Il bonus TARI diventa ‘invisibile’ per milioni di famiglie italiane. L’agevolazione, in teoria attiva dal 1° gennaio scorso, si è infatti ‘arenata’ per colpa della solita incompetenza ai piani alti del nostro Governo. Il DPCM che attuava il bonus è approdato in Gazzetta Ufficiale solo il 13 marzo. Troppo tardi, per permettere l’inserimento della misura nei primi pagamenti in arrivo (fissati tra aprile e maggio in molti Comuni). E nonostante l’Arera abbia provato a rimediare, fissando il 3 aprile scorso le disposizioni attuative per il riconoscimento dello sconto, ormai moltissimi Enti hanno già emesso i bollettini con gli importi dovuti. Motivo per cui il bonus TARI non verrà probabilmente applicato nel prossimo futuro. Ecco i dettagli.
Bonus TARI ‘invisibile’, l’ennesimo pasticcio del Governo
A partire dal 1° gennaio 2025 il bonus TARI, per le famiglie con ISEE basso fino a 9.530 euro, avrebbe dovuto garantire uno sconto del 25 per cento sulla tassa dei rifiuti. E invece l’ennesimo pasticcio (totalmente evitabile) ha bloccato l’effettiva fruizione del bonus in questi primi mesi dell’anno.Il DPCM che attuava l’agevolazione è infatti rimasto in ‘pausa’ per 5 anni, per essere poi adottato il 21 gennaio 2025, e approdato in Gazzetta Ufficiale il 13 marzo scorso. Un ritardo enorme, che ha reso le tempistiche troppo strette per consentire davvero l’avvio effettivo dell’agevolazione dall’anno in corso. Dato che la prima scadenza della TARI è prevista in molti comuni tra aprile e maggio 2025.
Per provare ad aiutare le famiglie bisognose, l’Arera ha quindi accelerato i tempi pubblicando il 3 aprile la delibera che fissa le disposizioni attuative per il riconoscimento del bonus. Ma il punto è che molti Comuni hanno già emesso i bollettini con gli importi dovuti, che non includono ovviamente gli sconti previsti dall’agevolazione. Difficile, quindi, che a questo punto si riesca a correggere il tiro.
I bollettini in scadenza senza sconto
Come detto, il bonus TARI era stato introdotto sulla carta con il Decreto Legge n. 124/2019, rimasto bloccato per oltre 5 anni, e poi attuato con l’amara sorpresa di un costo extra per tutti (necessario a sopperire alla mancanza di fondi di copertura). Come se non bastasse, l’emissione da parte degli Enti dei bollettini TARI 2025, in vista delle scadenze di aprile e maggio, ha creato la tempesta perfetta, rendendo ancora più caotica una situazione già di per sé assurda e paradossale.
Il risultato finale, quindi, è che alle famiglie con ISEE entro il limite di 9.530 euro, in teoria beneficiarie dello sconto automatico del 25 per cento, non è stata applicata nessuna agevolazione. Al momento mancano diversi passaggi, nell’iter che dovrebbe portare all’attuazione del bonus TARI. Il primo dei quali è stato completato dall’Area a inizio aprile, con la delibera 133/2025/R/rif che ha avviato il procedimento per l’attuazione del bonus TARI.
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Cosa manca per l’attuazione del bonus TARI
Ora però dovranno seguire ulteriori azioni. Innanzitutto, il provvedimento dell’Arera è stato aperto alle osservazioni “postume” di Comuni ed Enti interessati fino all’11 aprile. Entro il 30 aprile, poi, i Comuni dovranno approvare i piani finanziari del servizio di gestione dei rifiuti urbani, le tariffe e i regolamenti della TARI e della tariffa corrispettiva. A questo però si aggiunge una ulteriore criticità sul fronte tempistiche: è necessario infatti ottenere il via libera, dal Garante per la Privacy, sull’accesso ai dati ISEE da parte dei gestori del servizio rifiuti e dei Comuni.
Ecco perché, come sottolinea la stessa Arera, è necessario impegnarsi il più possibile per sveltire i tempi. Ed è opportuno che l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) si impegni ad “avviare tempestivamente lo sviluppo delle attività necessarie per consentire lo scambio dei flussi informativi funzionali all’erogazione del bonus sociale rifiuti”.
L’aumento di 6 euro del bonus
Nel frattempo, il bonus TARI è comunque partito senza coperture da parte del Governo. Ciò significa che vi sarà un costo extra pari a 6 euro per la copertura delle agevolazioni riconosciute ai beneficiari del bonus sociale sui rifiuti. Oltre al danno, dunque, la beffa. Non solo il bonus per le famiglie in difficoltà è in netto ritardo, ma adesso a questi nuclei toccherà pure pagare soldi in più, di tasca propria, per sopperire alle mancanze altrui.
Bisognerà insomma pagare una “tassa sociale” per tutte le utenze del servizio di gestione dei rifiuti urbani, che non escluderà (cosa del tutto assurda) i beneficiari teorici dello sconto TARI. E al momento, l’unica consolazione concessa agli italiani riguarda il futuro. Perché la cosa più probabile è che il bonus TARI del 2025 verrà riconosciuto ex post, nel 2026, con lo storno sulle somme da pagare. In ritardo, come al solito. E con un caos generale che dice molto delle capacità di chi ci vuole governare.