Il bonus caldaie 2025 potrebbe essere escluso dal bonus ristrutturazioni. Lo chiedono 3 emendamenti della legge di bilancio 2025, presentati da Fratelli d’Italia, Forza Italia e Movimento 5 Stelle.
Il motivo? Sarebbe il conflitto con le direttive UE in materia di emissioni e di combustibili fossili. Analizziamo meglio la questione.
Bonus caldaie 2025: la questione ambientale
La legge di bilancio 2025 prevede all’articolo prevede una proroga, per il triennio 2025-2027, relativa alle detrazioni per il recupero del patrimonio edilizio e la riqualificazione energetica degli edifici.
Il bonus ristrutturazioni e l’ecobonus sono ancora presenti ma le aliquote sono state ridotte, e differenziate sulla base delle categorie di immobili.
Questo, però, contrasta con le previsioni delle direttive come Case Green, che dal 1° gennaio 2025 vieta di incentivare l’acquisto di caldaie a combustibili fossili. Dal 2040, dette tecnologie, dovrebbero altresì essere eliminate dal mercato.
Per questo motivo, dal 2025, l’ecobonus deve escludere gli impianti di climatizzazione alimentati esclusivamente da gas di origine fossile.
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Le richieste delle associazioni ambientaliste
Perciò le associazioni ambientaliste chiedono di più: ARSE, Coordinamento Free, Greenpeace, Kyoto Club, Legambiente e WWF Italia, in una lettera congiunta a Giorgia Meloni hanno infatti chiesto di ottemperare a quanto previsto dalle normative UE.
“Al Governo Meloni chiediamo la cancellazione delle tecnologie a fonti fossili, a partire da quelle destinate al riscaldamento degli edifici, evitando che possano ricevere incentivi di qualsiasi natura, in linea con quanto richiesto dal Regolamento e dalla Direttiva Europea, evitando così al Belpaese una nuova possibile procedura di infrazione”.
Inoltre, fanno leva anche sulla spesa ingente che lo Stato italiano ha affrontato per tali incentive, spesa ritenuta superflua dato che si tratta di un incentivo contro le direttive: “insieme al superbonus, hanno erogato per caldaie a gas e altre tecnologie (oggetto dell’articolo 17 della Direttiva EPBD) sussidi su una spesa totale di circa 4,2 miliardi di euro (2 miliardi provenienti dall’ecobonus e 2,1 dal superbonus), oltre alle centinaia di migliaia di interventi agevolati dal bonus ristrutturazioni”.
A tal proposito, dunque, le associazioni chiedono che per il raggiungimento dei loro obiettivi si vada verso una decarbonizzazione degli edifici, che spinga anche i sussidi verso l’acquisto di dispositivi a emissioni zero come pompe di calore, solare termico, bioenergie e teleriscaldamento. Una strategia fondamentale per svincolare le famiglie dal caro bollette, contribuendo in maniera importante alla lotta contro l’emergenza climatica” .
E proprio l’emendamento dei parlamentari punta quindi ad assecondare le richieste delle associazioni ambientali, sancendo l’esigenza dell’Italia di evitare quegli interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con caldaie alimentate a combustibili fossili.