Ticket licenziamento: una forma di indennità introdotta nel 2013 che ha la finalità di garantire una certa stabilità economica a chi ha perso involontariamente il posto di lavoro. Erogato dal datore di lavoro secondo le disposizioni INPS, è connesso alla Naspi, l’indennità di disoccupazione. Non a caso, è noto altresì con il nome di “ticket Naspi”, introdotto originariamente dalla Riforma Fornero (art. 2, comma 31 della L. n. 92/2012),
Ticket licenziamento: come funziona?
Il ticket di licenziamento è dovuto a:
- lavoratori subordinati del settore privato che vengono licenziati;
- apprendisti e lavoratori a tempo determinato.
Sono esclusi i lavoratori agricoli e i collaboratori domestici.
Viene erogato al momento della cessazione del rapporto di lavoro che dà diritto alla Naspi, ma non spetta (come per la Naspi) nel caso di dimissioni volontarie (tra cui anche le c.d. dimissioni in bianco) o risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.
Casi particolari del ticket di licenziamento
Seppure il ticket non sia dovuto nei casi di dimissioni volontarie o di risoluzioni consensuali, vi sono casi limite in cui il ticket è comunque dovuto. E sono:
- dimissioni per giusta causa: in questo caso il ticket di licenziamento è dovuto, poiché le dimissioni per giusta causa vengono equiparate a una cessazione involontaria del rapporto di lavoro;
- licenziamenti collettivi: nei casi di licenziamenti collettivo (es. per crisi aziendali), l’importo del ticket di licenziamento rimane comunque dovuto dal datore di lavoro e viene calcolato con le stesse modalità;
- accordi di conciliazione: l’accordo di conciliazione non elimina il diritto al ticket, quando tale accordo avvenga per evitare un licenziamento per giustificato motivo oggettivo.
Importi del ticket di licenziamento
Importo del ticket: viene calcolato sulla base del trattamento iniziale di NASpI a cui il lavoratore avrebbe diritto. La percentuale varia in funzione della durata del rapporto di lavoro e dell’anzianità del dipendente presso l’azienda.
Scarica la nostra app e risparmia con i bonus attivi in Italia:
L’importo è pari al 41% del massimale mensile della NASpI per ogni 12 mesi di anzianità aziendale negli ultimi 3 anni. In pratica, per ogni anno di anzianità (fino a un massimo di 36 mesi), il datore di lavoro è tenuto a versare una somma corrispondente al 41% dell’importo massimo della NASpI.
Il datore di lavoro è dunque il soggetto obbligato di effettuare tale versamento all’INPS. Si tratta dunque di un pagamento indiretto: il ticket non viene erogato direttamente al lavoratore, ma è una forma di contributo che il datore di lavoro deve pagare, a beneficio del sistema previdenziale.