ADI e caporalato: la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, ha dichiarato l’intenzione del governo di estendere l’assegno di inclusione (ADI) alle vittime del caporalato.
La misura si inserisce nell’ambito delle politiche del governo volte a contrastare lo sfruttamento lavorativo e a fornire supporto a coloro che ne sono stati vittime. Calderone ha sottolineato l’importanza di proteggere i lavoratori agricoli che spesso subiscono condizioni di lavoro disumane e privazioni dei diritti fondamentali.
ADI e caporalato: Calderone protegge le categorie deboli
Il caporalato è la forma si sfruttamento lavorativo più diffusa nel comparto agricolo, che comporta condizioni di lavoro precarie, salari bassissimi, e spesso un totale controllo da parte dei caporali sulle vite dei lavoratori. Questa pratica illegale, ha ovviamente anche gravi ripercussioni sulla dignità e sui diritti delle persone coinvolte.
Per questo si è deciso di coinvolgere tali categorie all’interno del sostegno economico, che già prevede la tutela di categorie deboli, come le donne vittime di violenza. L’estensione dell’ADI alle vittime del caporalato mira a fornire un aiuto concreto e immediato, che può facilitare il reinserimento lavorativo e sociale.
La ministra ha dunque evidenziato che il governo sta lavorando su un piano dettagliato che prevede misure di accompagnamento, come la formazione professionale e l’assistenza psicologica, per garantire una reale possibilità di recupero e reintegrazione.
Contro il caporalato è necessario aumento dei controlli
Inoltre, Calderone ha posto l’accento sulla necessità di rafforzare i controlli sul territorio per prevenire e contrastare il fenomeno del caporalato. La collaborazione tra le forze dell’ordine, le istituzioni e le organizzazioni della società civile è fondamentale per rendere efficaci le misure proposte.
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Il governo si impegnerà dunque anche anche a promuovere campagne di sensibilizzazione per informare i lavoratori sui loro diritti e sulle tutele previste dalla legge. Calderone ha espresso la volontà di creare un ambiente lavorativo più giusto e sicuro per tutti, dove i diritti dei lavoratori siano rispettati e valorizzati.
Inoltre, la ministra ha anche annunciato che nei prossimi mesi saranno avviati tavoli di confronto con le parti sociali, le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali per discutere le modalità di implementazione delle nuove misure e raccogliere suggerimenti utili a migliorare ulteriormente le politiche di inclusione e protezione dei lavoratori.