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Che cosa è la TARI e chi la deve pagare?

La tassa sui rifiuti, entrata in vigore nel 2014, è a carico di persone, enti ed aziende. Con il caso particolare degli affittuari. Ecco i dettagli.

di Tommaso Pietrangelo
6 Giugno 2024
in Fisco e tasse
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Che cosa è la TARI e chi la deve pagare? La TARI, l’imposta sui rifiuti valida per legge a partire dal 2014, è prevista per tutti i cittadini (proprietari o in affitto), enti e aziende. Ecco come fare a pagarla, quali sono le riduzioni (e chi ne può usufruire), compreso il caso particolare del pagamento TARI in caso di affitto. Qui sotto tutti i dettagli. 

Sommario

Toggle
  • Che cosa è la TARI e chi la deve pagare
  • Le riduzioni TARI e i requisiti per la loro fruizione 
  • Le esenzioni TARI
  • Chi paga la TARI in caso di affitto

Che cosa è la TARI e chi la deve pagare

La TARI, o tassa sui rifiuti, è stata istituita dalla legge di stabilità per l’anno 2014, secondo l’art. 1, co. 639 e ss., della Legge 27 dicembre 2013, n. 147. È un tributo che fa parte dell’imposta unica comunale (IUC), insieme all’IMU e alla TASI (tributo per sevizi indivisibili), dovuto a ogni Comune di residenza dai singoli cittadini, ma anche da aziende ed enti. Il pagamento della TARI va a sostegno del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, di cui godono tutti i cittadini senza distinzioni. 

Devono pagare la TARI tutti gli occupanti di locali e aree scoperte (utilizzate a qualsiasi titolo) che siano situate all’interno del territorio comunale. Dunque, sia il proprietario dei suddetti locali o aree, sia chi ne dispone per un tempo limitato (con regolari contratti) è tenuto a versare la tassa. Esistono, però, alcune eccezioni, circostanze in cui è possibile richiedere riduzioni ed esenzioni legate a particolari casi. L’importo della TARI è stabilito dal regolamento comunale ed è da pagare per anno solare. 

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Va inoltre ricordato, brevemente, che la tassa sui rifiuti è composta da due parti: una fissa e una variabile.
La parte fissa è calcolata dall’ente comunale, tenendo conto dei costi del servizio e della superficie di ciascuna abitazione, così come del numero di componenti presenti all’interno del nucleo familiare. La parte variabile, invece, viene calcolata in base alla quantità di rifiuti indifferenziati e differenziati che sono prodotti dagli occupanti di ciascuna proprietà (sia residenti fissi che non residenti). 

Le riduzioni TARI e i requisiti per la loro fruizione 

Per il pagamento della TARI sono previste riduzioni di vario genere. Nei seguenti casi, la TARI è ridotta alla misura massima del 20%:

  • Mancata attuazione del servizio di gestione dei rifiuti
  • Erogazione del servizio con gravi violazioni della norma di riferimento
  • Interruzioni del servizio che arrechino danni, o pericolo di danni, alle persone o all’ambiente

Inoltre, la TARI può essere ridotta nei singoli casi dai rispettivi Regolamenti comunali. Ecco alcune casistiche ricorrenti: 


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  • Uso non continuativo dell’immobile, come accade per le abitazioni usate stagionalmente;
  • Occupante unico dell’immobile, ovvero una persona che vive da sola;
  • Parti abitative di case coloniche, occupate da agricoltori;
  • Occupante residente all’estero, per un periodo non inferiore a 6 mesi.

Le esenzioni TARI

Per legge, non sono soggetti a TARI tutti gli spazi improduttivi di rifiuti, in base al criterio di “non utilizzabilità” dei locali e delle aree. Tuttavia, questa circostanza deve essere legata a condizioni del tutto oggettive, come ad esempio la mancanza di requisiti di abitabilità (allacciamenti elettrici, fognari, idrici ecc.). Se lo spazio, invece, è tecnicamente abitabile (anche se inutilizzato) sarà a tutti gli effetti soggetto a TARI. 

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Ecco quali spazi, in particolare, sono esenti dal pagamento della tassa: 

  • Parti condominiali non utilizzate in via esclusiva, come l’androne o le scale di accesso;
  • Locali dove è oggettiva l’impossibilità di produrre rifiuti in modo autonomo, ad esempio solai o cantine;
  • Aree o locali dove, in particolari lassi di tempo, non è possibile produrre rifiuti.

Chi paga la TARI in caso di affitto

Esiste un caso molto particolare, cioè quello degli affitti. Per stabilire chi debba pagare la TARI, se il proprietario o l’affittuario, è necessario controllare la durata della locazione, seguendo quanto stabilito specificamente dall’art. 643 della Legge di Stabilità 2014. Infatti: 

  • Per contratti di durata inferiore ai 6 mesi, la TARI va pagata dal proprietario di casa, anche se si può scegliere l’addebito forfettario della quota all’inquilino nel canone di locazione
  • Nel caso di contratti di locazione che durano più di 6 mesi, l’obbligo di pagare la TARI spetta sempre all’inquilino

Esiste però un dettaglio da non dimenticare. Infatti, per i contratti di locazione di durata non temporanea (es. quadriennale), in cui l’affittuario è entrato nell’immobile per un numero di mesi inferiore a 6, gli sarà comunque addebitata la Tari per tutti i mesi di detenzione, come si evince dalla nota IFEL del 1° settembre 2014.

Nell’eventualità, poi che l’inquilino in affitto non paghi la TARI, il Comune potrà richiedere il pagamento della tassa (e delle sanzioni) solo ed esclusivamente all’inquilino stesso. Il proprietario, dunque, non dovrà sborsare nulla. Ma è comunque possibile sanare in tempo le eventuali sanzioni, ricorrendo al ravvedimento operoso entro i termini previsti dalla legge. 

 

 

Tags: affittobonus taripagamento tasse
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