
Lo Spalmacrediti, ricordiamo, ha introdotto da quest’anno l’obbligo di ripartire le detrazioni edilizie in 10 anni, anziché in 4, ma la sua retroattività si estende fino a tutto il 2023 compreso, causando per l’appunto i dissidi sopra accennati.