Poste Italiane scende in campo, con una maxi-operazione contro il rischio di truffa sui crediti legati al bonus casa nel periodo 2020-2022. Nelle lettere inviate finora dall’azienda, è stato richiesto di fornire tutta la documentazione aggiuntiva – comprese fatture, attestazioni e asseverazioni tecniche – in maniera tale da far emergere eventuali raggiri o incongruenze. Vediamo quindi tutti i dettagli, cosa contengono le lettere di Poste Italiane e cosa fare nel caso in cui dovessero arrivare a casa.
Bonus casa, parte l’operazione anti-truffa di Poste Italiane
È ufficialmente iniziata l’operazione antifrode di Poste Italiane, legata ai crediti del bonus casa 2020-2022. Lo scopo dell’azione sarà quello di individuare eventuali truffe perpetrate dai cittadini nel periodo compreso tra il 2020 e il 2022, con particolare riferimento ai crediti ceduti collegati ai vari bonus casa (incluso ovviamente il Superbonus).
In sostanza, chi nel periodo indicato ha venduto bonus a Poste Italiane, riceverà adesso un invito ad adempiere tramite lettera, nel quale gli verrà intimato di fornire entro 30 giorni tutta la documentazione relativa ai crediti d’imposta ceduti.I motivi dell’intervento di Poste Italiane
L’operazione avviata da Poste Italiane può essere compresa al meglio se si torna brevemente al febbraio del 2023. Periodo in cui, per decreto governativo, era stata limitata la possibilità di cedere il credito dei bonus edilizi a soggetti terzi. Prima di questo intervento, invece, il cedente non era obbligato a fornire una documentazione specifica, ma poteva limitarsi a concederne una di carattere sommario.
Insomma la situazione era perfetta, per chi è avvezzo a truffe ai danni dello Stato. Motivo per cui, dopo parecchie segnalazioni ricevute dall’Agenzia delle Entrate sui crediti con profili di rischio, Poste Italiane ha preso la decisione di andare a ‘stanare i furbetti’ che si sarebbero approfittati della situazione.
In cosa consistono le lettere
Entrando ora nel dettaglio, nelle lettere inviate da Poste Italiane si fa richiesta ai riceventi di fornire i documenti basilari, stabiliti dal suddetto decreto del 2023, volti a effettuare la cessione dei crediti. In particolare è necessario fornire:
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- Il titolo edilizio abilitativo degli interventi
- Le fatture ricevute o altri documenti comprovanti le spese sostenute e i bonifici parlanti che attestino l’avvenuto pagamento
- Il visto di conformità e i dati relativi alla documentazione, che attestino i presupposti che danno diritto al bonus
- Le asseverazioni, nel caso in cui siano obbligatorie per legge, dei requisiti tecnici degli interventi e della congruità delle spese
- L’attestazione, rilasciata dai soggetti obbligati alla disciplina antiriciclaggio che intervengono nelle cessioni, relativa al rispetto delle norme in materia (art. 1, commi 6 e 6-bis, del DL 11/2023).
Oltre a richiedere i documenti sopra elencati, Poste Italiane ricorda anche che è spinta all’intervento di accertamento in base a quanto previsto dall’art. 1262 del Codice civile, secondo il quale il cedente è obbligato alla consegna dei documenti giustificativi al cessionario.
Cosa fare se si riceve la lettera di Poste Italiane
Coloro che dovessero ricevere, nei prossimi giorni, la lettera di Poste Italiane relativa ai crediti del bonus casa, potranno tranquillamente rispondere alla stessa sia tramite Pec che attraverso una raccomandata indirizzata all’’Ufficio affari legali di Poste Italiane.
Va tuttavia sottolineato che, al momento, Poste Italiane non ha specificato cosa succederà a coloro che non forniranno la documentazione completa secondo i metodi richiesti. Si parla soltanto di azioni legali e della sospensione dei termini di prescrizione. Ma ulteriori dettagli, probabilmente, saranno forniti a breve dall’azienda.
Conviene in ogni caso ricordare che, in caso di ricezione della lettera, adempiere in tempo utile alla richiesta di Poste Italiane è altamente consigliabile. Altrimenti si rischia il sospetto di truffa, e le conseguenze legali (per quanto non specificate ancora in dettaglio dall’azienda) sarebbero certamente tutt’altro che piacevoli.