Assegno di inclusione e attivabili al lavoro: in arrivo i primi messaggi INPS che convocano i percettori ADI. Ecco cosa sappiamo.
Assegno di inclusione e attivabili al lavoro: il messaggio INPS
Con questo messaggio INPS, i percettori ADI sono stati avvisati che devono recarsi ai centri per l’impiego. Come noto, i percettori ADI devono presentarsi ai centri per l’impiego per sottoscrivere il Patto di servizio personalizzato. Non tutti, però, sono obbligati a farlo.
Sono obbligati a sottoscrivere il patto di servizio personalizzato i percettori attivabili al lavoro. Non sono ritenuti attivabili al lavoro gli over 60 ed i disabili, che non hanno quindi obbligo di sottoscrizione, insieme anche a coloro che hanno carichi di cura di bambini con meno di 3 anni. (o hanno più di 3 figli minorenni). Facciamo degli esempi.
Esempio 1: famiglia composta da due coniugi, un bambino di 2 anni. In questo caso, se la madre risulta come caregiver del piccolo, non avrà obbligo di firma del patto, ma il padre sì, e dovrà attivarsi al lavoro.
Esempio 2: famiglia composta da 2 coniugi, un figlio di 6 anni, e suocero 68enne. In questo caso, entrambi i coniugi sono attivabili al lavoro (poiché il figlio, seppur minorenne, ha comunque più di 3 anni). Il nonno 68enne invece non è obbligato ad attivarsi al lavoro.
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L’incontro coi centri per l’impiego è il risultato dell’analisi multidimensionale che queste persone hanno svolto, e che ha determinato il loro obbligo di attivazione al lavoro. Facciamo luce sull’analisi multidimensionale del nucleo.
Analisi multidimensionale del nucleo
L’analisi multidimensionale del nucleo è una valutazione sui vari componenti della famiglia, e sulle loro capacità lavorative.
Al termine dell’analisi multidimensionale, sono i servizi sociali a decidere se nel nucleo siano presenti o meno persone occupabili, e di conseguenza, dirotta queste ultime verso i centri per l’impiego.
A seguito dell’analisi multidimensionale, 3 sono i possibili risultati:
- il nucleo risulta interamente occupabile: di conseguenza, tutti saranno indirizzati verso i centri per l’impiego;
- il nucleo risulta parzialmente occupabile: solo i membri occupabili verranno inviati ai Centri per l’impiego;
- nessuno nel nucleo risulta occupabile: nessuno dei componenti sarà mandato presso i centri per l’impiego.
L’analisi multidimensionale consiste in una sorta di colloquio volto a verificare la situazione familiare nel complesso, e a testare la capacità dei componenti del nucleo di poter lavorare o meno.
I percorsi di inclusione sociale e gli inoccupabili
La condizione delle persone non occupabili è differente. Essi dovranno iniziare un percorso di inclusione sociale, peraltro non sempre necessariamente obbligatorio.
Ad esempio, disabili ed over 60 partecipano a tali percorsi solo su base volontaria, come anche le donne vittime di violenza.
Devono invece partecipare ai percorsi di inclusione tutti i soggetti tra i 18 e di 59 anni che non hanno carichi di cura, ma che al contempo per problematiche varie, sono ritenute comunque non introducibili nel mondo del lavoro (persone con “bisogno complessi”). Queste persone, dunque, vengono affidate dai servizi sociali a progetti di inclusione ritagliati sulla loro specifica situazione.
Over 60, disabili e donne vittime di violenza, possono prendere parte ai progetti di inclusione su base volontaria, qualora lo desiderino.
Queste sono dunque le platee di persone che, pur non partecipando all’inclusione lavorativa, partecipano dunque a progetti di inclusione sociale.