Bonus casa e ADI: è possibile fruire dei bonus casa percependo l’assegno di inclusione? E come faccio ad ottenere le detrazioni se sono disoccupato? Vediamo insieme le possibili risposte.
Bonus casa e ADI: come ottenerli?
I bonus casa, ( tra cui rientrano una larga vastità di bonus, come bonus sisma, bonus mobili, bonus ristrutturazioni etc) sono una serie di bonus che consistono in una detrazione fiscale (la cui percentuale varia in base alla tipologia di bonus fruita) di cui può avvalersi chi effettua le spese per ristrutturare la propria abitazione.
Gli interventi consentiti sono molteplici e svariati, dall’installazione di nuove porte e finestre, al generale efficientamento energetico, fino alle vere e proprie ristrutturazioni pur sempre destinate al miglioramento energetico o alla messa in sicurezza dell’immobile (come nei casi del bonus sisma e del bonus sicurezza)
Per tutti questi bonus, prima delle riforme del Governo Meloni, era prevista la possibilità di avvalersi direttamente dello sconto in fattura. Essendo però venuta meno, a seguito della nuova Legge di Bilancio, la possibilità di avvalersi dello sconto, l’unica via è quella della detrazione fiscale, o della cessione del credito. Ci soffermeremo nello specifico sulla detrazione fiscale.
Iniziamo col dire che nulla vieta ad un percettore ADI di portare in detrazione le spese sostenute per ristrutturare casa. La detrazione infatti viene effettuata a chiunque, con modello 730, dichiari le spese sostenute per la ristrutturazione della casa. Ovviamente, le spese per essere rimborsate devono essere effettuate con metodi tracciabili, quindi non è possibile pagare in contanti.
Ora, stando così le cose, ci sono però un paio di particolari cui il fruitore ADI deve fare attenzione. Vediamo quali.
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Bonus casa per percettori ADI: attenti alle spese
Il percettore ADI deve avere, per poter accedere al sussidio, un patrimonio mobiliare ammontante a massimo 6mila euro, accresciuto di ulteriori 2mila euro per ogni altro componente familiare e fino a un massimo di 10mila euro. A questa somma vanno aggiunti ulteriori 1000 euro per ogni figlio minorenne successivo al secondo.
Dunque, è chiaro che dovendo le spese sostenute essere dichiarate con 730 all’Agenzia delle Entrate, è necessario mantenersi entro i suddetti limiti di spesa se si vogliono evitare eventuali controlli e sanzioni.
Esempio: nucleo composto da 3 persone, (due genitori e 1 figlio minorenne). In tal caso, il limite al patrimonio è di 8mila euro. 2mila per “ogni membro successivo al primo”. Il figlio minore non apporta nessuna possibilità di incremento, giacché è da solo (quindi nessuna presenza di figlio minorenne “successivo al secondo”)
E’ chiaro che in un caso simile, è prudente mantenersi nei limiti di spesa sopra indicati. Se ad esempio vogliamo cambiare gli infissi e portare in detrazione le spese sostenute, possiamo farlo, a patto di mantenerci nelle soglie di spesa entro il nostro limite patrimoniale.
La ragione dietro tale cautela è facilmente intuibile: presentare all’agenzia delle entrate un 730 che prevede una spesa di 20mila euro, farebbe scattare i controlli dell’AdE nei confronti del percettore ADI, che come previsto da legge non può avere nelle sue disponibilità un patrimonio mobiliare superiore alle somme di cui detto poc’anzi.
Ma oltre a questo accorgimento, ne è necessario uno ulteriore: quello dello stato occupazionale. Vediamo perché.
Bonus casa senza occupazione: posso ottenerli lo stesso?
Se sei disoccupato, non puoi avvalerti della detrazione. Secondo quanto infatti indicato dall’Agenzia delle Entrate con Circolare 17/2023, il contribuente che non avendo redditi non si sia inizialmente avvalso della detrazione nei precedenti periodi d’imposta, perché non ha presentato 730 dal momento che era disoccupato, potrà poi presentare 730 direttamente dalla seconda rata, perdendo la prima.
Interpretando quindi la norma dell’Agenzia, è chiaro che chi non ha reddito non può avvalersi della detrazione. Infatti, può avvalersene solo dall’anno in cui sono presenti redditi e non prima.
Per potersi avvalere dunque della detrazione, in sintesi, è necessario avere comunque un reddito minimo, e, in ogni caso, non superare i limiti patrimoniali come detto nel precedente paragrafo.
Esempio: la famiglia in questione, riportata nell’esempio precedente, ha anche un ISEE di 4mila euro annui (il padre fa lavori stagionali). In questo caso, rientrando nei limiti del patrimonio mobiliare nonché in quelli ISEE, la famiglia potrà eventualmente detrarre le spese sostenute per gli infissi.