Accompagnamento e legge 104: due istituti che potrebbero sembrare simili ma che celano delle differenze tra loro.
Comprenderle al meglio può esserci di aiuto nella quotidianità, per poter scegliere se optare per l’uno o per l’altro. Ecco quali sono le differenze.
Che differenza c’è tra accompagnamento e legge 104?
La legge n. 104 del 1992 è volta alla tutela della persona disabile e dei suoi familiari. Obiettivo primario di tale legge è quello di favorire l’integrazione sociale della persona disabile, riconoscendogli un vantaggio assistenziale.
Un esempio peculiare è quello dei permessi 104 retribuiti, o delle detrazioni fiscali, fino alla possibilità di fruire di speciali bonus come quello delle barriere architettoniche.
Come è possibile notare, dunque, la legge 104 conferisce al disabile una serie di vantaggi, che vano dalla mera fruibilità di agevolazioni di diverso tipo, fino al mondo del lavoro e ciò che lo riguarda.
Differentemente, l’accompagnamento consiste in una indennità corrisposta da INPS, un vero e proprio sostegno economico.
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Essendo quindi due istituti profondamente diversi, lo sono anche nelle modalità di riconoscimento. Mentre per la 104 è necessario infatti un handicap riconosciuto, per l’indennità di accompagnamento vale il riconoscimento di una invalidità, che deve però essere totale e permanente.
Invalidità e disabilità: quali differenze?
L’invalidità e la disabilità vanno considerate come due facce della stessa medaglia ma al contempo, proprio come i volti di una medaglia, autonome e a sé stanti.
Chi è invalido oltre una determinata percentuale sarà certamente anche disabile. Ma chi è invalido al di sotto di una certa soglia, non è considerato una persona disabile e non ha dunque diritto alla 104.
Non esistono dei parametri “fissi” di invalidità oltre i quali la persona è ritenuta anche disabile. Tutto varia sulla base della patologia che rende invalidi ed anche su quello che decide la commissione medica che visita la persona invalida.
Per potersi parlare di percentuale di invalidità sconfinante nella disabilità, la patologia invalidante deve, in generale, rendere molto difficile, alla persona che ne è affetta, condurre una vita quotidiana normale.
In poche parole: chi è disabile sarà senz’altro anche invalido, ma non è detto che chi è invalido (quando si tratti di invalidità “lievi”) sia anche disabile.
Legge 104: a chi spetta?
Fatto questo distinguo tra invalidi e disabili, possiamo dire che è ritenuto disabile ai sensi dell’art. 3 della legge 104:
- chi abbia uno stato di handicap come una minorazione fisica o psichica
- la persona che abbiamo una minorazione sensoriale
Tale minorazione, fisica, psichica o sensoriale deve essere tale da determinare una condizione di svantaggio e/o emarginazione, o di difficoltà di apprendimento e/o relazione.
Possono beneficiare dei vantaggi della Legge 104 anche i minori, oltre che i parenti e i prossimi congiunti della persona affetta da disabilità (si pensi ai permessi concessi al lavoratore che deve accudire un parente disabile che necessiti delle visite di controllo).
Chi ha diritto all’accompagnamento?
Ho diritto all’accompagnamento se ho la legge 104?
La risposta è no. O almeno, non sempre. Se è pur vero che molte persone che hanno diritto alla legge 104 sono contemporaneamente invalidi al 100% e hanno dunque diritto all’accompagnamento, non è una legge universale che vale per tutti.
Esistono infatti molti casi di persone che pur rientrando nella Legge 104, non hanno diritto però ad alcun tipo di accompagnamento. E viceversa.