Parlavamo recentemente dello stop agli incentivi per giovani, donne e Sud (per colpa di un ‘pasticcio’ del Governo). E adesso la notizia è che per quanto riguarda il bonus giovani under 35 – se mai dovesse entrare a regime – con ogni probabilità le assunzioni precedenti al 31 gennaio verranno escluse dalle agevolazioni. Una beffa nella beffa, che ha sollevato pesanti critiche da parte delle opposizioni, M5S in testa. Sembra quasi che l’esecutivo abbia intenzione di penalizzare quelle aziende che contavano sul bonus. Oppure i soldi non ci sono, e allora le promesse (magicamente) iniziano a evaporare. Ecco tutti i dettagli.
Bonus giovani under 35, caos nel Governo
È caos e incertezza sul bonus giovani 2025. Il decreto attuativo sulla misura, pubblicato lo scorso 27 febbraio, ha infatti messo in allarme le imprese, vista la decisione di escludere dalle agevolazioni le assunzioni effettuate prima del 31 gennaio. Il punto è che molte imprese, sicure dell’entrata in vigore del bonus, avevano già cominciato ad assumere under 35 a settembre 2024. E ora si ritrovano, come si suol dire, con il cerino in mano.
Insomma, con un voltafaccia improvviso il Governo avrebbe detto no alle assunzioni effettuate prima dell’autorizzazione della Commissione Europea (arrivata appunto il 31 gennaio). Ma anche a quelle che avverranno prima della pubblicazione della circolare INPS. L’ennesimo pasticcio che andava senza dubbio evitato.Cos’è il bonus giovani e come dovrebbe funzionare
Perché (in teoria) la ‘ratio’ dietro il bonus giovani under 35 è valida. Il provvedimento prevede infatti un esonero totale dai contributi previdenziali per le assunzioni, a tempo indeterminato, di giovani sotto i 35 anni che non abbiano mai avuto un contratto di tipo stabile. Le aziende, insomma, potranno beneficiare di un contributo che, per un periodo massimo di due anni, dovrebbe coprire fino a 500 euro mensili per ogni assunzione. Il tetto aumenta poi a 650 euro per le assunzioni nelle regioni del Sud, ma non è cumulabile con altri incentivi simili (anche se può essere compatibile con la maxi-deduzione per nuove assunzioni introdotta dalla riforma dell’Irpef).
Il problema, però, è che in pratica le modifiche introdotte col decreto attuativo del Governo hanno mandato in crisi le aziende. Moltissime realtà, infatti, avevano già provveduto a nuove assunzioni prima del 31 gennaio, sperando di poter usufruire del bonus giovani in maniera retroattiva.
La strana sparizione dei documenti online
A suscitare perplessità, inoltre, è stato anche un documento ‘fantasma’ relativo al bonus under 35. In pratica il documento era apparso sul sito del Dipartimento per il programma di governo, è all’improvviso non è più stato reso disponibile. Il link che portava al PDF, adesso, dà un messaggio di errore, e non sono pervenute spiegazioni dai piani alti. Non sappiamo quindi se si tratta di un problema tecnico, o se invece il Governo sta lavorando alacremente per correggere il testo del documento.
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Governo all’angolo e protesta delle opposizioni
Alzano quindi la voce le opposizioni. Davide Aiello, deputato del M5S, ha deciso di sollevare il caso tramite un’interrogazione alla ministra del Lavoro, Marina Calderone. “Ho presentato un’interrogazione alla ministra Calderone”, ha spiegato Aiello, “dopo il pasticcio combinato da lei e dal suo ministero con il decreto attuativo del bonus giovani under 35, emanato lo scorso 27 febbraio. Decreto che ha destato lo stupore delle aziende perché ha escluso dal perimetro di applicazione tutte le assunzioni effettuate prima del 31 gennaio 2025, data dell’autorizzazione da parte della Commissione europea”.
“Tale circostanza”, ha poi proseguito il deputato M5S, “contraddice apertamente quanto previsto dal decreto Coesione, che, invece, individua quale periodo agevolato quello compreso tra il 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025. Insomma: un danno enorme per tutte quelle imprese che hanno già effettuato assunzioni fra il 1° settembre dell’anno scorso e il 30 gennaio credendo di poter usufruire del bonus. Chiediamo pertanto alla ministra Calderone in che modo intenda rimediare a questo grave accadimento. Siamo di fronte a un governo che non conosce nemmeno il contenuto delle leggi che scrive. Dilettanti allo sbaraglio”.
Ora non resta che attendere una risposta dall’esecutivo. Qualche chiarimento è più che necessario, almeno per dare modo alle aziende (a queto punto beffate) di riorganizzarsi con le risorse a disposizione. Ma sarebbe stato meglio non assistere a questo ennesimo ‘show’ di pessima amministrazione politica.